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    1. "SOFIA E’ UNA RAGAZZA DI 25 ANNI, DOLCISSIMA. LA GOGGIA E’ QUELLA CHE AL CANCELLETTO SPUTA. E’ UN DUALISMO CHE MI COMPLETA" -  IL RAPPORTO D’AMORE-ODIO CON LA NEVE, LA RIVALE VONN, LE MUTANDE DI PIZZO: DOPO LO STORICO TRIONFO ALL’OLIMPIADE COREANA, LA CAMPIONESSA AZZURRA DI SCI SI RACCONTA: "LA MATTINA DOPO L’ORO SONO SALITA IN CIMA ALLA MONTAGNA E..." - "NON SONO FIDANZATA. NON E’ FACILE CON QUESTI UOMINI" - VIDEO


     
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    Furio Zara per Vanity Fair

     

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    «La mattina dopo l’oro sono salita da sola, fino in cima, su, senza scarponi. Io, la mia musica, il mio diario. Mi sono seduta, la canzone che volevo era Why Does My Heart Feel So Bad? di Moby. L’ho ascoltata, una due dieci volte. E piangevo e piangevo e piangevo. Non la smettevo più». Poi ha smesso. Si smette sempre. E quando si ricorda, ai fortunati e ai sognatori capita di riderci su. «A un certo punto arrivano un paio di poliziotti coreani. Mi guardano e pensano: ma quella che caz... fa là da sola in lacrime? Si avvicinano, chiedono spiegazioni, gli mostro la medaglia. Non capiscono. Allora faccio: io sono…». Lei è Sofia Goggia, oro nella discesa libera all’Olimpiade di PyeongChang.

     

    Se ripensa a quell’impresa storica, che cosa vede?

     

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    «Ci ho ripensato più volte, e nella mia fantasia va sempre così: scendo, taglio il traguardo, mi avvicino a una bambina che sorride, la riconosco, le faccio una carezza e le dico: brava. Quella bambina sono io».

     

    Quella bambina scriveva di voler vincere la discesa libera alle Olimpiadi.

     

    «Quel giorno, al cancelletto, prima di scendere, ho guardato i cinque cerchi olimpici e ho avuto un solo pensiero, che mi ha attraversato come una scossa. Mi sono detta: Sofia, il tuo sogno è qui, vai e divertiti».

     

    È andata. Si è divertita. Ha vinto.

     

    «Con le ginocchia che quel giorno urlavano dal dolore, con lo yoga, la meditazione, con i sacrifici, con i sogni. Ma ho vinto soprattutto perché ho trovato tutta l’autenticità che mi appartiene e sono tornata la bambina che ero».

     

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    Chi deve ringraziare per il suo trionfo?

     

    «Quelli che vogliono bene alla Sofia a prescindere dai risultati della Goggia».

     

    Chi è Sofia? Chi è la Goggia?

     

    «Sofia è una ragazza di venticinque anni, dolcissima, che pensa che ci sia tanta vita oltre lo sci. La Goggia è quella che al cancelletto sputa, la Goggia ha due attributi così, la Goggia vive solo per lo sci. Ma è un dualismo che mi completa, lo vivo bene».

     

    Ricorda la sua prima volta?

     

    «Mi hanno messa sugli sci a quattro anni. Non mi ricordo se mi piaceva o no, ma visto com’è andata, direi di sì. Avevo un orsetto disegnato sullo sci destro e uno sullo sci sinistro: mi facevano compagnia».

     

    Che rapporto ha con la neve?

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    «Un rapporto di amore/odio, perché è lo specchio della mia anima. La neve mi dice chi sono. È un’amica che sa consolarmi e anche sbattermi in faccia la realtà. Prima della gara la neve mi dice: toccami, prendimi in mano. Io la tocco, ed è in quel momento che capisco come andrà a finire».

     

    Qual è l’aggettivo che meglio la definisce?

     

    «Determinata. E poi cocciuta. E volitiva».

     

    Difetti?

     

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    «Non ne ho (ride). Mi dicono tutti che sono perfetta, ci devo credere?».

     

    Può essere rischioso.

