1- SPALLETTI: «NON ERO AMICO DI CONDÒ CHE MI FACEVA LE INTERVISTE, STAVO SULLE SCATOLE A TUTTI I GIORNALISTI»
luciano Spalletti
Spalletti parla a Sky Sport, con Paolo Condò, Billy Costacurta e altri giornalisti. Un autentico show. Ecco quel che ha detto del suo rapporto con i giornalisti. «Dispiace che non tutti i calciatori abbiano chiaro che cosa significhi vestire la maglia della Nazionale. A me nessuno ha regalato niente, non ero amico di Condò che mi faceva le interviste, sono sempre stato sulle scatole a qualsiasi tipo di giornalista, avevo fatto una scelta, mi divertiva anche, ora no poiché sono alla Nazionale. Per uno come me, che la stradina l’ha fatta tutta, ritrovarmi in quell’auditorium (sorteggio Europei, ndr), a volte questi ragazzi si lamentano perché qualcuno li critica.
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Questo qualcuno ha fatto fatica per riuscire ad avere situazione importante, questi ce l’hanno d’ufficio perché hanno qualità. Devono fare come Sinner, ci si alza la mattina, si lavora sulle cose che ti mancano, si va a fare le posture, le ore del giorno non bisogno annoiarsi perché non si trova il modo per passarle. C’è il modo per passarle».
Le tre cose fondamentali
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«Pressione, costruzione e il blocco squadra, queste sono le tre cose fondamentali. La Juventus aspetta col blocco squadra bassa. L’essenziale è non essere lunghi. Vedrete che il portiere in futuro giocherà sempre più spesso fuori dall’area con i piedi. Nel calcio moderno la riaggressione va fatta immediata senza il minimo dubbio, come ti giri a palla persa non la ritrovi più. Voi criticate squadre che fanno gioco di attesa. Siete condizionati troppo dal valutare chi è la palla. Invece i calciatori sono bifasici, tutti devono saper giocare e saper fare la fase difensiva. Giocatori che non hanno quella completezza lì, vanno in difficoltà. Poi quello che ha la palla è uno, parlate qualche volta anche di questo.
«Non ho mai risposto ai giornalisti. Facciamo una cosa a Coverciano per spiegare il mio lavoro? Facciamolo, sono pronto»
luciano spalletti
Spalletti: «Non mi piace che valutiate sempre il possessore di palla e basta, è troppo facile. Vedere un calciatore e le giocate che fa, è comodo. la partita è una scatola che va riempita di cose. Non si è visto come ci è venuto addosso che ci ha buttato addosso con tre spallate. Kane? Che vuol dire Kane, voglio arrivare al suo livello. Kane fa 12-13 chilometri a partita, Brozovic 16. La corsa velocissima, poi metti due tre colpi di testa. Se si prende due gol come si è preso dall’Inghilterra, che si fa? È un vantaggio o no andare a pressare e far fare a loro la pallata? Questo vuol dire parlare di pallone, bisogna andare nel calcio giocato. E non difendere l’allenatore con cui si hanno relazioni.
spalletti nazionale
Vogliamo fare un calcio moderno, un calcio che ci si aspetta, a cinque ma cinque come, oppure la rompi e vai subito a prenderli e fai uomo contro uomo in giro per il campo. Ovviamente poi ci vogliono marcature complete, mezze marcature. Vi mancano pezzi importanti se guardate solo il gioco con la palla e non capite le mie convocazioni, in base a cosa scelgo la responsabilità di dar loro la maglia della Nazionale»
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2. SPALLETTI-DE LAURENTIIS
Estratto da www.corrieredellosport.it
Un tributo all’ultima trionfale stagione del Napoli, che però arriva il giorno dopo la pesante sconfitta al Maradona contro l’Inter. Per i campioni d’Italia in carica l’edizione 2023 del Gran Galà del Calcio Aic è una festa a metà, […]
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Il presidente del Napoli non ha parlato […] della rabbia post Inter o degli episodi dubbi, concentrandosi piuttosto sulla cavalcata dell’anno scorso: «Spalletti ha scritto una sceneggiatura perfetta in cui il protagonista è stata la squadra, un gruppo forte senza un divo. Con il tecnico abbiamo vissuto un matrimonio felice e quando me l’ha chiesto l’ho lasciato andare, nonostante non fossi convinto».
SPALLETTI SCUDETTO NAPOLI
MAGICO TRIO
All’improvviso, come d’incanto, durante la serata tra gli abbracci reciproci si è ricomposta anche l’intera anima del Napoli scudettato, con De Laurentiis, Giuntoli (arrivato in extremis da Torino) e Spalletti nella stessa sala. Il presidente e l’allenatore - che era con la famiglia - hanno cenato in tavoli diversi […]
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Spalletti e De Laurentiis hanno chiacchierato a lungo con il sorriso sulle labbra, poi il tecnico sul palco ha rievocato ricordi dolci: «Io ho dovuto fare poco, avevo un grande gruppo. Il presidente è bravissimo a motivare, se si va a Napoli lo si fa per vincere e quando cammini in città senti l’amore addosso». Sull’attuale squadra, quella ereditata da Mazzarri, il ct della Nazionale ha commentato: «Al Napoli ho visto fare splendide partite, ma non sono riusciti a mantenere il ritmo che avevano in precedenza. Conosco bene Mazzarri, lui è uno che lavora e ha bisogno di un po’ di tempo per mettere in pratica il suo calcio e le sue idee».
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