Liana Milella per la Repubblica - Estratti
giulia bongiorno
La corruzione? «Un fenomeno odiosissimo su cui non arretreremo». Nordio? «Ha ragione sull’abuso d’ufficio, è un reato problematico». Le intercettazioni? «Ci sono criticità, ma non saranno stravolte». Il bavaglio alla stampa? «No al blackout». Osso duro la leghista Giulia Bongiorno che dal vertice della commissione Giustizia del Senato ha in mano il pezzo forte delle riforme.
Settimana pesantissima ai “danni” della giustizia. Partiamo dal vicepresidente leghista del Csm Pinelli che accusa Mattarella di averne assecondato lo straripamento politico. Mossa decisa con lui?
giorgia meloni matteo salvini atreju
«Mi scuserà se mi viene da ridere. L’ipotesi che io sia la regista del presidente Pinelli o come scrive Repubblica del ministro Nordio è surreale. Ho letto le polemiche su Pinelli, ma dopo il suo chiarimento ogni equivoco è fugato».
Però lei contro le correnti vuole cambiare il Csm.
«Sbaglia chi chiede genericamente di eliminare il correntismo. Esiste un associazionismo sano, basato su un’attività di confronto culturale tra magistrati, e uno patologico, da eliminare. È da recidere solo quello che si fa potere, finalizzato a occupare e spartire gli incarichi. Sono i magistrati che ci chiedono di essere liberati da questo cattivo correntismo».
giulia bongiorno matteo salvini - processo open arms
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Passiamo a Nordio. Al Senato non ha fatto che citarla positivamente. Eppure lei gli ha consigliato cautela sull’abuso d’ufficio e sul taglio dei reati di corruzione. Dove nasce il vostro feeling?
«Tra me e il ministro c’è un dialogo sempre aperto. Apprezzo la sua lealtà e il grande rispetto che dimostra per la commissione Giustizia che presiedo».
La corruzione. L’Italia è al fondo delle classifiche per questo reato. E Nordio se la cava chiedendo al mondo di cambiare i parametri di valutazione? È grottesco.
«Non è la prima volta che Nordio lo sottolinea, ma tutti consideriamo la corruzione un fenomeno odiosissimo e un reato su cui non intendiamo arretrare. E vogliamo combattere pure le moderne forme di corruzione usando i nuovi strumenti telematici».
Nordio ora vuole cambiare tutti i reati contro i corrotti. Riuscirà a frenarlo?
carlo nordio 8
«La prospettiva di un’ampia revisione vuole colmare eventuali lacune nella tutela dei cittadini ed evitare erronee interpretazioni estensive di altri reati che potrebbero emergere dopo l’abrogazione dell’abuso. Ma attenzione, non si poteva star fermi. È innegabile che la norma presenta, a parere di tutti, una formula assai problematica: lo testimoniano le continue e inutili modifiche degli ultimi anni. La riforma dei reati contro la corruzione va valutata nel complesso. Per ora siamo al primo passo».
Le intercettazioni. Da sempre per lei lo strumento va salvaguardato. Ora Nordio accusa i pm di esagerare, nega i soldi, parla del Trojan come fosse la peste. Gli ha per caso consigliato più raziocinio e prudenza?
Giulia Bongiorno A PONTIDA
«L’ho detto e lo ripeto, le intercettazioni sono uno strumento investigativo irrinunciabile. Nessuno può ignorare quanto siano decisive in alcune indagini sia per reati di mafia che di corruzione. La commissione ha fatto un’approfondita indagine conoscitiva e sono emerse alcune significative criticità, e su queste si cerca di intervenire senza stravolgere o depotenziare lo strumento».
Intanto saranno eliminate quelle dei cosiddetti terzi estranei...
«Si parla molto in questi giorni di quanto fa male la gogna, ma quando si creano norme antigogna si cita a sproposito il blackout o il bavaglio».
«Negli smartphone c’è una vita» dice Nordio, quindi diventano intoccabili? All’opposto il procuratore Antimafia Melillo chiede mezzi più potenti per controllarli.
giulia bongiorno 6
«Che oggi gli smartphone contengano buona parte della vita di una persona è un dato di fatto. Ma ogni riforma deve contemperare l’interesse ad accertare il reato e la tutela della sfera privata. Non sarebbe corretta una soluzione appiattita sull’uno o sull’altro. Ora c’è una vistosa lacuna normativa dovuta all’incessante progresso tecnologico. Melillo ha ragione quando chiede che lo Stato disponga di mezzi adeguati per contrastare la criminalità».
La stretta sulla libertà di stampa forzando la presunzione d’innocenza. Il bavaglio non giova solo a ladri e corrotti?
«Quando presiedevo la commissione Giustizia della Camera, anni fa, mi sono opposta, e con vigore, ad alcune norme che avrebbero creato un vero blackout informativo. La mia posizione rimane identica. Ma allo stato, non vedo proposte che presentino rischi di questo genere».
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