salvini meloni e berlusconi in conferenza stampa
"La battuta di ieri di Berlusconi? Non cambia nulla. Sono più attento alla sostanza che alla forma. Noi siamo pronti. Certo, ci sono due veti contrapposti di M5S e Forza Italia. Io chiedo a tutti di essere responsabili. Se continua così, se continuano a bisticciare, si stuferanno gli italiani, mi stuferò io e tra un mese si tornerà alle urne, quindi: o la smettono o si vota". Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, intervenuto su Radio 1 Rai a "Radio anch’io".
1. SPERIAMO NEL VINITALY
Marco Cremonesi per il Corriere della Sera
«Ma va?...». Matteo Salvini è uscito dal Quirinale da qualche minuto soltanto e s' incammina a piedi. Nel lasciare la sala ha preceduto Silvio Berlusconi - che ha scostato lui e Giorgia Meloni - e dunque non ha assistito bene allo show anti 5 Stelle del fondatore di Forza Italia. E così, chiede di conoscere le parole del Cavaliere: «Ma davvero ha detto quello?» chiede. Rimane silenzioso qualche istante e poi, senza troppa enfasi, commenta: «Strano, quel che avevamo concordato mi pareva un po' diverso... ».
salvini e berlusconi in conferenza stampa
E cioé, un' apertura ai 5 Stelle. Non nuova, per Salvini. Ma resa più solenne dal contesto - il Quirinale all' uscita dalle consultazioni del capo dello Stato - e anche dal fatto che il segretario leghista ha appena ricevuto il massimo dei riconoscimenti pensabili da parte di Silvio Berlusconi: «Il nostro leader» aveva detto il presidente azzurro parlando del segretario leghista.
Tutto era andato bene, fino a quel momento. Anche il vertice a Palazzo Grazioli, la residenza del Cavaliere, si era svolto in un clima «cordiale». Giorgia Meloni aveva lanciato la sua proposta: e cioé, che il centrodestra parlasse con la sola voce di Salvini. E il suggerimento era stato accolto dallo stesso Berlusconi.
La nota letta dal leader leghista era stata scrupolosamente concordata con gli alleati. Anche la formulazione utilizzata da Salvini per rivendicare la premiership: il presidente del Consiglio per il centrodestra deve essere «indicato dalla Lega». Ma il segretario si stupisce dello stupore: «Era semplicemente un modo per evitare i personalismi». Come dire: dato che Di Maio «continua con il suo io, io, io... volevo segnare una differenza, il senso collettivo e non legato a una persona».
salvini e berlusconi in conferenza stampa
Eppure, tra le ipotesi continua a circolare quella di un preincarico al braccio destro di Salvini, Giancarlo Giorgetti. Il suo non aver assunto la presidenza della Commissione speciale può suggerire che gli si vogliano lasciare le mani libere in considerazione della stima di cui gode. Ma in campo c' è anche il mandato esplorativo e istituzionale per la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.
La speranza leghista è che il secondo giro di consultazioni smuova i 5 Stelle: «Ho detto al presidente Mattarella che se i 5 Stelle ci sono, il lavoro può partire» spiega Salvini. Giusto ieri, Di Maio ha conferito al professore Giacinto Della Cananea l' incarico di esaminare i programmi leghisti e del Pd per trovare punti di contatto e differenze. Salvini è scettico: «Non credo che serva uno scienziato. Quello che sarebbe utile sarebbe il sederci intorno a un tavolo, un paio di persone per ogni forza politica, e insieme concordare il programma».
MATTARELLA E SALVINI
Non con il Pd: «Mai. L' unico modo per far rientrare i Dem è un accordo tra loro e i 5 Stelle. In quel caso, tanti auguri...». Insomma, la situazione per il momento non è sbloccata: «Speriamo di fare in fretta e speriamo nel Vinitaly...» scherza il segretario leghista. Un riferimento al fatto che domenica sia lui che il capo politico stellato saranno entrambi alla grande esposizione vinicola di Verona. Al momento non è previsto alcun incontro. Salvini sarà alla fiera al mattino e Di Maio nel primo pomeriggio. Ma quello che ieri ancora non era fissato, non è detto che non lo sia oggi.
MELONI: «SILVIO SI È INNERVOSITO PERCHÉ NON PARLAVA LUI»
Paola Di Caro per il Corriere della Sera
Ha lavorato per portare la coalizione unita con tutti i suoi leader al Quirinale. E ieri al vertice si è battuta perché al termine delle consultazioni il centrodestra parlasse con un' unica voce, quella di Matteo Salvini: «È lui il candidato premier che abbiamo indicato a Mattarella, siamo uniti ed è il caso di dimostrarlo».
salvini e berlusconi in conferenza stampa
Per questo Giorgia Meloni, l' unica rimasta in silenzio mentre il capo della Lega leggeva il comunicato e quello di FI chiosava a modo suo, appare infastidita: «Berlusconi? Fino a ieri sarebbe stato impossibile anche immaginare che qualcuno parlasse al posto suo. Ma le cose cambiano, se ne è accorto anche lui, e si innervosisce...».
Dalle parole di Berlusconi sembrava ci fosse una nuova chiusura al M5S...
«La nostra posizione è espressa nel comunicato che abbiamo scritto assieme, e contiene alcuni chiari passi avanti. Il primo è l' aver ribadito - presentandoci non singolarmente ma come coalizione - l' unità del centrodestra».
Va escluso governo Lega-M5S, insomma.
salvini meloni
«Il tentativo del M5S di spaccare l' alleanza è evidentemente fallito, nessuno di noi è caduto nella trappola. Chiunque dialoghi con Salvini sa che Salvini sta dialogando a nome di noi tutti. E per questo abbiamo ribadito che l' incarico di governo spetta al centrodestra che ha vinto le elezioni, e che è pronto ad arricchire il proprio programma con le proposte ricevibili di chi vorrà assicurare con noi un governo al Paese».
Il M5S, intende?
«Ci rivolgiamo a loro perché è diritto degli italiani che il loro voto sia riconosciuto e rappresentato, e sono il centrodestra e il M5S le forze vincitrici delle elezioni. Il mio partito ha compiuto un passo avanti verso il dialogo con le forze politiche, rispetto alla posizione che avevamo espresso nel primo giro di consultazioni che era quella di cercare i consensi tra i parlamentari. Vedremo se ci saranno o no le condizioni per un' intesa».
Ma dialogo con le forze politiche significa anche con il Pd?
DI MAIO SALVINI MATTARELLA
«Non penso che con il Pd esistano le condizioni per arrivare ad un accordo organico. Non sarebbe rispettoso della volontà degli italiani».
Il premier potrebbe essere anche un leghista come Giorgetti?
«Sia nel vertice che con il capo dello Stato non si sono fatte ipotesi diverse da quella di Salvini. Che non mi sembra comunque intenzionato a fare alcun passo indietro».
Vi aspettate un incarico alla fine delle consultazioni?
«Noi riteniamo che ci si debba mettere al lavoro al più presto, nell' interesse degli italiani. Al presidente Mattarella ho portato il dossier del sindaco dell' Aquila che denuncia come l' Ue abbia chiesto la restituzione dei fondi alle imprese erogati nel post-terremoto, in quanto "aiuti di Stato". È una vergogna. Deve muoversi subito un governo. Ma...».
luigi di maio salvini
Ma?
«Forse i tempi non sono ancora maturi, vedremo. Ci rimettiamo alla saggezza del capo dello Stato».