     

    «Scherzo, il difetto è che mi chiudo troppo spesso in me stessa. Soffro di continui sbalzi d’umore, up and down, esuberanza e tristezza, un attimo sono felice e l’attimo dopo sono distrutta...».

     

    Si vince con la testa, con il cuore o con il fisico?

     

    «È un’alchimia, bravo chi la trova. Forse la testa e il cuore contano di più, perché il fisico per gareggiare a certi livelli è quasi naturale che tu ce l’abbia».

     

    Quando vuole ritrovare se stessa cosa fa?

     

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    «Metto i tappi alle orecchie e le cuffie da poligono in testa. E ascolto il silenzio: quella sono io. Oppure passeggio per le campagne di casa mia, attorno a Bergamo, con il mio cane Belle, un pastore australiano. Ogni tanto le parlo, anzi, faccio dei versi che se uno mi vedesse penserebbe: la Goggia è matta. Una volta ho portato Belle dal dentista».

     

    Perdoni: dal dentista ci è andata lei o il cane?

     

    «Io, ma volevo con me Belle, così mi sono seduta, mi hanno fatto l’anestesia, Belle si è accucciata lì vicino ed è andato tutto bene».

     

    Lindsey Vonn all’Olimpiade è stata molto carina con lei.

     

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    «Siamo amiche nella vita, ma rivali in gara. Non sono una che si nutre di invidie. Certo, batterla è stata un’emozione e un onore. Non pensi solo: ho vinto. Ma pensi: ho vinto davanti alla Vonn. Ed è tutta un’altra cosa».

     

    Chi era il suo idolo da ragazzina?

     

    «La Deborah, cioè: Deborah Compagnoni. Non ci conosciamo bene, ma c’è stima reciproca, mi piace proprio come persona».

     

    E tra i colleghi sportivi chi stima?

     

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    «Gregorio Paltrinieri. Ha un equilibrio pazzesco. Non ci siamo mai parlati, se non con qualche messaggio vocale, ma mi fa impazzire, mi dà la sensazione di avere tutto sotto controllo».

     

    Quali sono i suoi gusti in fatto di abbigliamento?

     

    «Sono ambassador brand di Falconeri, fare shooting fotografici mi diverte molto perché tira fuori la mia femminilità. Ma in fondo sono una ragazza molto basic, cerco di vestirmi semplice, jeans, giacchettina, maglia. E anche se gran parte del tempo lo passo con la tuta da sci, mi reputo la classica donna delle 3P».

     

    Le 3P?

     

    «Pelle, pelo e pizzo. Mi piacciono le mutande di pizzo di Intimissimi, i cappotti col pelo e i giubbini di pelle, mi fanno sentire rock e rispettano la mia anima».

     

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    A tavola rinuncia a molto?

     

    «Ai formaggi, non li mangio anche se mi piacciono un sacco».

     

    Che musica ascolta prima delle gare?

     

    «Dipende dal “mood” di quel momento. C’era un periodo in cui ascoltavo solo Karma Man di David Bowie. Lo sa con che canzone ho vinto alcune gare di Coppa del Mondo? Con Despacito, un po’ mi vergogno, dai, provi a immaginarmi mentre scendo in discesa libera canticchiandola».

     

    E dopo una vittoria cosa si concede?

     

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    «Un tortino al cioccolato fondente. Ma non sono una golosona, me ne basta una fettina».

     

    Chiuda gli occhi: con quale attore vorrebbe uscire a cena?

     

    «Hugh Jackman, è un figo della madonna».

     

    È fidanzata?

     

    «No, fino alle Olimpiadi niente, poi vediamo, ma non è facile con questi uomini… Quando uscirò con qualcuno, se Belle ringhierà, allora saprò che non è l’uomo che fa per me».

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    Sofia, dove ha messo la medaglia d’oro?

     

    «Per ora la porto sempre con me, ovunque, ma non vedo l’ora di metterla sul comò in camera mia, dove tengo gli altri trofei che ho vinto».

     

    E dove metterà quelli che vincerà.

     

    «Sì, perché chi fa sport deve guardare sempre avanti, fissare un altro traguardo e raggiungerlo, o almeno provarci».

     

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