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    BECCATEVI BECHIS! M’AMA O NON M’AMA? IL FATTORINO CONSEGNA I BIGLIETTI DA VISITA DI SOLIDORO, MA E’ TROPPO TARDI: SI E’ GIA’ DIMESSO! - IL SINDACO DI AMATRICE, SERGIO PIROZZI, E LA SUA FELPA-AMULETO - IL TERREMOTO HA UCCISO GRAN PARTE DEI FAMILIARI DEL BARBIERE DELLA CAMERA


     
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    Franco Bechis per “Libero Quotidiano

     

    Arriva tardi: l' Ama respinge il fattorino

    ALESSANDRO SOLIDORO ALESSANDRO SOLIDORO

    La sera del primo settembre alla sede centrale di via Calderon della Barca all' Ama - l' azienda dei rifiuti di Roma- si è presentato trafelato un fattorino con un pacchetto per l' amministratore unico dell' azienda, Alessandro Solidoro, nominato da meno di un mese dalla giunta di Virginia Raggi. In portineria chi era di turno ha allargato le braccia: «Mi spiace, troppo tardi!». Il povero fattorino- non capendo- ha insistito: «Sì, siamo un po' in ritardo, ma ora eccoli qui: sono i biglietti da visita del dr. Solidoro». Grassa risata di tutta la portineria: «A pischè, ariportateli via, che s' è dimesso!».

     

    Il dramma del barbiere della Camera

    MATTARELLA GRASSO BOLDRINI RENZI AI FUNERALI DI AMATRICE MATTARELLA GRASSO BOLDRINI RENZI AI FUNERALI DI AMATRICE

    Adesso è chiaro perché ai funerali delle vittime di Amatrice davanti alle 28 bare c' era l' intero vertice della Camera dei deputati: Laura Boldrini e tutti e quattro i suoi vicepresidenti. Un terzo di quei morti cui ha dato l' ultima benedizione il vescovo di Rieti mons. Domenico Pompili, erano pianti da Massimo, il barbiere della Camera dei deputati. Il povero uomo ha perso gran parte della sua famiglia e di quella di sua moglie: erano entrambi originari di Amatrice e ci tornavano sempre nei periodi di ferie.

     

    La vera storia della felpa del sindaco Pirozzi

    Dal primo giorno del terribile terremoto il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, sfodera felpe con il nome della città. Non è per mancanza di guardaroba (comprensibile in questo momento), ma perché quella felpa è una sorta di divisa politica.

     

    SERGIO PIROZZI SINDACO DI AMATRICE SERGIO PIROZZI SINDACO DI AMATRICE

    Ne aveva fatto un simbolo della sua vittoria elettorale. Il 25 gennaio scorso però Pirozzi si dimise dopo un esposto della sua opposizione sulle nuove cucine dell' istituto alberghiero, che secondo loro non erano sicure. Per convincerlo a tornare sui suoi passi i sostenitori del paese si riunirono in un gruppo presente anche sui social, «Il Popolo delle Felpe», e lui ritirò le dimissioni. Da allora non si toglie mai la felpa.

     

    Allarme a Sud per migranti e profughi

    Nella percezione degli italiani questa estate è quella di una nuova invasione di migranti e profughi, e in effetti verso la fine di agosto non sono stati pochi gli sbarchi sulle coste della penisola. Ma alla percezione generale non corrispondono i numeri. Dal primo gennaio al 31 agosto del 2016 sono arrivati sulle coste italiane 115.003 migranti, oltre mille in meno ai 116.149 arrivati nei primi otto mesi del 2015.

    centri di accoglienza 6 centri di accoglienza 6

     

    L' anno scorso per altro non è stato uno degli anni record, anche perché dal mese di agosto è stata evidente la scelta di preferire le rotte balcaniche ed è esplosa una crisi assai lontana dalle coste italiane, che finalmente ha posto il problema delle migrazioni in faccia all' Europa. Il tema è evidente anche in questi otto mesi del 2016, perché in Grecia sono sbarcati molti più migranti che in Italia: 163.949. Perché allora la percezione è diversa dai numeri reali? Perché gli sbarchi continuano ad avere al centro la Sicilia, ma si sono allargati a macchia d' olio su altre coste che in passato vi avevano meno fatto i conti: Calabria, Puglia, Sardegna e Campania.

    migranti migranti

     

    Il vero boom è venuto proprio qui, dove gli sbarchi sono cresciuti nei primi otto mesi dai poco più di mille del 2014 ai 2.556 del 2015 ai 3.417 di questo 2016. Evidentemente in Campania si sopportano meno i migranti, che tali sono, perché a scorrere le nazionalità di provenienza, ben pochi possono ambire al riconoscimento dello status di profugo: fra il 15 e il 18% di quelli arrivati, in gran parte eritrei.

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