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    “IN CONSIGLIO COMUNALE ERO INUTILE” – “LITTORIO” FELTRI RACCONTA CHE DIETRO LA DECISIONE DI MOLLARE L’INCARICO POLITICO C’È LA SCOPERTA DI UN CANCRO: “NON È UN FORUNCOLO, LA TERAPIA È ABBASTANZA LUNGA. SE VOGLIAMO CI SAREBBE ANCHE UN LATO COMICO: PUR NON AVENDO NIENTE DI FEMMINILE MI È VENUTO IL CANCRO A UNA TETTA. MELONI? MI ADORA, MA LE HO DETTO SÌ ALLA CANDIDATURA IN UN MOMENTO DI DEBOLEZZA. SALVINI? SU DI LUI HO RAGIONE IO. BERLUSCONI MI AVEVA OFFERTO IL POSTO DI SENATORE, MA PIUTTOSTO CHE ANDARE A ROMA VADO IN OSPEDALE…”


     
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    Maurizio Giannattasio per il "Corriere della Sera"

     

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    Dopo sei mesi e mezzo, Vittorio Feltri, direttore editoriale di Libero, si dimette da consigliere comunale di FdI. La decisione arriva dopo la scoperta di un tumore.

     

    Direttore, come ti sei accorto della malattia?

    «Ho fatto una tac con liquido di contrasto ed è venuto fuori questo cancro. Se vogliamo ci sarebbe anche un lato comico: pur non avendo niente di femminile mi è venuto il cancro a una tetta».

     

    Da qui la decisione di dimetterti.

    «Il cancro non è un foruncolo. La terapia è abbastanza lunga e impegnativa. Non posso andare in aula, in clinica, al giornale. In più, visto che la mia utilità in aula era pari a zero non ho sofferto più di tanto. Mi dispiace per la gente che mi ha votato. È ciò che mi crea più disagio, ma sono anche convinto che le persone capiscano: un malato di cancro ha il diritto di curarsi».

     

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    Ieri Dagospia ha scritto che in realtà hai colto la palla al balzo dopo che Giorgia Meloni si era lamentata del tuo intervento sul fascismo alla convention di Fratelli d'Italia. È vero?

    «È una palla. Anzi la Meloni mi ha mandato dei messaggini tra cui uno in cui mi scrive che mi adora»

     

    Perché questa scelta di candidarti in Consiglio?

    «Sono amico di Giorgia Meloni da un po' di anni. L'ho incontrata un giorno a Milano negli uffici di La Russa e mi ha detto che sarebbe stato bello se mi fossi candidato con FdI.

    In un momento di debolezza mentale le ho detto di sì».

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    Difficile credere che altri partiti non le abbiano proposto candidature romane.

    «Alle ultime politiche Berlusconi mi aveva offerto il posto di senatore, ma piuttosto che andare a Roma vado in ospedale».

     

    I rapporti con Salvini sono sempre pessimi?

    «Sono pessimi solo perché l'ho criticato. Gli ho solo detto che quando ha lasciato il primo governo Conte se ne è andato senza spiegare il perché. Poi passa un anno e torna al governo con gli stessi e in più con i comunisti. È chiaro che agendo in questo modo sgangherato ha perso una montagna di voti. Non lo dico io, lo dicono i sondaggi. Era al 34 per cento ora è al 16. Chi ha ragione, io o lui?»

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    Torniamo al Consiglio. Come sono i rapporti con il sindaco Beppe Sala?

    «Lo conosco da anni, non ho nulla di particolare contro di lui. Mi sembra però un sindaco sgangherato».

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