1 - BOTTE E ABUSI SU 547 CORISTI DI RATISBONA
Walter RauHe e Salvatore Cernuzio per “la Stampa”
georg e joseph ratzinger ratisbona
La verità prima o poi viene sempre a galla. Quella sulle indicibili violenze e sevizie perpetuate per decenni ai danni dei giovanissimi membri del coro di voci bianche dei «Passeri del Duomo di Ratisbona» riempie 400 pagine ed è contenuta nel rapporto finale presentato ieri dall' avvocato Ulrich Weber, incaricato nel 2015 dalla diocesi tedesca di far luce su questa terribile vicenda.
CORO DUOMO RATISBONA
Il risultato della sua inchiesta è sconcertante e porta alla luce il clima infernale che dal 1953 al 1992 vigeva all'interno del coro e della sua scuola. Le percosse, le durissime punizioni fisiche, i maltrattamenti, le privazioni del cibo, le prigionie in cantina, fino alle sevizie sessuali e agli stupri erano all'ordine del giorno per almeno un terzo degli alunni e componenti del coro. In tutto 547 vittime, tutti bambini fra i sei e i dieci anni, affidati dai loro genitori alla Chiesa per far parte di uno dei più prestigiosi e millenari ensemble di voci bianche del mondo.
georg e joseph ratzinger ratisbona
Quello dei «Regensburger Domspatzen», fondato nel lontano anno 975 ed esibitosi persino per la Regina Elisabetta e per Giovanni Paolo II. Un grande privilegio e una distinzione sociale che per i fanciulli del coro però si è trasformata spesso in un incubo e in un abisso di torture e violenze. Come quelle subite da Alexander J. Probst, entrato nel 1968 a far parte del famoso ensemble.
georg e joseph ratzinger col coro di ratisbona
«Un insegnante costringeva me e gli altri bambini a partecipare ad un gruppo segreto; durante gli incontri, che avvenivano nella sua stanza, l'uomo beveva birra e alcol, fumava e guardava pornografia. Piano piano iniziò ad entrare nei dormitori dei ragazzi durante la notte e ad infilarsi nei loro letti. Prima erano carezze, palpate, abbracci, poi violenze e abusi».
È solo una delle tante testimonianze contenute nel rapporto di Ulrich Weber che, accanto alle drammatiche esperienze personali delle vittime, punta anche il dito contro i responsabili e tutti coloro che pur sapendo hanno taciuto e si sono fatti così complici del terrore.
georg e joseph ratzinger col coro di ratisbona
Primo fra tutti l' allora vescovo di Ratisbona, il cardinale Gerhard Ludwig Müller e fino al primo luglio scorso prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e accusato nel rapporto di aver prima negato l' accaduto e poi di avere intralciato le indagini e il lavoro dello stesso team istituito da papa Francesco per lottare contro la pedofilia in Vaticano.
Ma una terribile ombra cala anche attorno alla figura di Georg Ratzinger, il fratello di papa Benedetto XVI e dal 1964 al 1993 direttore del Coro di Ratisbona. «Monsignor Ratzinger avrebbe saputo degli abusi e delle violenze, ma ha taciuto», si legge nel rapporto.
coro di ratisbona
«In particolare, ha distolto lo sguardo, o comunque ha mancato di intervenire».
Nel 2010, dopo che lo scandalo era venuto alla luce per la prima volta, Georg Ratzinger aveva negato ogni responsabilità limitandosi ad ammettere l' uso sporadico di piccole punizioni fisiche (tirate d' orecchi e sberle) contro gli alunni e giustificandole come indispensabili per l'educazione dei giovani alla «disciplina e al rigore».
2 - ORA LA VERITA’ E’ VENUTA A GALLA
W. Rau. per “la Stampa”
CARDINALE GERHARD MULLER
Dal 1969 al 1971 frequentava la scuola elementare dei «Passeri del Duomo di Ratisbona» a Etterzhausen. Un privilegio enorme per Peter Schmitt e un motivo d'orgoglio e distinzione nella cattolicissima e anonima provincia del piccolo centro bavarese. Era solo un ragazzo e per l'ammissione alla scuola del prestigiosissimo Coro del Duomo, veniva invidiato da molti suoi coetanei.
Allora non poteva certo sapere quello che di lì a poco avrebbe dovuto sopportare. Percosse, violenze, soprusi, ricatti, sevizie e abusi sessuali che lo avrebbero accompagnato per tutta la vita e che non si possono dimenticare. Peter Schmitt (56 anni) lavora oggi per la Federazione atletica tedesca ed è il portavoce dell' Associazione delle vittime delle violenze avvenute all'interno del Coro del Duomo di Ratisbona.
coro di ratisbona
Signor Schmitt, come giudica il rapporto stilato dall' avvocato Ulrich Weber sulla vicenda degli abusi avvenuti per decenni nel coro e nella scuola dei «Passeri del Duomo di Ratisbona?»
«La prima reazione che ho provato è stata quella di un enorme sollievo. La verità finalmente è venuta a galla, i terribili fatti di allora sono stati provati nero su bianco e sono accessibili a tutti nelle quattrocento pagine del rapporto. Ulrich Weber ha indagato sulla vicenda per oltre due anni e il suo lavoro è un importante contributo al processo di rielaborazione attualmente in atto. Peccato solo che ci sono voluti sette anni per arrivare alla verità.
GERHARD MULLER
Se il cardinale e prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Gerhard Ludwig Müller avesse contribuito nel 2010 a far luce attorno a questo scandalo, non avremmo perso così tanto tempo. È un merito dell' attuale vescovo di Ratisbona Rudolf Voderholzer quello di aver ammesso le colpe della chiesa, di aver voluto cercare la verità. Insieme alle vittime, ai testimoni, agli alunni di allora. È stato lui ad aver incaricato nel 2015 l'avvocato Ulrich Weber a compiere un' inchiesta approfondita e a stilare un rapporto finale».
Lei è stato personalmente vittima di sevizie, percosse, maltrattamenti e sevizie. Come riesce a rielaborare questo trauma?
CORO DI RATISBONA
«Per lunghi anni ho tentato di rimuovere tutti i brutti ricordi legati a quel buio periodo. Solo quando lo scandalo venne finalmente alla luce nel 2010 mi resi conto che il mio tentativo di cancellare e rinnegare il passato non solo era fallito, ma era anche sbagliato. L'avvio dell' inchiesta, i colloqui con l' avvocato Weber, il contatto con le altre vittime mi hanno molto aiutato e credo di poter dire oggi di essere giunto ad un punto nel quale il trauma, se non superato completamente, è stato almeno neutralizzato».
I responsabili degli abusi e delle violenze però l' hanno fatta franca dal momento che i reati sono caduti in prescrizione.
«Questo è vero ed è anche un boccone amaro da digerire. Ma bisogna guardare avanti. Il Coro e la scuola dei Passeri di Ratisbona è oggi un' altra rispetto a quella fra il 1949 e il 1992. E questo è stato possibile solo confrontandosi con il passato e con le proprie responsabilità.
IL CORO DI RATISBONA
Quello che conta adesso sono le terapie per le ex vittime, gli indennizzi economici, la pubblicazione di ciò che è avvenuto. E tutto questo sta avvenendo. Negli ultimi anni ho attraversato fasi difficili, terribili. Ora però ho di nuovo fiducia e speranza ed è questa la cosa più importante insieme a quella di vigilare affinché queste cose non possano accadere di nuovo».