Dalla rubrica delle lettere di “Repubblica”
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA
Caro Merlo, il ministro Lollobrigida critica le sinistre cresciute a Champagne lontano dal letame, ma neppure i contadini che in maggioranza votavano Dc si fiderebbero di un “capo” a capelli coltivati. Le assicuro che la calvizie è, nella cultura contadina, un segno di saggezza. Provi a immaginare Li Causi con i capelli trapiantati.
Mario Pignataro — Riesi (Caltanissetta)
Risposta di Francesco Merlo
Caro Pignataro, ho seguito i forconi da cronista e li ricordo bene quando, sotto lo striscione “facciamo il funerale alla politica”, mettevano a sfilare fianco a fianco, la plebe meridionale, che una volta solo il Partito comunista era in grado di trasformare in popolo, i sindaci con la fascia tricolore, gli studenti dei centri sociali e i neofascisti. Adesso al forcone hanno sostituito il trattore, ma la sostanza politica è la stessa gelatina molle. Lei cita i contadini di Li Causi che, con ben altri forconi a tre punte, riordinavano il fieno, infilzavano le anime democristiane e pungevano le chiappe al “padrone” e ai bravi manzoniani che, come fa ora Lollo, si mettevano la retina in testa. Questi per sentirsi vivi hanno bisogno di Amadeus e Fiorello.
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