Marco Conti per ''Il Messaggero''
«Si sta facendo il suo cerchio magico». L'accusa è pesante, specie se rivolta da un partner di maggioranza, il Pd, al presidente del Consiglio e si aggiunge a quello del rilancio dell'azione di governo che segna il passo. L'arma di pressione dei dem si chiama rimpasto. Una parola che atterrisce il premier Conte preoccupato che alla fine della giostra possa finire anche lui rimpastato o ridimensionato. Magari con due vice pesanti al suo fianco come da mesi sostengono i renziani: Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti. Poi giù a cascata una serie di cambi in un governo fermo sulle gambe ormai da mesi e che la pandemia ha aiutato a nascondere.
di maio zingaretti conte
A ciò si aggiunge, secondo i dem, il protagonismo di Conte sulle nomine. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la conferma di Gennaro Vecchione ai vertici del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Uno stallo che si registra ai tavoli del programma perché, come sostiene il vicesegretario del Pd Andrea Orlando, Conte dovrebbe «assumere un ruolo». Il governo per i dem, resta nel pantano e Conte viene accusato di barricarsi attraverso una serie di nomine.
LA TELA
Ultima l'idea di confermare l'ad della Rai Fabrizio Salini. Un «sta facendo bene» che al Nazareno è suonato come riconferma soprattutto se parte il progetto di riforma della governance. Ma se nel Pd protestano soprattutto gli esclusi - mentre c'è chi continua a palazzo Chigi a confrontarsi con alcuni padri nobili del partito come Massimo D'Alema, i cui rapporti con i ministri Gualtieri, Speranza e il commissario Arcuri sono di vecchia data così come quelli con Ignazio Vacca e Massimo Paolucci, ora al Mef - Italia Viva ha alzato la voce anche nella sofferta scelta del commissario in Calabria.
giuseppe conte luigi di maio
«Lui sceglie, nomina, si dimettono e la figura di m....a la facciamo tutti», sostengono i renziani. Ma come c'è sempre una verifica dietro l'angolo, c'è sempre un pacchetto di nomine da fare e al Nazareno c'è attesa per le altre scelte che palazzo Chigi dovrà proporre e sulle quali, in alcuni casi, informare il Quirinale. Chiuso il nodo del vertice del Dis restano da nominare quattro vicedirettori - uno all'Aisi, due all'Aise e un vice al Dis - nonchè il Comandante generale dell'Arma.
Conte Zingaretti
Sulle intelligence Conte poteva decidere in solitudine, mentre il vertice dell'Arma deve uscire dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Ma il «problema di metodo» che sollevano i dem si somma ad altre recriminazioni che coinvolgono direttamente Conte accusato di tergiversare sul Mes e di voler gestire in proprio anche i piani per il Recovery ponendo a palazzo Chigi la cabina di regia e non al Mef come chiede il Pd. Malgrado le tensioni non manchino anche con i ministri grillini, il M5S resta l'ancora di salvezza interna di Conte, mentre Salvini continua a rappresentare la polizza esterna che lo garantisce da quasi due anni malgrado i tentativi di Berlusconi di dare un orizzonte di governo all'opposizione.
giuseppe conte gennaro vecchione
Ma la lentezza decisionale e la strategia del fatto compiuto irritano i dem che ora aspettano di vedere cosa dirà il 9 dicembre in aula il premier sul Mes per ottenere dai grillini quel via libera che permetta di non perdere la faccia a Bruxelles. L'idea prevalente è quella della mozione che autorizza Conte a dare il via libera al cambio di statuto, ma ribadendo che all'Italia il Mes non serve. Il sospetto dei dem è che Conte intenda continuare a sfruttare ad esclusivo suo vantaggio le lunghe contorsioni politiche dei grillini tenendo anche in scacco un pericoloso avversario interno come Luigi Di Maio.
Ma se persino Alessandro Di Battista serve a Conte per ergersi come unico possibile garante della contraddizione della maggioranza, si comprendono le ansie dei dem e le difficoltà che incontrano persino nel trovare un candidato sindaco per Roma. Chiusa però la legge di Bilancio e iniziate le vaccinazioni contro il Covid, sarà complicato per il presidente del Consiglio sfuggire ad un corposo rimpasto di governo che potrebbe rappresentare a breve l'unica carta per rimanere a palazzo Chigi.
ALESSANDRO DI BATTISTA VITO CRIMI ANDREA ORLANDO FABRIZIO SALINI