LUKASHENKO, PRIORITÀ DIFENDERE IL PAESE MA EVITARE SCONTRI
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(ANSA) - "La cosa principale oggi è difendere il nostro Paese, il nostro popolo ed evitare scontri". Lo ha assicurato il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, parlando della crisi dei migranti al confine tra Bielorussia e Polonia. Lukashenko, accusato di essere responsabile dell'arrivo dei migranti al confine polacco, ha sottolineato che bisogna evitare che la situazione si trasformi "in un duro scontro".
POLONIA, GAS LACRIMOGENI CONTRO I MIGRANTI AL CONFINE
alexander lukashenko
(ANSA-AFP) - La polizia polacca ha lanciato gas lacrimogeni contro i migranti al confine con la Bielorussia. Lo riferisce il ministero della Difesa di Varsavia secondo il quale gli agenti hanno risposto al lancio di sassi da parte dei migranti.
Secondo la ricostruzione della polizia polacca un gruppo di migranti ha tentato di forzare la frontiera fra Polonia e Bielorussia al valico di Kuznice gettando pietre, bottiglie e altro. Fonti di Varsavia ritengono che i servizi bielorussi abbiano munito i migranti degli oggetti usati durante gli scontri.
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LAVROV, INACCETTABILE L'USO DI LACRIMOGENI CONTRO MIGRANTI
(ANSA) - L'uso di gas lacrimogeni da parte della Polonia contro i rifugiati al confine con la Bielorussia è inaccettabile. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, citato dalla Tass.
BIELORUSSIA:PARIGI DENUNCIA MESSA IN SCENA MACABRA E INUMANA
(ANSA) - La Francia denuncia la "messa in scena macabra e inumana" della Bielorussia, che utilizza "migliaia di migranti in difficoltà" alla frontiera con la Polonia con l'intento di spaccare l'Unione europea.
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"Prendono migliaia di migranti in difficoltà, gli ammassano alla frontiera, realizzano loro stessi le immagini (...) con lo scopo di dividerci, di spaccare l'Europa e spaventare gli europei", ha dichiarato il portavoce del governo francese, Gabriel Attal.
Alla domanda se Parigi sostenesse la costruzione di un muro alla frontiera polacca, il portavoce di Parigi ha detto che la Francia è "solidale" e non ha "lezioni da dare a Paesi che sono confrontati" a tali accadimenti. "L'Europa è unita dall'inizio di questa crisi", ha continuato Attal, mentre l'Unione europea prepara nuove sanzioni contro il regime di Minsk assieme agli Stati Uniti.
vladimir putin
COME FERMARE LA BIELORUSSIA
Marco Bresolin per “La Stampa”
Josep Borrell dice che i flussi di migranti verso la Bielorussia «stanno tornando sotto controllo» perché il pressing di Bruxelles ha permesso di bloccare quasi tutti i voli per Minsk. Di fronte alla minaccia di sanzioni che le avrebbe tagliate fuori dal mercato europeo, le compagnie aeree e le agenzie di viaggi mediorientali hanno ingranato la retromarcia, bloccando le partenze di chi era diretto a Minsk con l'obiettivo di raggiungere il territorio Ue.
La strategia di Bruxelles punta a evitare un aggravarsi della crisi e sembra stia dando i suoi frutti - anche gli Usa sono pronti a varare nuove sanzioni -, ma per il momento non risolve il problema dei migranti bloccati al freddo nelle zone di confine tra la Polonia e la Bielorussia.
LA COPERTINA DI AVVENIRE SULLA CRISI DEI MIGRANTI TRA POLONIA E BIELORUSSIA
Ce ne sarebbero diverse migliaia, anche se i numeri vanno presi con le pinze perché la situazione è oggetto di strumentalizzazioni, sia da parte di Varsavia che da parte di Minsk. Il governo di Mateusz Morawiecki sta facendo di tutto per non farli passare, privandoli del diritto di presentare le richieste di asilo (e l'Ue chiude gli occhi).
Il regime di Alexander Lukashenko, dopo averli «accompagnati» al confine, non vuole che tornino indietro. Il presidente bielorusso ha assicurato di essere al lavoro per rimpatriarli: «Il problema - dice - è che non vogliono ritornare a casa».
Difficile immaginare il contrario, dopo che sono stati attirati in Bielorussia - a pagamento - con la promessa di raggiungere i Paesi Ue. Che ne sarà di loro? Il ministro degli Esteri, Vladimir Makel, ha promesso a Borrell che Minsk consentirà l'accesso alle agenzie Onu per dare un sostegno ai rifugiati, consentendo di ottenere la protezione internazionale a chi ne ha diritto.
militari polacchi al confine con la bielorussia
Dopodiché, però, andranno organizzati i corridoi umanitari. Lukashenko ha parlato dell'ipotesi di trasferimenti verso la Germania: la notizia non è stata confermata ufficialmente, anche se proprio ieri ha avuto un colloquio telefonico con Angela Merkel. Il portavoce della cancelliera si è limitato a dire che i due «hanno parlato della necessità di aiuti umanitari per i rifugiati».
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Nel frattempo Emmanuel Macron ha discusso della crisi bielorussa con Vladimir Putin. Perché, come ha detto senza troppi giri di parole l'Alto rappresentante Ue Josep Borrell, «è evidente che Lukashenko fa quel che fa perché conta sul forte sostegno della Russia». Mosca si è detta disponibile a «mediare» e ha concordato con Parigi la necessità di una de-escalation.
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Promesse che dal lato europeo vengono prese con molta cautela, visto che le recenti mosse russe stanno destando più di un sospetto. La Nato si è detta molto preoccupata per le «grandi e insolite concentrazioni di forze russe vicino ai confini con l'Ucraina». Secondo Borrell, le truppe di Mosca «hanno lasciato una riserva di materiale pesante alla frontiera in modo tale che possano muoversi rapidamente».
Si teme una nuova invasione e Macron ha avvertito Putin dicendo che Parigi è determinata «a difendere l'integrità territoriale dell'Ucraina». Ma il suo interlocutore gli ha risposto che la vera provocazione è rappresentata dalle esercitazioni «degli Usa e dei loro alleati» nel Mar Nero.
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Le tensioni con la Russia sono state al centro della riunione del Consiglio Affari Esteri dell'Ue, che ieri ha dato formalmente il via libera alle nuove sanzioni per Minsk. Saranno operative nei prossimi giorni, quando verrà definita con esattezza la lista delle persone e delle società da colpire.
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La Commissione ha avviato un'indagine sulle compagnie aeree e sta lavorando con alcuni dei Paesi mediorientali. Dopo esser stato a Dubai e a Beirut, il vicepresidente Margaritis Schinas è arrivato Baghdad e ha incassato l'impegno delle autorità irachene a collaborare sui rimpatri.
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Per la Lituania non basta: Vilnius vuole una «no-fly zone» sull'aeroporto di Minsk per bloccare tutti i voli. Una posizione piuttosto radicale che al momento non trova consenso tra i principali Paesi Ue. Sullo sfondo resta poi la questione del finanziamento dei muri e di fili spinati: la Polonia ha annunciato che inizierà già entro la fine dell'anno la costruzione di una nuova barriera. Il sottosegretario agli Affari Ue, Vincenzo Amendola, ieri è arrivato in Lituania e ha ribadito la contrarietà del governo italiano all'utilizzo di fondi Ue. -
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