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Foto di Ferdinando Mezzelani per Dagospia
Marco Mensurati per “la Repubblica”
Se l' obiettivo di Totti era davvero quello di "fare il bene della Roma", allora si può dire che la sua conferenza stampa d' addio è stata un evidente fallimento. Basti pensare che da oggi ogni operazione di calciomercato in entrata sarà ancora più difficile di prima (chi vorrebbe andare a lavorare in una polveriera?). E che nelle due ore successive al suo sfogo, mentre social, radio, siti internet si gonfiavano di odio nei confronti della società, il titolo del club ha perso in Borsa il 3,78% (poi ha chiuso a +1,59%).
Se invece, come in molti a Trigoria (e non solo) pensano e ormai dicono esplicitamente, il vero scopo dell' ex dirigente giallorosso era quello di inviare un preavviso di sfratto "agli americani", la lettura dello show di Totti è allora molto diversa. Nell' inchiesta pubblicata da Repubblica lo scorso 29 maggio sui veri motivi del turbolento divorzio tra la Roma e l' altro capitano, Daniele De Rossi, questo giornale aveva riferito di come il club e il relativo progetto per costruire un nuovo stadio avessero scatenato in città enormi appetiti. Ieri, durante i 90 minuti di conferenza, l' impressione che questi appetiti abbiano finalmente trovato una loro espressione è stata a tratti molto forte.
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Così forte che la Roma, in una nota ufficiale, si è lamentata dei "ripetuti riferimenti" di Francesco a "una nuova proprietà" e delle "informazioni raccolte da Totti stesso in tutto il mondo circa soggetti interessati al club". Attività - si specifica - "svolta senza alcun mandato", perché Pallotta "non ha alcuna intenzione di mettere in vendita il club adesso o in futuro".
L' irritazione, tanto a Boston quanto a Trigoria, è ormai così palese che si sta pensando di segnalare le parole di Totti direttamente alla Consob, chiedendo all' ente di vigilanza di valutare eventuali profili di aggiotaggio. A sostanziare i sospetti del club, oltre alle parole esplicite di Totti, anche il profilo non proprio basso tenuto in tutta questa vicenda da Giovanni Malagò.
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Storico amico del Capitano, grande tifoso romanista, il presidente (in uscita) del Coni sta da tempo lavorando per riposizionarsi. Venerdì scorso in una intervista a Tuttosport aveva fatto scivolare lì una frasetta di quelle che balzano all' occhio: «Non conosco un tifoso di calcio che non sogni di diventare il presidente della sua squadra». Da allora Malagò ha ripetuto ad amici e giornalisti che quella era solo una battuta e che non ha alcuna mira sul club.
Anzi, ancora ieri, diceva che lui aveva addirittura sconsigliato "l' amico Francesco" di fare una conferenza stampa con quei contenuti. E però, se così stanno le cose, non si capisce allora come mai Malagò abbia deciso di contraddire nei fatti il suo stesso pensiero, ospitando nel suo studio il debriefing della conferenza stampa, per la quale aveva deciso di "prestare" all' ex Capitano nientemeno che il Salone d' onore del Coni.
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Una scelta, quest' ultima, ostinatamente difesa da Malagò anche di fronte ai numerosi segnali di contrarietà arrivati nelle ultime ore dai vertici di Sport e Salute, l' ex Coni servizi Spa, già proprietaria della "Sala" nonché legata all' As Roma da un contratto di locazione dello Stadio Olimpico (valore 3,5 milioni di euro annui).
TOTTI LASCIA LA ROMA, PRONTO A RIENTRARE: VIA PALLOTTA, ARRIVA MALAGÒ
Totti via dalla Roma? Durerà pochissimo la sua distanza dalla società di calcio e dai colori giallorossi, perché secondo i bene informati, il capitano avrebbe già un pre-contratto da dirigente con la nuova cordata in procinto di acquistare la società da James Pallotta.
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La voce insistente gira da questa mattina nel quartier generale della Roma dell'Eur, dove sono certi che l'accordo con la cordata di imprenditori guidata da Giovanni Malagò, sia questione di ore. E la fine dell'avventura del Pupone sia una sorta di sceneggiata concordata a tavolino per accelerare l'addio dell'uomo di Boston da Roma e soprattutto dallo stadio della Roma, divenuto ormai l'unico motivo per tenere l'asset rappresentato dalla squadra. Il resto – sempre secondo i bene informati – sarebbe “fuffa” per confondere le acque.
malago e totti
Dunque, Malagò alla guida dell'As Roma? Forse, con il problema del possibile conflitto con la presidenza del Coni che qualcuno paventa Malagò possa lasciare solo nel caso in cui la “nuova” As Roma possa riprendere il dialogo col Comune di Roma e portare a termine la procedura per lo stadio. O addirittura aprirne una nuova con un nuovo progetto, un nuovo voto in Consiglio Comunale e una nuova conferenza dei servizi con la Regione Lazio. Dove? Non a Tor di Valle, questo è certo, ormai terreno bruciato.
Per saper se la cordata Malagò è una realtà bisognerà aspettare un giorno, massimo 48 ore.
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