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    “IL SEGRETO DELLA MIA VOCE? FUMO E OGNI TANTO BEVO ZACAPA” – LUCA WARD A “RADIO2”: “DA BAMBINO ERO UN TEPPISTELLO DI OSTIA E NEGLI ANNI ’80 FACEVO IL CAMIONISTA” – “ORA HO UN PO’ DI PANCIA, UNA VOLTA AVEVO ADDOMINALI SPETTACOLARI, RISCONTRI CON LE DONNE NE HO TANTI, MA DEVO STARE IN CAMPANA, HO UNA MOGLIE GELOSISSIMA. MI FA NERO, MI CONTROLLA SEMPRE. IL PERSONAGGIO PIÙ BELLO? JULES IN ‘PULP FICTION’, MENTRE FACEVO IL GLADIATORE…”


     
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    Da "I Lunatici Radio2"

     

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    Luca Ward è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta ogni notte dall'1.30 alle 6.00 del mattino.  Il celebre attore e doppiatore italiano ha parlato un po' di sé: "Ho fatto il camionista. Negli anni '80. Portavo un Iveco 190 turbo star rosso Ferrari. Era uno spettacolo. Volevo fare tutti i mestieri del mondo tranne che l'attore.

     

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    Ma la strada invece di portarmi sull'A1 verso la Germania o la Francia mi portava sempre o nelle sale di doppiaggio o nei teatri. Il primo in assoluto che si è accorto delle mie qualità è stato la voce di Sean Connery, che era Pino Locchi. Diceva che avevo le qualità, ma io mi sentivo una pippa colossale. Invece tutto sommato non è che avesse tutti i torti. Da ragazzo andavo bene per fare gli sceneggiati televisivi, ma al doppiaggio la pensavo in un modo e usciva in un altro. Non avevo capito il meccanismo".

     

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    Sul personaggio più bello che abbia doppiato: "Secondo me Jules in Pulp Fiction. Il più difficile in assoluto. Avevo 34 anni, lui aveva dieci anni più di me. Uomo di una bravura fuori dal comune. Gli attori di colore devono essere più bravi dei bianchi. Proprio perché di colore. Era bravissimo".

     

    Sul Luca Ward da bambino: "Ero un teppistello di Ostia. Facevo il bagnino d'estate, mi piaceva, si rimorchiavano le ragazze. Sono cresciuto in mezzo la strada, ho dovuto imparare a menare, a fare a botte, a cercare di non prenderle sempre,a non farmi fregare il motorino. Ero un discolo.

    Luca Ward Luca Ward

     

    Avendo perso mio padre a 13 anni è mancata una guida forte, è mancata la mano del padre. Abbiamo fatto un po' impazzire mia mamma. Ma la strada è stata una palestra. E' quello che manca ai ragazzi di oggi, che non crescono più in mezzo alla strada. Ormai è difficile vedere dei ragazzini giocare in strada come facevamo noi".

     

    Sulle donne: "Ora ho un po' di pancia, una volta avevo addominali spettacolari. Riscontri con le donne ne ho tanti, ma devo stare in campana, ho una moglie gelosissima. Mi controlla, 007 le fa un baffo. Mi fa nero, mi controlla sempre"

     

    pulp fiction pulp fiction

    Sul doppiaggio del Gladiatore: "Mentre lo facevo non mi rendevo conto che sarebbe entrato nell'immaginario collettivo. Mi stavo separando, avevo un sacco di paturnie, mentre lo doppiavo a tutto pensavo tranne che al film. Ancora oggi a distanza di 20 anni mi chiedono di fare le frasi, per me è un piacere. Ho incontrato Russel Crowe un paio di volte, tutto sembra tranne che un attore. Non se la tira, suona, ama la musica, è tutto tranne che una star. E' uno di noi".

     

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    Luca Ward non fa esercizi particolari per tutelare la sua voce: "Non faccio esercizi. Fumo e ogni tanto bevo Zacapa. Ci faccio anche i gargarismi, pare che rinforzi le corde vocali e devo dire che funziona. Non è tanto il fatto di avere una bella voce, ma come dici le cose, come fai arrivare il messaggio. Prendiamo l'esempio di Ferruccio Amendola, che ha doppiato l'indoppiabile. Eppure non era certo dotato di una voce splendida, aveva una voce particolare, e un modo di esprimere le intenzioni così efficace che diventava bellissima la sua voce".

     

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    Sulle produzioni di oggi: "Il doppiaggio ne sta risentendo. Anche noi doppiatori facciamo parte di una categoria di lavoratori. Il nostro sistema contrattuale è rimasto fermo agli anni 90. Con la realtà che c'era negli anni 90. Ma oggi le cose sono completamente cambiate. Non ci siamo adeguati e questo fatto ci mette in una condizione di inferiorità. Quindi subiamo i diktat delle varie Amazon, Netflix, Tim, tutti questi nuovi soggetti che sono arrivati e che di doppiaggio non sanno una mazza. Impongono dei ritmi molto veloci, il nostro è un mestiere artigianale e la velocità non ci azzecca per niente. Andrebbe rivoluzionato il sistema, ma la vedo come una cosa complicata".

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