LO SCUDO ANTI SPREAD DELLA BCE
Claudio Antonelli per “La Verità”
I mercati adorano gli schemi e le certezze. Vale per i titoli, le azioni, le società gli Stati o ovviamente pure le banche centrali. Per l'ennesima volta la numero uno della Bce ha parlato dallo scranno più alto dell'Eurotower e ha fatto capire che non ha idea di che cosa accadrà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
SPREAD ITALIANO 2
Diciamo che per un presidente, il cui compito sarebbe quello di domare l'inflazione e gli spread, non è per nulla una buona mossa d'avvio. Tanto più se l'incertezza piove sul tavolo dei futuri acquisti di titoli di Stati dell'eurozona in generale, in particolare dei nostri Btp. Ieri era infatti attesa la decisione sul rialzo dei tassi e sulle condizionalità che saranno imposte ai Paesi coinvolti nel piano di riequilibrio degli spread.
RAIDER TAX CONTRO LA SPECULAZIONE SULLO SPREAD
Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea così ha deciso di alzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento e ha approvato lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria (Transmission Protection Instrument, sigla Tpi).
spread
Il primo aumento dei tassi in undici anni è stato quindi superiore alle attese, anche se negli ultimi giorni sempre più analisti avevano spostato le loro stime verso i 50 punti base, e diverso dalle indicazioni per 25 base diffuse da Francoforte nello scorso meeting. L'intervento più deciso «si basa sulla valutazione aggiornata del Consiglio direttivo sui rischi di inflazione e sul maggiore sostegno fornito «dal Tpi a un'efficace trasmissione della politica monetaria», si legge nella nota diffusa ieri pomeriggio.
CHRISTINE LAGARDE
«Ciò sosterrà il ritorno dell'inflazione verso l'obiettivo di medio termine rafforzando l'ancoraggio delle aspettative di inflazione e assicurando che le condizioni della domanda si adeguino in linea con il conseguimento dell'obiettivo di inflazione nel medio periodo».
Per quanto riguarda il meccanismo anti-frammentazione, viene specificato che, «il Consiglio direttivo ha ritenuto necessaria l'istituzione del Tpi al fine di sostenere l'efficace trasmissione della politica monetaria» e che «il Tpirappresenta un ulteriore strumento a disposizione attivabile per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettono seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutta l'area dell'euro».
spread
«La portata degli acquisti del Tpi dipenderà dalla gravità dei rischi per la trasmissione della politica monetaria», viene aggiunto nella dichiarazione ufficiale salvo concludere che «gli acquisti non sono soggetti a restrizioni ex ante». E qui finisce la parte trasparente del discorso di Christine Lagarde.
Lo schema degli aiuti lascia infatti aperte fin troppe finestre e numerosi criteri che sfiorano eccessivamente la componente politica dell'Unione europea. Vale per i parametri di attivazione, per la possibilità di accedere allo schema di aiuti e infine per la decisione di attivare il Tpi. L'entità degli acquisti dipenderà dalla gravità dei rischi che incombono sulla trasmissione della politica monetaria.
KLAAS KNOT CHRISTINE LAGARDE
A decidere sarà ovviamente il board della Bce, il quale valuterà su quali Paesi intervenire e quali titoli. Spetterà sempre al board della Bce esaminare un elenco di criteri per valutare se i Paesi in cui la la banca centrale può effettuare acquisti nell'ambito del Tpi «perseguono politiche fiscali e macroeconomiche sane e sostenibili».
Fra questi il rispetto dei parametri di bilancio dell'Ue, l'assenza di gravi squilibri macroeconomici, la sostenibilità di bilancio e l'attuazione di politiche macroeconomiche sane e sostenibili.
christine lagarde con mario draghi
Ed è su questi quattro argomenti che la Bce dovrà a sua volta passare la mano al Consiglio e alla Commissione Ue. Basterà non rispettare i parametri del Pnrr oppure le indicazioni di natura economica di Bruxelles per trovarsi al di fuori dell'ombrello del Tpi. Basterà un richiamo per vedere sfumare la campagna di acquisti dei Btp.
Ma ciò che lascia ancor più perplessi è che non esiste a priori un criterio di attivazione dell'ombrello. La decisione di far scatatre il Tpi si baserà «su una valutazione globale che tenga conto degli indicatori di mercato e dei problemi di trasmissione, dell'esistenza di criteri di ammissibilità e di un giudizio che confermi che l'attivazione degli acquisti sia proporzionata al raggiungimento dell'obiettivo primario della Bce».
christine lagarde mario draghi
Un criterio estremamente ampio che apre a due scenari.
Un governo potrebbe valutare la necessità di attivare il Tpi, ma la Bce potrebbe non essere d'accordo. Oppure, ancora peggio, il contrario. Un governo potrebbe ritenere che non ci sono le condizioni per il Tpi eppure trovarsi invischiato nel programma con tutte le conseguenze. A quel punto scatterebbero le condizionalità in ogni caso, un paio di manette del modello che più ci si agita e più si stringe la morsa attorno ai polsi. Resta infine l'ipotesi più complessa e violenta.
Che succede se un Paese come l'Italia, tanto per fare un esempio, si scoprirà al di fuori del Tpi? Che strumento potrà usare la Bce per sostenere i titoli sovrani? Bisognerà fare un salto indietro nel 2012, quando la Bce a guida Mario Draghi inventò l'Omt, outright monetary transactions, un piano di salvataggio monetario destinato a un singolo Paese schiacciato dal peso di squilibri fiscali. Qui le condizioni sarebbero drastiche. Gli acquisti sarebbero correlati al Mes con un piano di rientro che avrebbe le stesse funzioni della Troika, pur sotto altro nome. E a quel punto sovranità azzerata.