Luca Bottura per ''la Repubblica''
Matteo Renzi, ieri alla Leopolda, ha esordito dicendo che lui non fa polemica con nessuno. Poi ha attaccato duramente chiunque. A cominciare dal Giornale dei Giusti perché si occupa troppo spesso di lui, rilanciando poi indirettamente la teoria della querela intimidatoria come metodo di punizione delle testate non allineate. Mi spiace molto dover difendere una testata che mi ha spesso cremolato di letame. Però lo faccio. Perché quando un politico anche minoritario ha un concetto proprietario della stampa è un problema per tutti e non solo per lui.
Poi Renzi ha preso a palle incatenate il Pd perché governa coi Cinque Stelle. In un esecutivo nel quale Italia Viva ha due ministri. Successivamente, mutuando un video molto divertente delle incolpevoli Paola Cortellesi e Michela Giraud (non citata), ha attaccato la politica che vive solo di social. Lui.
D'acchito, sembrerebbe di trovarsi al cospetto di un caso di sdoppiamento della personalità. Tipo "noncenècoviddi" che se la prende coi negazionisti. Ma forse è più semplice di così: il Matteo Renzi della prima Leopolda, quello del famoso 40%, il trascinatore, giace segregato da allora nelle cantine della ex stazione. Qualcuno lo liberi, prima che quello di ora si dia del bischero da solo. Come non detto: anche quello l'ha fatto ieri.