Estratto dell’articolo di Gianni Barbacetto per “il Fatto quotidiano”
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Patrizia Bedori
Matteo Messina Denaro, l’ultimo dei boss di Cosa Nostra a essere arrestato tra quelli che ordinarono e realizzarono le stragi politico-mafiose del 1992-93, è detenuto al 41 bis, il carcere duro, nel supercarcere di L’Aquila. È malato di tumore. È stato curato all’interno del penitenziario, dove è stata allestita per lui una stanza per la chemioterapia. Il 27 giugno ha subito un intervento chirurgico. L’8 agosto le sue condizioni di salute si sono aggravate ed è stato ricoverato all’ospedale di L’Aquila.
MATTEO MESSINA DENARO
Patrizia Bedori è una donna e un’attivista milanese. È figlia di un jazzista notissimo, il sassofonista Gianni “Sax” Bedori. Fu per qualche giorno la candidata sindaco scelta del Movimento 5 Stelle per sfidare Giuseppe Sala alle elezioni del 2016. Nel 2021 ha lasciato il Movimento, di cui era un’esponente storica, non si è ricandidata in Consiglio comunale per motivi di salute, ma ha proseguito il suo impegno politico e civile nel gruppo “Milano in Comune” e nei comitati cittadini. Qualche giorno fa ha scritto sulla sua pagina Facebook un lungo post, che qui riportiamo, senza aggiungere alcun giudizio.
Patrizia Bedori
“Sono qui, ancora una volta. Seconda seduta del terzo ciclo di chemioterapia e ho appena letto che Matteo Messina Denaro è peggiorato. Appena catturato ha chiesto espressamente di essere curato con le migliori terapie e il professor Luciano Mutti, primario oncologo dell’ospedale aquilano […]
L’accesso alle cure deve essere garantito a tutti senza ombra di dubbio, ma io non ho mai visto il primario del nucleo linfomi. Né i primari oncologi degli altri reparti e sono passati due anni e mezzo. Nella prossima vita mi ricorderò di delinquere un pochino. Certo non potrò mai raggiungere il curriculum vitae di Messina Denaro: associazione mafiosa, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materiale esplosivo, furto e sicuramente non potrei mai segregare un bambino per 779 giorni, strangolarlo e scioglierlo nell’acido.
matteo messina denaro con montone
Né tantomeno essere uno dei mandanti delle stragi di Capaci e via D’Amelio, in cui persero la vita i giudici Falcone e Borsellino oltre alle rispettive scorte. Sicuramente non avrei la faccia di tolla di chiedere le migliori cure possibili allo Stato, del resto non le ho mai chieste, non chiedo nulla di più che essere curata come tutti […] La mia è una semplice constatazione dell’atteggiamento di certi personaggi e di come abbiano pure corsie preferenziali. Tutto qui”.
matteo messina denaro 1 MESSINA DENARO matteo messina denaro 2