DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
1 – ADDIO A GISMONDI L'IMPRENDITORE DELLA LUCE
Silvia Nani per il “Corriere della Sera”
ernesto gismondi carlotta de bevilacqua
Un anno fa esatto aveva festeggiato il sessantesimo compleanno della sua Artemide, il marchio di illuminazione che aveva fondato a Milano non ancora trentenne. Ernesto Gismondi ci ha lasciato l' altro ieri, 89 anni compiuti il giorno di Natale. Una vita spesa in nome della luce, con il punto fermo dell' innovazione, ma innestata in una creatività al centro della quale c' è l' uomo e i suoi bisogni. Accanto a lui, fino all' ultimo, la moglie Carlotta de Bevilacqua, architetta, designer, amministratrice delegata e vicepresidente di Artemide, ma soprattutto compagna di vita.
ernesto gismondi carlotta de bevilacqua
Nato a Sanremo, studi classici da buona borghesia e poi l' arrivo a Milano, a studiare ingegneria aeronautica al Politecnico. Un uomo di scienza, pieno di curiosità e di voglia di esplorare che, dopo una seconda laurea questa volta in ingegneria missilistica, decise che il suo futuro sarebbe stato essere imprenditore. Il resto è entrato nella storia del design: il sodalizio con l' amico Sergio Mazza, architetto, con il quale in un interno di un palazzo di via Moscova dà vita ad Artemide.
Un piccolo ufficio con un magazzino sul retro dove i furgoni potevano arrivare per caricare le lampade che producevano loro stessi «con le mani». Con un talento tecnico, da ingegnere, applicato alla costruzione della struttura e la visionarietà di aggiungere al progetto l'«aria del tempo». Quell'«aria» era il design.
Lui stesso lo volle sperimentare, come sfida personale (agli inizi usando uno pseudonimo, e raccontava con un pizzico di civetteria delle acrobazie a cui era costretto quando qualcuno gli chiedeva chi fosse) per imparare a giudicare un progetto e a capire come lo giudica il mercato.
Al design Gismondi attinse sempre a piene mani. Nomi come Vico Magistretti, Ettore Sottsass, Franco Albini, Gae Aulenti, Richard Sapper, Michele De Lucchi, solo per citarne alcuni, fino al recente sodalizio con Bjarke Ingels.
Aveva solo 28 anni quando bussò coraggiosamente alla porta di Gio Ponti e nacque la lampada Fato. Negli stessi anni con Vico Magistretti creò la Eclisse, che valse nel 1967 ad Artemide il primo Compasso d' Oro e già mostra nella sua semplicità progettuale quell' attenzione all' utilizzatore (si può modificare a piacere l' effetto della luce solo facendo scorrere la calotta interna) che l' avrebbe guidato per tutta la vita.
Dietro ogni oggetto si nasconde il valore che lui dava alle persone: chi avrebbe usato le sue lampade; i designer, di cui ricercava il talento con la consapevolezza che con lui avrebbero potuto esprimerlo; le persone della sua azienda, che sapeva unire, magari discutendo, ponendosi in modo a volte duro, esigente, ma in nome del fare squadra.
Ogni giorno presente là dove dal 1971 nascevano le sue lampade, quella fabbrica a Pregnana Milanese sobria, quasi austera, rimasta sempre uguale a sé stessa. Nessuna archistar chiamata a trasformarla, per una precisa scelta di rigore: a parlare dovevano essere i prodotti, non l' architettura del luogo. Le «sue» lampade sempre nel cuore. Eppure uno spazio, e ampio, Ernesto Gismondi per il mare lo trovava sempre.
La barca a vela, sua grande passione. Stare al timone, sentire la brezza, cogliere l' onda, soprattutto quando era in regata a bordo «Edimetra», nome che ha sempre dato a ogni sua imbarcazione e (guarda caso) nasconde «Artemide» scritto al contrario.
Come logo, una «E.»: la stessa iniziale di Ernesto. I due grandi intrecci della sua vita: le competizioni velistiche dove - ha sempre dichiarato - gareggiava per vincere sfoggiando una scaramantica bandana rossa, e le sfide dell' innovazione della luce.
L' ultima è stata nel 2018, con il sistema di lampade Discovery disegnato proprio da lui, che gli ha valso un Compasso d' Oro. Nella foto ufficiale la tiene in mano, un sorriso appena accennato, tra ironico e soddisfatto. Come per dire: a presto, al prossimo successo.
2 – «MI INNAMORAI INCROCIANDO I SUOI OCCHI»
Silvia Nani per il “Corriere della Sera”
Carlotta de Bevilacqua, compagna di vita e alla guida di Artemide, è stata da oltre 30 anni sempre accanto a Ernesto Gismondi.
Una personalità sfaccettata, la sua: può sintetizzarcela?
ernesto gismondi carlotta de bevilacqua
«Un uomo di scienza, come nella tradizione della migliore cultura italiana. Un umanista che ha saputo parlare a tutti. Un uomo poliedrico e generosissimo, curioso, appassionato, pieno di energia».
Aveva quasi 90 anni ma ha saputo rimanere contemporaneo. A cosa si doveva questa capacità?
«Non aveva paura di portare il futuro nel presente, di innovare, in nome dell'uomo e delle sue esigenze. La scienza e la ricerca applicata unite alla bellezza. È stato tra i primi a intuire le innovazioni nella tecnologia della luce, a volere un'azienda sostenibile. Aveva un'intelligenza pragmatica, fortemente intuitiva e visionaria».
Ci racconta una sua caratteristica «privata»?
«Il suo senso di protezione e la capacità di saper accogliere: come ha sempre dimostrato con i figli, la famiglia e tutti i numerosi collaboratori in azienda».
Lei lo conobbe giovanissima, cosa la colpì?
«I suoi occhi. Nessuno dei due sapeva chi fosse l'altro. Mi colpì il suo sguardo. La luce che emanava».
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