Gianluca Paolucci per “la Stampa”
EFFETTO DOMINO SULLO SPREAD jpeg
Quattordici punti. È quanto è salito da venerdì scorso lo spread tra i Btp italiani a dieci anni e i titoli spagnoli di pari durata, i Bonos. Converrà guardarlo con attenzione nei prossimi giorni e settimane, più dello spread con i Bund tedeschi.
SPREAD
Entrambi Paesi periferici dell' eurozona, entrambi con economie problematiche ed entrambi con un quadro politico complesso, sono spesso assimilati nella percezione dei mercati. Quel salto di 14 punti, dai 50 della chiusura di venerdì ai 64 di ieri che significa un +25%, spiega un gestore, sono il prezzo del «rischio politico» legato al nuovo governo.
Il fatto è che le vendite, negli ultimi giorni, dopo i dati di Eurostat sull'andamento della regione, hanno riguardato tutti i Paesi periferici. E l'allargamento del differenziale con la Spagna non ha altre spiegazioni, se non l'incertezza legata a ciò che può fare il nuovo esecutivo. «Per il momento c'è attenzione più che preoccupazione. Attenzione per capire quale direzione prenderà il nuovo governo su una serie di temi che vanno dalle pensioni al rapporto con l'Europa al rigore dei conti pubblici».
murale salvini di maio
Negli stessi giorni, da venerdì a ieri, il rendimento del Btp a 10 anni è salito di 18 punti dall'1,75% all' 1,93%. Mentre lo spread con il Bund tedesco ha chiuso ieri a 139 punti dai 123 di venerdì scorso.
«La Bce ha rallentato il suo programma di acquisti, lo spread sta tornando a reagire normalmente: se il possibile governo promette espansione fiscale invece che rigore, ovvio vedere un aumento del costo del debito», dice Francesco Castelli di Banor. L'incertezza politica si fa sentire anche a Piazza Affari, che ieri è stata la peggiore del Continente.
Nessun allarme rosso: il Ftse Mib ha chiuso in calo dello 0,96%, appena sopra la soglia psicologica dei 24 mila punti.
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Ma a Piazza Affari c'è anche un altro elemento del quale tener conto. Lunedì scorso le quotazioni hanno toccato i massimi degli ultimi 9 anni e mezzo. E gli investitori hanno approfittato del clima d'incertezza per vendere e portare a casa i guadagni.
«Nei giorni immediatamente successivi alle elezioni un governo Cinque Stelle più Lega era considerato lo scenario peggiore», dice un operatore che cita una nota dell' agenzia di rating Dbrs del 7 marzo scorso. La preoccupazione principale riguarda che possano smontare le riforme fatte in questi anni - legge Fornero in primo luogo - e un approccio più duro sui vincoli europei.