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    GUERINI E PACE – IL MINISTRO DELLA DIFESA VOLA NEGLI STATI UNITI, VIENE ACCOLTO AL PENTAGONO DAL POTENTE OMOLOGO MARK ESPER E ALLA CASA BIANCA INCONTRA IL GENERO DI TRUMP JARED KUSHNER - GLI AMERICANI LO HANNO RASSICURATO SULLA LIBIA E SULLA COOPERAZIONE INDUSTRIALE. IL NODO DEL BUDGET ALLA NATO AL 2% DEL PIL E IL GUAIO DEL 5G A HUAWEI…


     
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    1 – LIBIA, IRAQ E INDUSTRIA. COSÌ GUERINI HA INCASSATO IL SOSTEGNO DEL PENTAGONO

    Stefano Pioppi per www.formiche.net

     

    Incontro molto positivo. Relazione forte. Condivisione della linea per Libia, Afghanistan e Iraq. Sono alcune delle frasi risuonate al Pentagono durante la conferenza stampa congiunta tra il ministro Lorenzo Guerini e il segretario americano alla Difesa Mark Esper. Il clou della tre-giorni americana del titolare di palazzo Baracchini non ha tradito le aspettative.

    lorenzo guerini con mark esper lorenzo guerini con mark esper

     

    Da Washington si sono ribaditi alcuni messaggi chiari, dal 2% del Pil da destinare alla Difesa alla minaccia cinese sul 5G (“rischiano di compromettere le reti e la possibilità di condividere informazioni e intelligence”, ha detto Esper). L’Italia sembra però essere riuscita a riscuotere il credito maturato con la cospicua partecipazione alle missioni comuni, incassando rassicurazioni dall’alleato affinché metta “tutto il peso politico possibile” per la stabilizzazione della Libia e per il “rafforzamento di un importante partnership industriale”.

     

    IL RICONOSCIMENTO

    Da Esper sono arrivati riconoscimenti importanti. Oltre le classiche frasi di rito sulla “forte relazione che lega Italia e Stati Uniti” e sul “partner cruciale in Europa e nel Mediterraneo”, il numero uno del Pentagono ha espresso apprezzamenti da non sottovalutare. Prima di tutto sul dossier F-35.

    lorenzo guerini al pentagono lorenzo guerini al pentagono

     

    Esper ha riconosciuto a Guerini il merito della conferma degli impegni previsti, parlando però anche del rafforzamento della partnership in corso e degli importanti investimenti fatti dall’Italia. Il riferimento non pare casuale, soprattutto a fronte della ambizioni italiane di ottenere più lavoro per lo stabilimento di Cameri, in provincia di Novara. Il programma internazionale procede spedito, e la Polonia ha oggi ordinato ufficialmente 32 velivoli di quinta generazione per 4,6 miliardi di euro. L’obiettivo è assemblarli nel sito novarese.

     

    IL NODO DEL BUDGET

    Come previsto, è poi arrivato il nuovo richiamo al rispetto del 2% del Pil, obiettivo definito in ambito Nato. Sul tema però Esper ha mostrato una flessibilità mai arrivata prima. L’Italia preme da tempo affinché la valutazione non si fermi al “cash”, ma consideri anche il “contribution”, cioè l’impegno nelle missioni comuni. Il segretario alla Difesa è parso incline ad accettare tale impostazione, rimandando il dibattito sul 2% alla prossima ministeriale dell’Alleanza Atlantica (in programma a Bruxelles il mese prossimo), ma ha anche riconosciuto l’impegno italiano: “Mi piacerebbe che altri alleati facessero quello che fa l’Italia nell’ambito della Nato”.

    lorenzo guerini incontra mark esper al pentagono 1 lorenzo guerini incontra mark esper al pentagono 1

     

    LA STRATEGIA PER L’AFGHANISTAN

    Il tema si lega anche alla missione Resolute Support in Afghanistan, quella soggetta più di altre a possibili rimodulazioni. L’Italia ha aderito alla linea Nato: “In together, out together. Per gli Usa resta l’imprevedibilità di una presidenza che punta a ridurre gli impegni all’estero.

