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    MA CHI HA SBAGLIATO, PAGLIUCA? L’EX PORTIERE DELLA SAMP E DELLA NAZIONALE VEDE NEL TRIONFO DELL'ITALIA DI MANCINI LA MANO DI...BOSKOV - "ROBERTO HA SEGUITO IL SUO ESEMPIO E HA VINTO. IL MANCIO HA IMPARATO CHE AVERE UN GRUPPO FORTE E SAPERLO GESTIRE BENE PUÒ ESSERE LA TUA ARMA MIGLIORE. MI SONO COMMOSSO QUANDO HO SENTITO LA DEDICA DI ROBERTO AI SAMPDORIANI E A PAOLO MANTOVANI. E QUANDO HO VISTO LUI E LUCA..." - LA FRASE STRACULT DI BOSKOV DOPO UN GOL INCASSATO DALLA SAMP: "MA CHI HA SBAGLIATO, PAGLIUCA?" - VIDEO


     
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    Da tuttomercatoweb.com

    "Mancini ha ricordato l'esempio di Boskov", titola oggi La Gazzetta dello Sport con le parole di Gianluca Pagliuca. "Lo scriva pure, non mi vergogno: domenica mi sono commosso anch’io, insieme a loro", esordisce così l'ex portiere della nazionale e della Samp:

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    "Quando ho sentito la dedica di Roberto ai sampdoriani e a Paolo Mantovani, il presidente che gli ha insegnato come si può voler bene anche nel calcio. E quando ho visto lui e Luca avvinghiarsi e piangere insieme. Ho messo la foto in tutti i miei social: meravigliosa. In quell’abbraccio c’era un pezzo di storia della nostra vita, non solo della carriera. C’era tutta quella Samp, ricordi indimenticabili. Ecco, mi piace credere che in quei trenta secondi anche a loro siano tornati in mente".

     

    Mancini da allenatore ha sempre voluto vicino gente della Samp:

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    "E’ stato bravo anche in quello. Lui ha bisogno di avere vicino solo quelli di cui si fida ciecamente, sceglie di circondarsi di persone che anzitutto lo capiscano. Nella vita, ma anche nel calcio: Chicco, Attilio, Fausto, Giulio, Massimo sono con lui da una vita, non può sbagliarsi. Roberto ricorda tutto ed è molto generoso con chi ha rispetto di lui: quando decide che uno per lui è amico, è amico".

     

    Ci racconta la magia di quella Samp?

    "Spesso si dice “come una famiglia”, ma è una frase fatta. Non per noi: in quella Samp ci si voleva bene come fratelli, ci si rispettava come parenti. E ci si ritrovava sempre nella stessa casa, noi del nucleo storico: io, Mannini, Vierchowod, Pellegrini, Lombardo, Mancio, Vialli. E quando arrivava qualcun altro gli aprivamo la porta".

     

    E in tutto questo, Boskov?

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    "Era quello che ci teneva tutti attaccati. Il numero uno assoluto nella gestione del gruppo, a modo suo: grande rispetto per i giocatori più esperti, faceva finta di dare la colpa ai più giovani ma poi coccolava pure loro. Sempre tranquillo, l’aplomb di chi ha in mano il controllo della situazione. E funzionava e ha ispirato Roberto. Da Boskov ha imparato che avere un gruppo forte e saperlo gestire bene può essere la tua arma migliore. Mancini alla sua Nazionale ha dato grande tranquillità e ha insegnato il senso della forza di essere tutti dalla stessa parte. Ho visto anche qualche allenamento della squadra: clima splendido, tutti sereni, uniti. Anche in questo Roberto è stato perfetto".

     

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