Tonia Mastrobuoni per "La Repubblica"
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Alla fine, al termine di una settimana in cui non si è parlato d'altro - addirittura più della guerra in Ucraina - è arrivato il "Doppelwumms", il doppio colpo di scena sul mercato energetico. Perché Berlino ha tirato fuori l'atomica, il maxi fondo da 200 miliardi che dovrà sostenere i costi di famiglie e soprattutto delle imprese.
Perché da oggi, 1 ottobre, una scadenza avrebbe rischiato di scatenare un inferno sociale. Era la data fissata dal governo per la Gasumlage , il "prelievo sul gas" che avrebbe scaricato su consumatori e aziende tutti gli extracosti sostenuti dalle imprese del settore energetico.
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Per la paura che la situazione economica possa peggiorare, visto che la Germania l'anno prossimo andrà in recessione e con l'inflazione al 10%, record da 70 anni: così è arrivato Ma all'ultimo momento, la manovra è stata scongiurata, grazie al "bazooka" che finanzierà la differenza tra il prezzo di mercato e un prezzo scontato che una commissione ad hoc fisserà a breve. Potenza di fuoco: 200 miliardi di euro.
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Ma, su pressione dei Verdi, timorosi che il maxifondo possa incoraggiare, invece di scoraggiare, i consumi energetici. E «perché noi tedeschi siamo abituati a metterci un maglione, quando fa freddo», come riassume una fonte, il governo potrebbe fissare un «minimo per i consumi». Al di sotto di quel limite, i rimborsi sarebbero garantiti. Al di sopra il prezzo sarebbe quello di mercato. O peggio », svela un'altra fonte governativa.
Il problema, però, è politico. L'assolo stonato della Germania ha fatto sì che il ministro dell'Economia Habeck venisse accolto nel gelo, alla riunione del consiglio europeo. Anzitutto perché il "bumm bis" che richiama dichiaratamente il "bumm" anti-pandemia da 500 miliardi di euro che aveva protetto la Germania nella prima fase del Covid, è di nuovo una fuga in avanti che pochi Paesi si possono permettere.
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Una fonte dei Verdi tedeschi obietta a microfoni spenti che «anche la Spagna ha introdotto un tetto al prezzo elettrico », ma Madrid ha ben altro peso economico. E poi c'è l'analisi impeccabile di Mario Draghi, che ha fatto notare che quei 200 miliardi creeranno delle enormi distorsioni, nel momento in cui le aziende tedesche pagheranno l'energia la metà o comunque meno di quelle italiane, francesi o polacche.
Il dettaglio ancora più irritante, per il resto dell'Europa, è che la Germania continui a frenare su un tetto al prezzo del gas. Se ne riparlerà al vertice Ue di Praga settimana prossima, secondo una fonte governativa, «ma senza conclusioni».
Per un motivo molto semplice. Domenica 9 ottobre si vota in Bassa Sassonia: la Spd è in testa nei sondaggi, i Verdi reggono. Ma la Fdp, dal 7,5% delle ultime elezioni è scivolata al 5%, al limite della soglia per entrare nel parlamentino regionale. E il ministro delle Finanze, Christian Lindner, leader Fdp, prima di quell'appuntamento non vuole sentire di "Recovery Fund per l'energia" o di tetti al prezzo, tipicamente invisi agli elettori liberali.
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Certo, nella Spd sono consapevoli che dopo il voto in Bassa Sassonia "dovremo cedere su qualcosa". Insomma, che potrebbe avvenire il bis dei primi mesi della pandemia. Quando la Germania aveva tirato fuori il suo primo "bumm", Emmanuel Macron si era spaventato all'ipotesi che la maggiore economia europea potesse riemergere dal letargo più forte, cominciando a fare shopping in giro.
Era stato anche questo l'impulso che aveva mosso Parigi a spingere Angela Merkel verso il Recovery Fund. La speranza, insomma, è che stavolta non finisca come nel 2008. Quando Merkel andò da Nikolas Sarkozy, nel pieno dello tsunami finanziario e citò Goethe per dire che «ognuno spazza davanti alla propria porta», e che non ci sarebbe stato un fondo europeo per le banche. Sarkozy, un tantino più sanguigno, riassunse il senso dell'incontro così: «A chacun ça merde», «a ognuno la sua m...». Ma non dovrebbe finire così, stavolta, giura la fonte Spd.
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