Marco Palombi per “il Fatto Quotidiano”
walter veltroni assassinio a villa borghese
Ieri mattina, mentre commettevamo il nostro dovere di leggere i giornali, ci è come venuto un dubbio: ma non è che è uscito un libro di Veltroni? Alla quarta paginata, alla quarta firma prestigiosa del quarto prestigioso quotidiano, il dubbio s' è fatto certezza: sì, è uscito. È un giallo, anzi un "thriller in salsa rosa, il giallo addolcito dalla verve della commedia", "pieno di segreti, misteri e colpi di scena" (Stampa).
E come se la cava Walter? "Conduce la storia con mano leggera, spirito divertito, gusto nello spaziare tra cinema e letteratura, rimandi e richiami, e il racconto è spassoso" (Messaggero); "Una volta aperto il libro lo si legge fino alla fine" (Repubblica); "Una trama solida e forte, allucinata a tratti ma sempre consequenziale, animata da colpi di scena e sovvertimenti di pregiudizi sapientemente assecondati, condita da ironia ben disseminata" (CorSera).
Ah, bene. E ricorda qualcuno? Un "Maigret capitolino", un "novello Ingravallo" (Stampa). E che ne viene fuori? "L' acuta metafora di una vita quotidiana fatta di profonde solitudini digitalmente connesse" (CorSera). Ma guarda. E poi? Che "L' impurità, il compromesso, i conti con la realtà e dunque i conti con i propri limiti sono il segreto del Bene; la purezza, l' ossessione, l' integralismo sono il motore del Male" (Repubblica).
Ma dai! E c' è speranza che ne facciano un film? È "concepito apposta per un film, meglio ancora per una serie tv" (Repubblica). Ma chi l' ha detto che la critica è morta? Magari, ecco, è la letteratura che non se la passa bene.
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