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    LO SPETTRO DI BERGAMO ALEGGIA SU TORINO - BRANDE NELLA CHIESA DELL'OSPEDALE PER I PAZIENTI COVID: LA SCENA RICORDA LA PRIMA ONDATA IN LOMBARDIA - MANCANO POSTI-LETTO, NON TANTO NELLE TERAPIE INTENSIVE MA NEI REPARTI A BASSA E MEDIA COMPLESSITÀ DI UNA REGIONE SEMPRE PIÙ "ROSSA"


     
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    Alessandro Mondo per ''La Stampa''

     

    La Fase uno dell'epidemia aveva coinciso con le tende dei militari davanti agli ospedali. Ora sono tornate. Ma l'immagine, emblematica, sbiadisce di fronte alle brande ordinatamente disposte nelle cappelle e nelle sale congressi degli ospedali piemontesi. Mancano posti-letto, non tanto nelle terapie intensive ma nei reparti a bassa e media complessità di una Regione sempre più "rossa": ieri 29 decessi, 4878 nuovi contagi rispetto a giovedì (di cui 2022, il 41%, sono asintomatici), 192 nuovi ricoveri (19 in terapia intensiva, 173 in terapia non intensiva).

    la chiesa del san luigi gonzaga torino con i letti d ospedale la chiesa del san luigi gonzaga torino con i letti d ospedale

     

    Occhi puntati sulle Rsa, di nuovo accerchiate: 604 casi. «In Piemonte ci sono oltre 11 mila posti letto, con un limite che ci siamo dati per il Covid di 5600 posti - spiega Luigi Icardi, l'assessore alla Sanità -. In questo momento, siamo a 3600-3700, quindi abbiamo ancora un margine di ricovero importante. Per quanto riguarda le terapie intensive, abbiamo ulteriori 100 posti che si stanno attivando». La media dei ricoveri è di 177 al giorno, «c'è ancora il tempo per realizzare ulteriori posti».

     

    Toni rassicuranti che dietro le quinte si affievoliscono, cedendo il passo alla preoccupazione. Il vero termometro sono le riunioni a ciclo continuo tra l'Unità di crisi, il Dipartimento Emergenze-malattie infettive (Dirmei) e le Asl. Come quella convocata giovedì sera, a tarda ora, con i manager delle aziende sanitarie in collegamento. La Regione si aspetta un raddoppio dei ricoveri nei prossimi 15 giorni.

     

    Situazione particolarmente critica a Torino e Novara: a Torino l'ospedale da campo che a breve sorgerà nel quinto padiglione al Parco del Valentino (sarà gestito dall'Asl di Torino e dalla Città della Salute, che in quanto azienda universitaria può portare in dote gli specializzandi necessari per farlo funzionare) potrebbe non bastare; all'ospedale di Novara l'iperafflusso di pazienti Covid ha imposto per qualche ora la chiusura del pronto soccorso. Il problema sono in primis i posti letto per la degenza ordinaria e in subordine le terapie intensive: nel secondo caso la dotazione sulla carta, causa lentezze nella riconversione dei blocchi operatori dovute anche al mantenimento di parte delle attività sanitarie ordinarie, non sempre corrisponde a quella effettiva.

     

    la chiesa del san luigi gonzaga torino con i letti d ospedale la chiesa del san luigi gonzaga torino con i letti d ospedale

    Da qui la preoccupazione e le tensioni emerse durante quello che è stato una specie di gabinetto di guerra. I manager delle Asl sono stati diffidati di denuncia se non ottempereranno velocemente alle disposizioni che si succedono ad un ritmo sempre più incalzante. Negli ospedali i posti letto Covid devono salire al 50% (100% nei Covid Hospital), l'ordine di scuderia è quello di utilizzare ogni spazio disponibile: compresi ambulatori, palestre per la fisioterapia, sale gessi, sale mense, sale congressi, cappelle, chiese.

     

    E ancora: immediata contrattualizzazione degli hotel disposti ad accogliere pazienti Covid positivi, con indicazione del personale socio-sanitario di complemento. Si è persino valutata l'ipotesi di chiedere al governo una deroga per far tornare in servizio gli infermieri positivi asintomatici nei reparti Covid: improbabile, ma rende l'idea di un'emergenza nell'emergenza: la progressiva carenza di personale. L'ospedale San Luigi ha adibito la cappella e la sala congressi a reparto per pazienti Covid prossimi alla dimissione. Nei presidi sanitari dell'Asl Torino 5 si trasformano in repartini Covid anche gli ambulatori, dotati di erogatori dell'ossigeno.

     

    CORONAVIRUS IN PIEMONTE - TORINO CORONAVIRUS IN PIEMONTE - TORINO

    Gli ospedali stanno riattivando i Peimaf, i piani ospedalieri di risposta ad un massiccio afflusso di pazienti. Non accadeva dai tempi della strage di piazza San Carlo a Torino, 3 giugno 2017: allora era stato l'afflusso dei feriti e delle vittime della calca che si era scatenata durante la partita Juventus-Real Madrid a giustificare i piani straordinari, oggi il Covid. Mancano i posti letto e il personale, denunciano i sindacati Anaao Assomed, Nursind e Nursing Up: sotto-organico, già sfibrato dall'impegno profuso nella Fase uno, falcidiato dai contagi. L'arrivo di task-force dall'estero - i medici cubani a Torino, quelli cinesi a Vercelli - non può risolvere: gocce nel mare.

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