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    “SCHLEIN SBAGLIA, IL PD NON È UN PARTITO PADRONALE” – L'EX SENATORE LUIGI ZANDA, INFILZA ELLY IN NOME DEL RIFORMISMO PD: “LA SEGRETARIA DICE CHE CHI SE NE VA ‘HA SBAGLIATO INDIRIZZO’? UN’ESPRESSIONE PADRONALE. I TEMI VANNO DISCUSSI, NON LIQUIDATI CON UNA BATTUTA. CON IL 20% NON POSSIAMO ESSERE IL PARTITO CHE AMALGAMA LA COALIZIONE ALTERNATIVA ALLE DESTRE” – COME DAGO-RIVELATO, ZANDA HA AVUTO UN INCONTRO CON DRAGHI IN UN RISTORANTE ROMANO...


     
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    Estratto dell’articolo di Daniela Preziosi per “Domani”

     

    luigi zanda foto di bacco luigi zanda foto di bacco

    Luigi Zanda, lei ha incontrato Mario Draghi di recente. Von der Leyen gli ha affidato un incarico sulla competitività e il premier Meloni ha detto che «potrebbe avere un occhio di riguardo per l'Italia». È così?

    Su Mario Draghi naturalmente non ho nulla da dire, tranne che Ursula Von der Leyen ha fatto la scelta migliore. Sulla premier e l’Europa invece ci sarebbe molto da dire, a cominciare dalla grande divisione fra chi vuole l’Europa confederale degli stati e chi vuole una federazione europea. Meloni è per un’Europa degli Stati nella quale, come vediamo con le migrazioni, l’Italia è un vaso di coccio fra i vasi di ferro. L’Europa federale e gli Stati uniti d’Europa dovrebbero essere la grande battaglia del Pd.

     

    […]

     

    elly schlein alla festa del fatto quotidiano elly schlein alla festa del fatto quotidiano

    Alla festa di Ravenna Elly Schlein ha promesso una conferenza organizzativa. Un rito da prima repubblica, un contentino per i malpancisti, o l’ammissione che nel Pd qualcosa non va?

    È una scelta importante. Ma a condizione che sia fatta sul serio. Che inizi presto, che apra un dibattito in profondità sulla forma partito. E che si faccia in presenza. Basta zoom: delle Agorà di Enrico Letta, prevalentemente online, sono rimaste ben poche tracce.

     

    Riflettete sulla forma-partito da decenni: in concreto che significa?

    Prima di tutto significa rispondere alla domanda più importante: vogliamo mantenere il partito o trasformarci in un movimento? […]  D’altro canto quando la segretaria dice di chi se ne va aveva «sbagliato indirizzo» e «resiste al cambiamento» usa espressioni non da partito democratico ma da partito padronale. Ecco cosa intendo per forma-partito. Il rischio è che dopo Forza Italia, Fdi, M5s e i partitini personale, persino il Pd di Elly Schlein diventi un partito del capo.

     

    luigi zanda foto di bacco luigi zanda foto di bacco

    Schlein riunisce segreteria e direzione come gli altri segretari. Non è che è il vero problema per una parte di voi è che Schlein ha spostato il Pd a sinistra?

    Questa storia mi ha stancato. Il Pd è di sinistra, o non è. Certo bisogna riflettere cosa vuol dire essere di sinistra nel ventunesimo secolo, compreso il tema del come si governa un partito veramente democratico. Annunciare l’adesione a un non precisato referendum sul jobs act senza aver prima ascoltato gli organi del Pd, non è da partito democratico.

     

    Nemmeno frenare sulle spese militari senza aver sentito il partito e senza curarsi degli impegni dell’Italia. Il tema non è se si è più o meno di sinistra, ma il modo affrettato con cui vengono trattate questioni delicatissime. Il Pd e la sua segretaria ritrovino il gusto del confronto su problemi che hanno soluzioni complesse. Se non si chiarisce questo nodo, la politica del Pd continuerà fatalmente a scivolare verso la mera comunicazione. E abbiamo già dato.

     

    elly schlein elly schlein

    Ma se negli organismi interni il vizio dell’unanimismo di facciata resiste, è colpa di Schlein o del gruppo dirigente?

