1 - ROMA, PASSEGGERI INFURIATI PER SCIOPERO METRO: RIVOLTA CONTRO MACCHINISTA
2 - SCIOPERO SELVAGGIO, RIVOLTA NEL METRO’
Fulvio Fiano per il “Corriere della Sera”
Nella lunga serie di disagi quotidiani, i passeggeri della metropolitana romana non avevano ancora sperimentato lo stop improvviso dei convogli allo scoccare esatto, anzi in anticipo, dell’orario di sciopero previsto alle otto e mezza.
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Barberini, piazza di Spagna, ma anche le più periferiche Cinecittà e Ponte Lungo. La città in movimento per raggiungere gli uffici lungo la linea A, una delle tre direttrici sotterranee della Capitale (la B non è stata coinvolta, la C non arriva in centro) si ferma nelle stazioni di mezzo. Le segnalazioni sono centinaia: all’Atac (l’azienda municipalizzata dei trasporti), al garante degli scioperi, sui social network.
Treni partiti con l’ultima corsa prevista, che anziché arrivare a destinazione si fermano alla prima stazione raggiunta dopo lo scoccare dell’ora di inzio dell’agitazione, spengono le luci e non ripartono. Altoparlanti che già alle 8.15 annunciano lo sciopero in corso. Passeggeri che timbrano il biglietto e poi scoprono che l’acquisto è stato vano.
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Ma la protesta stavolta non si ferma ai post più o meno rassegnati. I passeggeri si rifiutano di scendere dai vagoni e se lo fanno è per accerchiare minacciosi le cabine dei conducenti: «Pezzo di m..., esci!», «Fate sciopero tutti i venerdì!», «Non fate un c...!», urlano al capotreno partito alle 8.20 da Anagnina, capolinea all’estrema periferia sud, e fermatosi pochi minuti dopo a Cinecittà.
Il macchinista apre la porta che dà sui binari e fugge. Arriva un altro convoglio diretto al deposito ma non può proseguire col binario intralciato. Alla fine, dopo una trattativa di quasi tre ore, Atac rilascia ai lavoratori rimasti bloccati un attestato. Sì, lo sciopero è davvero partito in anticipo impedendo a migliaia di persone di arrivare al lavoro. «Due agenti di stazione ricoverati perché aggrediti dagli utenti», denuncia la Fit Cisl.
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«Diritto allo sciopero, ma anche il diritto dei cittadini a muoversi. Non accettiamo questi comportamenti» proclama ancora su Twitter il sindaco Ignazio Marino. Ma il caos è moltiplicatore di se stesso e nel pomeriggio si ripetono scene da girone dantesco all’orario di ritorno a casa per assicurarsi almeno la speranza di salire su uno dei treni in servizio. Arriva la polizia a gestire la bolgia.
Alle 12, intanto, il presidente dell’Authority sugli scioperi, Roberto Alesse — le sanzioni ai sindacati per le assenze di massa dei vigili a Capodanno ne hanno fatto un nuovo credibile referente nella quotidianità capitolina —, ha già scritto al Prefetto chiedendo una dettagliata relazione.
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«Accerteremo quanto sia davvero successo e già lunedì affronteremo il problema», dice. Al vaglio anche eventuali mancanze sulla vigilanza da parte di Atac, che ha avviato un’inchiesta interna e ha già chiesto di essere ascoltata. Il presidente Roberto Grappelli minaccia sanzioni esemplari (tocca al garante indicarle e all’azienda applicarle). Eventuali profili penali (interruzione di pubblico servizio) saranno valutati dalla procura.
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«Ai macchinisti è arrivato un messaggio nell’interfono con l’indicazione di fermare i treni e scendere. Hanno eseguito un ordine», sostiene Renzo Coppini, segretario del Sul, che ha indetto la protesta con Faisa-Cisal e Ugl. Atac non conferma. «L’adesione è stata maggiore degli iscritti ai sindacati — dice l’assessore alla Mobilità Guido Improta —. Ci aspettiamo nuove proteste. Ma non accetteremo altri disastri come ricatto».