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    “IO AL POSTO DI AMADEUS A SANREMO? NON HO QUELLA CREDIBILITÀ NAZIONALPOPOLARE CHE SERVE PER LA TV CHE FA LUI” – PARLA LINUS: “È NATO PER FARE RAIUNO. FIORELLO? TI TOGLIE L’ANIMA. È IL TIPICO ARTISTA: UMORALE, IMPREVEDIBILE, SUPER SENSIBILE. UN GIORNO TI DICE SÌ, L’ALTRO NO. STARGLI DIETRO È UN LAVORO - GERRY SCOTTI? IL PIU’ BRAVO MA SA ANCHE ESSERE MOLTO SCORBUTICO. POTEVA LANCIARSI DI PIÙ” – "IO SINDACO DI MILANO? FANTAPOLITICA, UNA BOUTADE”


     
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    Maria Elena Barnabi per Gente

     

    linus amadeus linus amadeus

    «Quando a ottobre ho sentito la notizia dello schianto sulla A4 del furgone dell’associazione Centro 21 onlus di Riccione (i sei occupanti sono tutti morti, ndr) ho fatto una cosa che mi ricorderò per sempre», racconta Linus. «Ho subito mandato un messaggio al mio amico Massimo Pironi: lui era il presidente di quella onlus che si occupa di ragazzi con la sindrome di Down, e mi avrebbe detto tutto. Non mi ha risposto. Dopo ho saputo che dentro quel van c’era anche lui. Quel messaggio è ancora lì senza risposta».

     

    Linus dice tutto questo guardandomi dritto in faccia con quei suoi occhi chiari, ma io distolgo lo sguardo perché un po’ mi commuovo. Una cosa così è successa anche a me, forse a tutti: credere vivo un amico che invece era già morto. E in quel momento capisco perché Linus, che fa radio da quasi cinquant’anni, rimane una delle voci più ascoltate d’Italia: perché ti racconta cose che sono anche tue.

     

    Siamo nel suo ufficio all’ultimo piano di via Massena a Milano, dove ci sono gli storici studi di Radio Deejay, ma anche quelli di Radio Capital e Radio m2o, cioè del polo radiofonico del gruppo Gedi, di cui Pasquale Di Molfetta (il vero nome di Linus), 65 anni, è direttore editoriale. Di origini pugliesi, nato a Foligno ma cresciuto nell’hinterland milanese, Linus è senza dubbio oggi una delle figure più di spicco della radio italiana. Ha iniziato negli Anni 70 mentre faceva l’operaio («La fame aiuta», dice lui), nel 1984 è entrato a Radio Deejay e ne ha assunto la direzione un decennio dopo.

    savino fiorello linus savino fiorello linus

     

    Da 31 anni va in diretta tutte le mattine con il suo programma Deejay Chiama Italia e decide il futuro dei suoi speaker, da Fabio Volo ad Alessandro Cattelan, da La Pina al Trio Medusa. La scusa per vederci è la festa di Natale di Radio Deejay (sarà l’1 dicembre al Fabrique di Milano): l’incasso dei biglietti, andati a ruba in meno di tre minuti, sarà devoluto all’associazione Centro 21 onlus di Riccione.

     

    Linus, cominciamo dall’inizio: hai detto che dei tuoi anni di operaio ti ricordi il freddo.

    «Negli Anni 70 il freddo era vero, tangibile, mettevo la calzamaglia sotto i jeans. Ma era anche un freddo dentro, che non passava. Non volevo continuare a fare l’operaio, ma il mondo delle radio era così precario. Ero sempre senza soldi. Per dire: per andare negli studi di una piccola radio di Bollate, siccome non avevo l’auto, rubavo le biciclette».

     

    Poi ti è arrivata la chiamata di Claudio Cecchetto: Radio Deejay ti voleva. E hai svoltato.

    «Avevo detto alla mia fidanzata che dopo le vacanze avrei mollato la radio e mi sarei trovato un lavoro vero. E invece...».

     

    linus gerry scotti linus gerry scotti

    E invece hai iniziato una carriera  lunghissima. Molti dei tuoi ex colleghi  ora sono star televisive. Non hai mai pensato che al posto di Amadeus a Sanremo ci potresti essere tu?

    «Se la mia carriera avesse avuto un altro percorso... Invece sono qui e ho fatto altre cose: io non ho quella credibilità nazionalpopolare che serve per la Tv che fa lui».

