CHIARA MAFFIOLETTI per il Corriere della Sera
lodo guenzi
La foto è un po' sgranata, porta i segni degli anni che sono passati da quando è stata scattata. Il sorriso di Lodo Guenzi, però, è luminoso e divertito: lo stesso di oggi. Solo che allora, in quella immagine, non c'era ancora un cantante famoso, ma un ragazzino un po' pallido («Sono nato in estate ma la odio - aveva detto in un'intervista -. Ricordo le mie da bambino, in Romagna, come tremende: odiavo il caldo, la sabbia nel costume, la crema solare...»), biondino e esile.
«Troppo esile», come ha fatto sapere ieri sul suo seguitissimo profilo Instagram (282mila follower), svelando qualcosa in più su di lui, nella speranza di essere d'aiuto a tanti altri. «È la prima volta che lo scrivo - ha spiegato -. Ho pensato molto se avesse senso e sì, ha senso. Da ragazzino sono stato bullizzato. Ecco, l'ho detto. Non credo sia successo solo a me, ma è così».
lodo guenzi
Non è successo solo a lui, ma non sono molti quelli che, raccontandolo, hanno la possibilità di innescare un dibattito come quello che è partito dalle sue parole. In tanti, ieri, hanno voluto condividere la propria esperienza, dicendo di essersi sentiti meno soli. Molti di più lo hanno ringraziato per aver parlato della sua. Ma succede adesso, che le persone cantano a memoria le canzoni del suo gruppo (Lo Stato Sociale).
Allora però, all'epoca della foto, gli rivolgevano ben altre attenzioni: «Troppo esile, effeminato, biondino», erano alcuni degli epiteti a cui era abituato. Il racconto di Guenzi ha riavvolto il nastro fino agli anni passati tra i banchi: «A dire il vero, almeno, ero in una classe in cui se la prendevano con un ragazzetto italiano e non con il compagno pakistano o bengalese, che sono sempre stati i miei migliori amici». Non solo offese e parole pesanti.
Anche «qualche botta, un pomeriggio in un bidone e un'eterna insistenza sulla mia presunta omosessualità che, devo dire, già allora come ipotesi non mi dava fastidio. Mi chiamavano Cinzia, come il nome di una bici da donna. Curiosamente, le uniche che mi piace guidare adesso».
lodo guenzi 2
Ferite travestite da coincidenze. Segni difficili da cancellare, ma su cui si può iniziare a costruire, come ha fatto anche Guenzi. «Credo che gran parte della mia smodata fame di fare cose grandi sia nata lì - ha ammesso -. O forse dal rimpianto per aver chiesto aiuto e cambiato scuola, cosa che ancora mi fa sentire un vigliacco». Ancora. Nel frattempo, però, era arrivata la musica. E quindi il successo. I palazzetti stracolmi con quel gruppo nato nel 2009, Sanremo (nel 2018 «Una vita in vacanza» è arrivata seconda, ma ancora adesso la cantano tutti), il concerto del Primo Maggio condotto con Ambra, il bancone di «X Factor».
Che, guardacaso, lo consacra come giudice gentile. Oggi quell'ex ragazzino troppo esile è tra i personaggi dello spettacolo più apprezzati, prima simbolo di quell'onda indie che ha cambiato faccia alla musica italiana degli ultimi tempi, poi volto tv spigliato e trasversale, portatore sano di una bolognesità fresca e ironica che lo candidano a eterno ragazzo (Morandi insegna), nonostante i 34 anni che compirà, appunto, nella tanto odiata estate. Oggi, insomma, quell'ex ragazzino è una persona di successo.
MARA MAIONCHI LODO GUENZI XFACTOR
E «quando adesso incontro qualcuno dei miei bulli mi trattano come una star. Io faccio un gran sorriso e so che da bambini è un casino per tutti e neanche se ne saranno accorti. Ma non riesco a non odiarli, eh vabbè...».
Ma la morale di tutto per Guenzi non è questa. Se ha condiviso un momento tanto complesso è stato per un'altra ragione, «per dirti una cosa: ti hanno fatto del male, peggio che a me. Ma se la tua vita va avanti, allora gli stronzi hanno perso». Che la sua vita sia andata avanti è evidente a tutti. Anche ai bulli che lo chiamavano Cinzia, e che se lo incontrano oggi si fanno più piccoli di quanto fossero allora.
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