     

    Come evidenziato dall’ambasciatore Stefano Stefanini (qui l’intervista), all’Italia interessa soprattutto che gli americani si coordinino con gli alleati sulla questione. Stando alle parole di Guerini, ciò è stato ottenuto nella visita al Pentagono. “Ogni valutazione verrà fatta insieme”, ha detto il ministro guardando Esper.

    lorenzo guerini incontra mark esper al pentagono lorenzo guerini incontra mark esper al pentagono

     

    GLI INTERESSI IN IRAQ

    Lo stesso coordinamento riguarda l’Iraq. Dopo l’uccisione di Qassem Soleimani e la risoluzione del Parlamento iracheno (non vincolante) che chiedeva il ritiro delle truppe straniere, si è acceso il dibattito sul ruolo della Coalizione internazionale anti-Isis. Nel frattempo, il rischio di crisi tra Iran e Usa ha spaventato molti Paesi coinvolti, che hanno predisposto parziali riduzioni dei contingenti.

     

    Non l’Italia, che per prima ha confermato la propria presenza ottenendo per questo da subito il riconoscimento di Esper. L’interesse italiano, ha ribadito oggi Guerini, è preservare i risultati raggiunti nella lotta allo Stato islamico, fondamentali per garantire la stabilità di un Paese che per la Penisola è importante partner energetico. Su questo il confronto al Pentagono è stato ancora una volta “molto positivo”.

     

    LA RICHIESTA PER LA LIBIA

    lorenzo guerini in visita al congresso usa lorenzo guerini in visita al congresso usa

    Stesso termine (“positivo”) è stato utilizzato in merito al colloquio sulla situazione in Libia. Con Esper è stata condivisa “la forte preoccupazione per la situazione determinatasi nel Paese”. In particolare, ha detto Guerini, “siamo preoccupati dalla presenza di attori esterni che hanno elevato l’intensità del conflitto e reso più complicata l’applicazione degli esiti della Conferenza di Berlino”.

     

    Per l’Italia “la soluzione alla crisi è politica”, ha spiegato il ministro, senza escludere però la possibilità che sia “supportata da attività anche militari per consentire, entro un mandato chiaro, il mantenimento delle condizioni in cui la soluzione politica si insedia”. Due i punti sottolineati da Guerini: embargo della armi e un vero cessate-il-fuoco. A fronte della basa attenzione dedicata al dossier dagli americani, il ministro italiano ha presentato la richiesta di Roma: “Chiediamo agli Stati Uniti di mettere in campo tutto il peso politico possibile per chiamare gli attori coinvolti al rispetto degli esiti della conferenza di Berlino”. Da Esper, ed è questo il messaggio più rilevante, sono arrivate “positive rassicurazioni”.

    donald trump con il genero jared kushner donald trump con il genero jared kushner

     

    2 – CHI È JARED KUSHNER, IL GENERO DI TRUMP CHE VEDE GUERINI

    Gabriele Carrer per www.formiche.net

     

    Il suo nome in codice, per i servizi segreti della Casa Bianca, è “Mechanic”. È nato 39 anni fa a Livingston, in New Jersey, in una famiglia di fede ebraica e origini polacche sfuggita all’Olocausto. Il cognome del nonno era Berkowitz, ma arrivato negli Stati Uniti dall’Unione sovietica ha deciso di cambiarlo: Kushner.

     

    Jared Kushner, genero del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e suo consigliere “senior”, è l’uomo a cui il capo della Casa Bianca affida le relazioni con i Paesi più “delicati”. Come ha raccontato il New Yorker in un recente ritratto, da ex democratico pentito è stato uno dei personaggi più tirati in ballo dal dossier Mueller nel Russiagate. Sempre il New Yorker due anni fa lo definiva la “carta di Trump per la Cina”, tanto che a Washington circolava il soprannome “Mister China”. Ed è anche la figura dell’amministrazione statunitense che sembra vantare i migliori rapporti con i principi ereditari Mohammad Bin Salman dell’Arabia Saudita e Mohammed Bin Zayed degli Emirati Arabi Uniti.

    mark esper lorenzo guerini mark esper lorenzo guerini

     

    Per i suoi detrattori è solo un rampollo poco esperto, diplomaticamente sgrammaticato ma molto viziato (anche dal presidente Trump), per i suoi sostenitori è un innovatore, come ha raccontato Radio24 in una recente puntata di “Nessun luogo è lontano”. La sua ipertrofia diplomatica l’ha portato ad avere ottimi rapporti con la Russia di Vladimir Putin e il governo israeliano di Benjamin Netanyahu.

