Da Chi
antonio ricci
Sul numero di Chi in edicola domani Antonio Ricci, presentando il libro “Me tapiro”, svela un retroscena curioso legato proprio all'amico Beppe Grillo, di cui è stato autore per anni. «È colpa mia se è sceso in politica? In un certo senso sì. Una volta siamo andati da Vespa a commentare le elezioni: ha fatto il suo primo monologo politico e ha capito che funzionava, così ci ha preso gusto».
Ricci commenta anche lo scandalo che ha coinvolto Fausto Brizzi e altri registi, accusati di aver molestato alcune aspiranti attrici dopo anni in cui si additavano “Drive in” e le veline come esempi di sfruttamento del corpo della donna. «A volte bisogna ascoltare la vulgata che individuava i bavosi fra registi e produttori, poi ci saranno un sacco di persone serie, ma era buffo che per anni cercassero il male da noi. Ricordo di aver fatto il concorso Veline dopo che Gabriele Muccino era venuto da me a fare i sopralluoghi per dimostrare che le ragazze erano scelte con metodi “palposi”. Se per fare il suo film si fosse guardato più vicino avrebbe anticipato i tempi di vent’anni».
ricci striscia
Ricci parla anche di Fabio Fazio e del suo programma “Che tempo che fa”, sconfitto dalla fiction di Canale 5. «A Fazio suggerirei solo di cambiare rete e di tornare a Raitre. Il danno maggiore è che, per far brillare Fazio su Raiuno, la domenica sera hanno spento Raidue e Raitre, così Mediaset e La7 possono brindare, vedi Giletti».
Ricci conclude spiegando perché i proventi di Me Tapiro andranno al gruppo Abele di don Ciotti, una comunità di recupero per tossicodipendenti e persone con storie difficili alle spalle. «Perché penso che tutti noi andremo a finire da don Ciotti, nel mio intento benefico c’è un conflitto di interessi».
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