    Cercare il confronto, sollecitarlo e alimentarlo, è responsabilità della segretaria. Da molti anni la segreteria del Pd è poco più che uno staff, salvo qualche eccezione. La direzione non è adatta al dibattito, per eccesso di componenti: cento persone che possono parlare per cinque minuti ciascuno, siamo seri, che confronto è? E non parliamo dell’assemblea. Nei partiti ci si scontra negli organi. Bisogna cambiare l'organizzazione: se la segreteria deve contare, non può essere uno staff, e la direzione deve essere ridotta nei numeri per affrontare un dibattito vero.

     

    ELLY SCHLEIN E GIUSEPPE CONTE IN VERSIONE BARBIE E KEN - MEME BY GRANDE FLAGELLO ELLY SCHLEIN E GIUSEPPE CONTE IN VERSIONE BARBIE E KEN - MEME BY GRANDE FLAGELLO

    Ma fuori dalle sedi di partito i dissensi si manifestano. È un male per il Pd?

    Se si discute solo sui giornali è un male. Discutere significa riflettere sui problemi, non liquidarli. Sulla gravidanza per altri bisogna discutere, sul jobs act anche, e così sulle armi. Fa male al Pd che la segretaria annunci la sua posizione, che dovrebbe essere quella del partito, prima della discussione interna. Anche perché non bastano i titoli degli obiettivi – diritti sociali, sanità, salari e sicurezza – serve dire come possono essere raggiunti. Per essere credibili bisogna proporre il salario minimo ma anche indicare la strada per creare ricchezza. Senza questa profondità non si è sinistra di governo, ma sinistra di slogan.

     

    […]

     

    Per Schlein le europee sono il banco di prova?

    No, di qui al 2027 ci sono anche molte regionali e amministrative. Ma per le europee deve darsi un obiettivo. Quando ha vinto il congresso i suoi sostenitori parlavano del 30 per cento. È un fatto che con il 20 non possiamo essere il partito che amalgama la coalizione alternativa alle destre. Il Pd deve rinforzarsi e per farlo deve lavorare su tre fronti: organizzazione del partito, pensiero, e una leadership che sappia interpretare il 30 per cento cui aspira. Le alleanze verranno da sé. Intrecciare la partecipazione alle feste degli uni o degli altri non è risolutivo. La strada è avere un Pd più forte.

     

    ELLY SCHLEIN SBIRCIA NEL TELEFONO DI GIUSEPPE CONTE ELLY SCHLEIN SBIRCIA NEL TELEFONO DI GIUSEPPE CONTE

    Al momento i sondaggi danno il Pd inchiodato intorno al 20 per cento.

    Credo poco ai sondaggi. Ma dopo la batosta di Renzi alle politiche, il Pd si è assestato fra il 19 e il 20 per cento. L’unico passo avanti lo abbiamo fatto alle europee del 2019, quando abbiamo preso un sempre risicato 22,7. Il salto che ci aspettavamo, anche dopo il ritorno nel Pd di Art.1, ancora non c’è stato.

     

    Ma la riorganizzazione del partito può essere una buona chiave. Naturalmente per le europee bisogna fare attenzione alla composizione delle liste: non servono candidati di immagine, servono candidati politicamente affidabili. E serve una campagna su grandi temi, come l’Europa, tema che va affrontato in profondità.

     

    […]

     

    Se il Pd alle europee non andrà troppo oltre il 20 per cento, si riaprirà una discussione sulla leadership?

    luigi zanda foto di bacco luigi zanda foto di bacco

    Mi auguro di no, ma certo una discussione politica seria si dovrebbe aprire. […]

    elly schlein elly schlein ELLY SCHLEIN COME MAO - MEME BY EMILIANO CARLI ELLY SCHLEIN COME MAO - MEME BY EMILIANO CARLI ONLY SCHLEIN - TESSERATI SUBITO - DAL GIORNALONE - LA STAMPA ONLY SCHLEIN - TESSERATI SUBITO - DAL GIORNALONE - LA STAMPA ELLY SCHLEIN ELLY SCHLEIN

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