     

    Rapporti che però, va sottolineato, nascono da ben prima del suo ingresso in politica. Il premier israeliano Netanyahu ha raccontato di conoscerlo da quand’era bambino e tra lui e il principe saudita Bin Salman c’è un fitto, quasi quotidiano, scambio di messaggi su WhatsApp.

    lorenzo guerini in libano lorenzo guerini in libano

     

    Non è un diplomatico di carriera, nonostante la laurea in scienze politiche ad Harvard, ma è diventato – assieme all’amico Avi Berkowitz, anch’egli consigliere di Trump, all’ambasciatore statunitense in Israele, David Friedman, e all’ex inviato Usa per il Medio Oriente, Jason Greenblatt – l’artefice del piano di pace presentato questa settimana dal presidente Trump per il Medio Oriente. Ed è lui che ha organizzato il tutto coinvolgendo anche Benny Gantz, lo sfidante di Netanyahu alle prossime elezioni israeliane, per garantire il sì di Gerusalemme al piano nonostante il rischio di cambi al vertice.

    jared kushner jared kushner

     

    In un incontro con Kushner, il Time alcuni mesi fa raccontava il suo ufficio alla Casa Bianca, situato vicino alla sala da pranzo privata dal presidente, uno dei luoghi preferiti da Trump per prendere le sue decisioni. “Una delle cose che bisogna ricordare quando si lavora per il presidente Trump è che non sei tu a fare le onde. È lui che le fa. A te non resta che surfare”. È la dimostrazione di quanto sia pronto ad adattarsi ma anche di quanto sia vicino al presidente.

     

    lorenzo guerini lorenzo guerini

    “Mechanic” vedrà oggi Lorenzo Guerini, ministro della Difesa italiano, a Washington. Nell’agenda del titolare di Palazzo Baracchini anche un incontro con l’omologo Mark Esper dopo quelli di ieri con due membri della Camera dei rappresentanti, il democratico di Washington Adam Smith e il repubblicano del Texas Mac Thornberry, rispettivamente presidente e ranking member (cioè numero uno dell’opposizione) della commissione Armed services, quella con competenza sul dipartimento della Difesa e le sue diramazioni. Al fianco del ministro Guerini, come raccontato da Formiche.net, l’ambasciatore italiano a Washington, Armando Varricchio.

    lorenzo guerini con marc thornberry lorenzo guerini con marc thornberry

     

    Nato, rapporti bilaterali Italia-Usa, responsabilità comuni, cooperazione industriale ma anche telecomunicazioni sono stati i temi al centro degli incontri del ministro con i deputati statunitensi. A dimostrazione del fatto che, come ha spiegato a Formiche.net il professor Carlo Pelanda dell’Università Guglielmo Marconi, la sponda statunitense fondamentale per dare all’Italia una propria proiezione internazionale passa dalla Difesa.

     

    ivanka trump e jared kushner a panmujom, nella zona demilitarizzata tra le due coree ivanka trump e jared kushner a panmujom, nella zona demilitarizzata tra le due coree

    Al centro dell’incontro politico di oggi tra Guerini e Kushner, invece, il Medio Oriente con attenzione ai temi cari all’Italia come la Libia e l’Iraq. Ma soprattutto si parlerà del piano di pace proposto dal presidente Trump per la questione israelo-palestinese. A tal proposito è necessario prendere nota di quanto dichiarato da Marina Sereni, esponente Pd come Guerini e viceministro degli Esteri: “Il piano di Trump deve essere valutato con attenzione. È necessario favorire la ripresa del processo politico e del negoziato tra palestinesi e israeliani sulla base del principio ‘due stati per due popoli’ e con Gerusalemme capitale condivisa”.

    JARED KUSHNER E IL MURO CON IL MESSICO JARED KUSHNER E IL MURO CON IL MESSICO ivanka trump e il marito jared kushner ivanka trump e il marito jared kushner ivanka trump e jared kushner ivanka trump e jared kushner ivanka trump e jared kushner a gerusalemme ivanka trump e jared kushner a gerusalemme le nozze ivanka trump jared kushner le nozze ivanka trump jared kushner jared kushner e ivanka trump corrono jared kushner e ivanka trump corrono jared kushner ivanka trump nozze jared kushner ivanka trump nozze jared e ivanka al ballo jared e ivanka al ballo luca guerini disperato luca guerini disperato

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