Sergio Harari per il “Corriere della Sera”
bistecca cruda
Rischia di sconvolgere le nostre abitudini alimentari lo studio appena pubblicato sul British Medical Journal che associa il consumo di carni rosse a un marcato aumento di mortalità. La ricerca è stata condotta da studiosi del National Cancer Institute in sei Stati Usa e due aree metropolitane di due grandi città (Detroit e Atlanta) su 536.969 cittadini fra i 50 e 71 anni d'età, seguiti per oltre 15 anni. Durante questo arco temporale 128.574 sono deceduti (con una mortalità maschile quasi doppia rispetto a quella femminile).
Il consumo di carni rosse (manzo, agnello, maiale) è stato associato a un aumento di mortalità del 26%, in particolare per tumori, malattie cardiovascolari e respiratorie, diabete, patologie renali ed epatiche croniche. L'eccesso di mortalità era strettamente legato al contenuto di nitrati, nitriti e ferro eme (presente negli alimenti di origine animale) delle carni rosse, e la spiegazione potrebbe risiedere in alterazioni dei meccanismi di stress ossidativo che re-golano anche l'invecchiamento cellulare promossi da queste sostanze.
bistecche mazzo di carte
I dati, con i limiti comuni a tutti gli studi epidemiologici, sono scientificamente molto forti per l' ampiezza della popolazione considerata e la durata dello studio, e sono ulteriormente rafforzati dal rilievo che l'alimentazione a base di carni bianche si sia accompagnata a una mortalità nettamente inferiore.
TUMORE
Ai risultati di questo studio si aggiungono poi altre considerazioni: le pubertà sempre più precoci legate agli ormoni presenti nelle carni, l'antibiotico-resistenza causata dall' uso indiscriminato di antimicrobici, le recenti denunce su allevamenti e macellazione, le ricadute ambientali. Oggi in molti Paesi moderni come l' America il consumo di carne per persona supera i 110 chili all' anno, oltre 10 volte di più di quanto non fosse secoli fa.