     

    Amadeus era così già da ragazzo?

    «Sì, è sempre stato più “vecchio” della sua età anagrafica. Gli è sempre piaciuto porsi in modo rassicurante. È nato per fare Raiuno. È stato bravo e determinato. Sa che cosa sa fare e cosa no».

     

    E per quelle che non sa fare, chiama Fiorello.

    «E per farlo bisogna avere pazienza perché Fiorello ti toglie l’anima. È veramente il tipico artista: umorale, imprevedibile, super sensibile. Un giorno ti dice sì, l’altro no. Stargli dietro è un lavoro e Amadeus è stato una goccia cinese».

     

    L’altro ex ragazzo magnifico di Radio Deejay è Gerry Scotti.

    «Gerry è il più bravo di tutti noi. Ha quel guizzo di follia, quell’esuberanza e quel carisma che lo rendono unico. Ma sa anche essere molto scorbutico. Poteva lanciarsi di più, credo. Ha fatto una carriera bellissima, ha guadagnato tanti soldi».

     

    E si dice che per Gerry Scotti i soldi siano importanti…

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    «Lo dice sempre lui stesso. E noi scherziamo tantissimo di quella volta che nel 1985 andammo a Lecce per fare un serata in discoteca a Pasqua. L’aereo era carissimo, il treno ci metteva troppo, e allora Gerry mi disse: “Andiamo in auto, ma non con la mia che è a benzina e consuma. Prendiamo quella di tuo fratello, che è diesel”. E così usammo la Golf di Alberto e Gerry guidò come un pazzo. Ma io dico: puoi andare in auto fino a Lecce?».

     

    Ti mancano quegli anni?

    «Degli Anni 80 non mi manca niente. C’era qualcosa che non andava, che mi rendeva inquieto. Preferisco gli Anni 90: ero più sicuro di me».

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    Quest’anno Radio Deejay ha fatto 40 anni. E tu?

    «Ad aprile saranno 47 di radio. Ho iniziato nel 1976».

     

    Chi è il tuo erede?

    «Non so neppure se c’è. Un giorno arriverà uno più bravo di me».

     

    Cos’hai di speciale? Perché ti ascoltiamo tutte le mattine da trent’anni?

    «Perché sono un rompiscatole, e per primo con me stesso. Ho una buona memoria e una grande curiosità che mi porta a informarmi di tutto. Se però mi rendo conto che non ho dato il massimo, rimango di umore pessimo per tutta la giornata. E poi ho la fortuna di lavorare con Nicola».

     

    Nicola Savino, il tuo partner in radio da ventisei anni.

    «Io da solo valgo 8, in coppia con lui 10. Io faccio il perfettino e poi lui arriva e mette a nudo le mie manie e le mie debolezze. Mi fa diventare più simpatico».

     

    Tu antipatico? Giammai. Sono calunnie!

    «Ma infatti. Sono la persona più buona del mondo».

     

    Però sei tagliente.

    AMADEUS - LEONARDO PIERACCIONI - FIORELLO - LINUS AMADEUS - LEONARDO PIERACCIONI - FIORELLO - LINUS

    «Questo è un vanto, l’ho preso da mia mamma: è una cosa tipica dei pugliesi, non ti fanno passare niente senza un piccolo commento acido. Sono così anche con mia moglie Carlotta (hanno due figli, Filippo, 26 anni, e Michele, 19, ndr): a volte sembriamo Sandra e Raimondo».

     

    Nel 2023 ti scade il contratto. Poi?

    «Tra un anno saremo seduti a decidere. Troveremo sicuramente un accordo».

     

    Contano molto i soldi?

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    «Per me niente. Per quello ne guadagno tanti. Non ho mai fatto questioni di soldi con nessuno».

     

    L’ipotesi di buttarti in politica come sindaco di Milano?

    «Pura fantapolitica. Una boutade».

     

    Beh, bisognerà trovarti qualcosa da fare se l’anno prossimo non ti rinnovano il contratto.

    «Ho imparato che non bisogna mai fare progetti. Il futuro è una parola che non esiste. Il futuro è oggi».

     

    Oggi il tempo è bello. Sei venuto in Porsche?

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    «Esattamente. Se era brutto, mica la tiravo fuori dal garage. Si rovina».

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