Marco Giusti per Dagospia
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Non è quello che si poteva pensare la serie dedicata al Pinguino di Batman, targata HBO, che da noi diventa Sky, “The Penguin”, diretta da Craig Zobel, scritta da Lauren leFranc e interpretata da un truccatissimo, irriconoscibile Colin Farrell.
Non lo è perché, intanto, scompare Batman e molto di quello che si muoveva intorno a Batman, anche se rimane Gotham City e rimane il crimine. E non lo è perché per minimo trenta minuti ci domandiamo perché truccare così tanto Colin Farrell se poi è davvero irriconoscibile e dentro ci potrebbe essere chiunque, da Stefano Fresi a Francesco Acquaroli. Detto questo.
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Passato lo shock per vedere uno spin off di Batman senza Batman e una serie con Colin Farrell senza Colin Farrell, man mano che personaggi e storia vengono fuori, una faida fra due famiglie mafiose, i Falcone e i Maroni, con la prima famiglia, morto il boss, Don Carmine, che nel film era John Turturro, in mano ai figli, Alfonso e Sofia, e la seconda con il boss Sal Maroni, interpretato da Clancy Brown, in carcere, capiamo che quello che stiamo vedendo è ancora una volta una specie di “Yojimbo”/”Per un pugno di dollari”. Cioè una faida, ripeto, dove in mezzo troviamo un furbo furfante doppiogiochista, Oz Cobb detto il Pinguino, che tenta di fare la scalata al potere tradendo un po’ tutti. E sparando un po’ qua e un po’ là. Ma scordiamoci i vecchi Batman.
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Qua siamo in un territorio di violenza cittadina ultrarealistica, un po’ anticipata dal “Batman” di Matt Reeves, che è lontana anni luce dal mondo dei fumetti di Bob Kane, e che ha qualche appiglio solo per il fisico deforme del Pinguino. La faccia sfregiata, il piede caprino, il naso che si muove come fosse un tic animalesco. Oz Cobb, con tanto di vecchia mamma irlandese che lo sprona, Deirdre O’Connell, è un underdog che viene proprio dal basso e che ha fin troppo leccato il culo ai Falcone.
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Portandosi dietro un ragazzino balbuziente come assistente, il Victor di Rhenzy Felig, punta in alta. Al traffico di droga di Gotham in un momento di estremo casino dopo la morte del capo dei Falcone. Solo che si troverà davanti un osso duro, che è la vera scoperta della serie, la sadica Sofia Falcone di Cristin Milioti, grande personaggio da mafia movie, che è appena uscita dal carcere e ha capito da subito che il Pinguino è un pezzo di fanga. Il resto ce lo vediamo.
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Dietro a quel trucco non capiamo quanto sia bravo Colin Farrell, ovvio, e quando ce lo mostrano nudo, grasso e deforme, è ancora peggio. Avrete lo stesso problema con il Mussolini di Luca Marinelli. Ma il tono della serie si allontana decisamente da qualsiasi altro Batman. Un noir violento, darkissimo dove il Pinguino si muove su una Maserati viola (lui dice che è prugna) intonata al vestito, e deve eliminare in poco tempo le due italianissime famiglie rivali per prendersi tutto.
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