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    METTETEVI IL CUORE IN SACE – LO SGARBO DI TONINELLI A SIRI AVRÀ IMPATTI ANCHE SULLE NOMINE, COME SI È POTUTO VEDERE GIÀ IERI DURANTE L’ASSEMBLEA PUBBLICA DI SACE – LA NOMINA DI AD E PRESIDENTE DELL’AZIENDA PARTECIPATA DA CDP È STATA POSTICIPATA A DATA DA DESTINARSI – BANKITALIA, IVASS, RAGIONERIA DELLO STATO: LA LEGA FARÀ MURO CONTRO MURO A QUALUNQUE PROPOSTA COME RITORSIONE… – E POI C'È IL DOSSIER ALITALIA CHE ORA È NELLE MANI DEL SOLO TONINELLI (AUGURI)


     
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    Claudio Antonelli per “la Verità”

     

    danilo toninelli armando siri danilo toninelli armando siri

    Se da un lato la stabilità del governo è messa a dura prova dalla vicenda penale di Armando Siri, dall' altro non è detto che si consumi una rottura definitiva. Al tempo stesso nulla sarà più come prima e le frizioni avranno impatti brutali sulla prossime nomine. Si è visto già ieri in occasione dell' assemblea pubblica di Sace.

     

    L' azienda specializzata nelle assicurazioni finanziarie partecipata da Cassa depositi e prestiti è da tempo al centro di frizioni per il rinnovo o meno dei vertici. L' appuntamento di ieri sarebbe dovuto essere risolutivo, invece ci si è limitati ad approvare i dividendi. La nomina di ad e presidente sono state posticipate a data da destinarsi. Il ministro Giovanni Tria già il mese scorso ha invaso il campo in difesa del presidente Beniamino Quintieri e dell' ad Alessandro Decio.

     

    GIOVANNI TRIA GIOVANNI TRIA

    La Cdp spinge per un avvicendamento per un semplice motivo. Decio manovra per portare la società fuori dal perimetro della Cassa, andando però a boicottare i piani di crescita e le stesse strategie di Cdp. Al contrario Tria si è mosso per motivi politici ed è riuscito a portare la discussione a piani governativi. Ragion per cui nemmeno ieri , dopo la bomba di Siri, i 5 stelle si sono voluti esporre su Decio e Quintieri.

     

    ALESSANDRO DECIO ALESSANDRO DECIO

    E se il clima è così incandescente su un dossier relativamente semplice come Sace, figuriamoci cosa potrà accadere ai primi di giugno quando da sostituire ci sarà addirittura il Ragioniere dello Stato. A fine marzo, il consiglio superiore della Banca d' Italia, su proposta del governatore e ai sensi dello statuto, ha nominato direttore generale Fabio Panetta. A benedire l' operazione - inutile ribadirlo Sergio Mattarella.

     

    Beniamino Quintieri Beniamino Quintieri

    A cascata il consiglio ha nominato due nuovi vice: Daniele Franco e Alessandra Perrazzelli, con analoga decorrenza. L' ingresso di Franco coincide con la sua scadenza dall' incarico di vertice alla Ragioneria dello Stato. E in giorni di nomine convulse il suo ritorno in Bankitalia ha aperto una serie di ipotesi. Innanzitutto quella secondo cui il suo successore possa pervenire dallo stesso entourage.

     

    daniele franco daniele franco

    I nomi che circolano sono: l' attuale ispettore generale capo, Biagio Mazzotta, e Antonio Turturiello. Il primo stimato come tecnico sarebbe una scelta con poche sfumature politiche. Il secondo è l' attuale segretario della giunta della Regione Lombardia. Si è sempre occupato di finanza, contabilità delle Regioni e patti di stabilità interni. Visto la provenienza in molti lo vedrebbero contiguo alla Lega. Non tanto per le sue simpatie, ma per la conoscenza che ha dimostrato sui temi di federalismo fiscale. Il terzo incomodo sarebbe il grillino Marcello Minenna, già stoppato in Consob.

     

    claudia bugno claudia bugno

    Ma dopo le mosse di Danilo Toninelli nei confronti di Siri è certo al 100% che la Lega farà in ogni caso muro a qualunque proposta targata 5 stelle. Idem sulle ultime nomine in Bankitalia e al vertice di Ivass, l' autorità di controllo delle assicurazioni. Il ritiro unilaterale delle deleghe al sottosegretario leghista apre a ripercussioni ad ampio raggio. In questo senso le prossime settimane genereranno continue esplosioni politiche collaterali. Tanti piccoli petardi che renderanno più brillante il vero effetto collaterale dell' intervento di Toninelli su Siri: il dossier Alitalia.

     

    renata pavlov renata pavlov

    L' ex compagnia di bandiera langue da tempo immemore e nonostante le continue promesse da parte di Luigi Di Maio e dello stesso ministro delle Infrastrutture non è accaduto nulla. La palla formalmente sembra restare in mano a Ferrovie dello Stato. Easyjet si è sfilata. Al contrario su alcuni quotidiani è apparso il nome di Atlantia. Il dato politico però è un altro. Il dossier Alitalia coinvolge il Mef, in quanto azionista, e il Mit per la responsabilità dei trasporti.

     

    Attorno all' ufficio di Tria si è consumata la rottura tra la pupilla Claudia Bugno e la ex numero uno del Mef, Renata Pavlov. In capo a quest' ultima c' erano le deleghe Alitalia. Tria non ha apprezzato le mosse e dalle parti di Via XX settembre ora tutto è fermo. Sfilando la delega a Siri da ieri anche al Mit tutto è fermo. Significa che nessuno segue il tentativo di salvataggio.

     

    ALITALIA ALITALIA

    Con il risultato che l' ex compagnia di bandiera sembra destinata a schiantarsi ancora prima di alzarsi dal suolo. In fase di discussione della manovra, il rimborso del prestito obbligazionario e la contabilizzazione del convertendo saranno ulteriori spine da aggiungere alla corona delle clausole di salvaguardia.

     

    Senza dimenticare che Armando Siri rappresenta la leva di spinta dentro la Lega e il governo stesso della flat tax. Insomma, il braccio di ferro in corso non promette nulla di buono.

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