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    PERCHE’ HO CANCELLATO LA FESTA DI RADIO DEEJAY – LINUS: ''CREDO CHE L' UNICA RISPOSTA SIA IL BUON SENSO. SE È VERO CHE NON SI PUÒ SMETTERE DI VIVERE PER POCHI CASI DI UN VIRUS CHE CERTAMENTE NON È LA PESTE, È VERO ANCHE CHE SE È PERICOLOSO COME CI VIENE VENDUTO LAVARSI LE MANI NON È PIÙ SUFFICIENTE. COSÌ COME ABBIAMO FATTO NOI, SI POTREBBERO ANNULLARE, SOSPENDERE O RINVIARE MOLTI ALTRI PICCOLI EVENTI''


     
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    Testo di Linus pubblicato da la Stampa

     

    LINUS LINUS

    Ho passato le ultime settimane a tranquillizzare, sminuire e rassicurare a proposito del coronavirus tutte le persone intorno a me: a casa, sul lavoro, per radio.

     

    Un po' per fatalismo, un po' perché conosco il bisogno di "fare notizia", un po' perché sono tutto fuorché un ipocondriaco, e un po' perché, tra tanti difetti, questa nostra epoca ha perlomeno il vantaggio di essere più strutturata e preparata per affrontare un' influenza. Seppur violenta come questa.

     

    Poi succede che una bomba ti caschi vicino e di colpo la prospettiva cambia. Così ho deciso di annullare la nostra festa di Carnevale di dopodomani.

     

    Linus caduta Linus caduta linus linus

    Intendiamoci, era una piccola festa, tremila persone mascherate come negli anni '80 (quelli in cui è nata Radio Deejay), in una popolare discoteca milanese. Però, nonostante ci avessimo già investito tempo, denaro ed entusiasmo, ho pensato che fosse più prudente lasciar perdere, in fondo la nostra è una di quelle serate che si possono ripetere in qualunque momento. Se cancellarla poteva servire anche solo a far sentire più tranquilli quelli che si chiedevano se venire o no perché non farlo? E a giudicare dai tanti commenti che mi sono arrivati è una decisione che tutti hanno condiviso ed apprezzato, seppure a malincuore. Si può obiettare che di questo passo dovremmo chiudere, almeno a Milano (o in Veneto) tutto quello che è pubblico: scuole, ristoranti, posti di lavoro, metropolitane, stadi.

    LINUS LINUS

     

    Credo che l' unica risposta sia il buon senso: se è vero che non si può smettere di vivere per pochi casi di un virus che certamente non è la peste, è vero anche che se è pericoloso come ci viene venduto lavarsi le mani non è più sufficiente. E non solo in senso metaforico. Forse si potrebbe cominciare con le condivisioni superflue, almeno in questo periodo intermedio. Così come abbiamo fatto noi, si potrebbero annullare, sospendere o rinviare molti altri piccoli eventi.

    Cosa che già succede: le federazioni sportive più attente hanno sospeso i loro campionati in un raggio sufficiente per isolare in maniera efficace la zona più a rischio. E, senza dietrologia, perché i loro fratelli più grandi non lo prendono in considerazione? In fondo staremmo parlando solo di poche settimane.

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    *Conduttore Radio Deejay

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