Massimo Cecchini per la Gazzetta dello Sport
lorenzo pellegrini
Se la passione diventa banale, il concetto da esprimere è facile: tutti pazzi per Lorenzo il Magnifico. È un amore per prima cosa santificato dai numeri, visto che tra i 14 giocatori dei 5 maggiori campionati europei che in questa stagione hanno fornito almeno 7 assist in tutte le competizioni, Pellegrini è l' unico ad aver giocato meno di 10 partite (9 nel suo caso, a causa di una frattura al metatarso sofferta a Lecce a fine settembre che l' ha costretto anche all' operazione).
È così bravo da indossare con eleganza anche il turbantino dovuto all' accendino piovutogli sulla testa. Per questo, a fine partita, Paulo Fonseca esalta la sua prova - impastata da 2 assist e un rigore procurato - con queste parole: «È intelligente e molto importante per la squadra. Somiglia solo a se stesso, perché sa fare tanti ruoli: è un vero giocatore polivalente».
lorenzo pellegrini zaniolo dzeko
Il segreto per una prova del genere, però, lo rivela Edin Dzeko. «Ho un' intesa speciale con Lorenzo. Prima della partita gli avevo detto di fare qualche altro assist, spronandolo così: "In Serie A nei hai fatti 5, ora in Europa League devi farne di più". Avete visto? Stavolta ne ha fatti due e abbiamo vinto. Bene così, perché nella Roma abbiamo giocatori molto tecnici, che possono sempre fare la differenza».
Proprio vero, anche se Pellegrini un cruccio ce l' ha e lo ha rivelato alla vigilia: «Fare assist è molto bello, ma vorrei tornare a fare gol. L' emozione che si prova segnando e ricevendo l' abbraccio dei compagni è un' altra cosa». Previsioni? Arriverà presto, così come quel sospirato rinnovo di contratto con la Roma che toglierà di scena quella clausola rescissoria da 30 milioni e che fa venire i brividi ai tifosi giallorossi. D' altronde, una cifra del genere, ormai, sembra quasi un affronto per uno come lui.
LAZIO, CORREA TI REGALA UNA SPERANZA
lorenzo pellegrini
Stefano Cieri per la Gazzetta dello Sport
Un lampo di Correa e la Lazio "fa pace" con l' Europa League. Successo striminzito e probabilmente inutile (anche se il discorso qualificazione resta aperto), ma comunque buono ad interrompere la striscia-monstre dei biancocelesti nella coppa europea (sette sconfitte nelle ultime otto gare) e a salvare almeno in parte la faccia.
Ma la vittoria sul Cluj acuisce anche i rimpianti per una eliminazione (se eliminazione sarà) che poteva e doveva essere evitata. La formazione romena (che con ogni probabilità sarà la seconda qualificata del girone insieme con il Celtic) non è certo squadra superiore alla formazione biancoceleste.
Tutt' altro. Tanto che basta e avanza una Lazio rabberciata per batterla in un Olimpico deserto (appena 5 mila spettatori, una buona parte dei quali sono tifosi romeni). Inzaghi opera un turn over quasi integrale, mandando in campo solo quattro titolari (Acerbi, Lazzari, Luis Alberto e Correa) e facendo debuttare dal primo minuto il giovane Adekanye (che non dispiace).
lazio cluj correa
Una formazione senza troppe pretese che tuttavia mette da subito il marchio sulla partita e la conduce in porto solo con qualche affanno nel quarto d' ora finale. Il gol che decide la partita arriva a metà del primo tempo per merito di uno dei quattro titolari, Correa, che messo in azione da un tocco a seguire di Adekanye, semina mezza difesa romena e batte Arlauskis.
L' argentino qualche minuto più tardi ha anche la palla del raddoppio, ma non la capitalizza al meglio. Il tecnico dei romeni Petrescu, vecchia conoscenza del nostro campionato, si presenta con un abbottonassimo 5-3-2 (al Cluj basta un pari per qualificarsi) che finisce col rendere più agevole il compito della Lazio. I biancocelesti danzano sulla trequarti con ritmi non troppo elevati, l' ideale per le loro accelerazioni improvvise.
Come da tradizione, la squadra di Inzaghi concede anche qualcosa: Bordeianu colpisce un palo dalla distanza poco prima dell' intervallo, ma è soprattutto negli ultimi venti minuti che i romeni si rendono pericolosi. Segnano pure, con il nuovo entrato Traore, che però è in evidente fuorigioco. E così Proto, alla prima presenza stagionale, può finalmente chiudere una partita in biancoceleste senza gol al passivo.
lazio cluj
Tra le note positive della serata, oltre al successo che fa comunque morale, ci sono le buone prove dei giocatori che finora sono stati impiegati di meno.
Da Cataldi, che come play convince sempre di più, ai nuovi acquisti Jony e Vavro che danno segni di risveglio (specie il primo). Lo spagnolo sfiora anche il gol su punizione e si fa apprezzare pure in fase difensiva. Per la vittoria sono però più determinanti i titolari. Di Correa si è detto, l' altro elemento decisivo è Luis Alberto, che non avrebbe dovuto giocare e che invece Inzaghi schiera al posto di Berisha, che all' ultimo dà forfait. E il numero 10 sforna magie ancora una volta.
Tutto inutile? Forse. Per passare il turno la Lazio tra due settimane dovrà vincere a Rennes e sperare che il Celtic (già sicuro del primo posto) vada a vincere a Cluj. Quanto meno difficile.
florenzi lorenzo pellegrini LORENZO PELLEGRINI