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La domanda è: il RenziUno può nascere sulla base di un asse con Verdini Denis, Miccichè Gianfranco, Lombardo Raffaele e Romano Saverio? Magari con il rischio che Alfano Angelino, tirando fuori un altro pezzettino di quid, in questo quadro possa sfilarsi all'improvviso? Fantapolitica? Non lo pensa affatto il regista dell'operazione, Verdini il fiorentino, il quale continua imperterrito a trafficare contro l'odiato Alfano per distruggere il nuovo centro destra utilizzando soprattutto i suoi rapporti personali e consolidati con la famiglia Renzi.
E che succederebbe a quel punto nel PD? Non rischierebbe di esplodere? Già Civati, e non solo, ha reagito stizzito al primo chiacchiericcio, immaginiamoci se dovesse prendere consistenza tale prospettiva. Ecco perchè si cerca di retrocedere il tentativo ad una azione di disturbo, che però danneggia Renzi ed aumenta il tasso di ambiguità che contrassegna il suo cammino.
E non a caso c'è un gran casino al Senato e tutto nei gruppi parlamentari di Alfano, laddove i 31 senatori sono decisivi per far nascere il Governo. Come si ricorderà, fu proprio al Senato il 2 ottobre scorso, che si certificò l'atto di nascita del nuovo soggetto politico, allorquando 23 senatori - Bianconi, Naccarato, Compagna, Bilardi, D'Ascola, Aiello, Augello, Caridi, Chiavaroli, Colucci, Formigoni, Gentile, Giovanardi, Gualdani, Mancuso, Marinello, Pagano, Sacconi, Torrisi, Viceconte, L.Rossi, e Gaetano Quagliariello - apposero la loro firma sul documento che confermava la fiducia al Governo e sventavano clamorosamente il tentativo di Berlusconi di affossare il Governo Letta in quel momento, portando il Paese verso le elezioni anticipate.
LUPI ALFANO FITTO E VERDINI SCHERZANO TRA I BANCHI DI MONTECITORIOIl motivo della concitazione è molto preciso, quei 23 senatori del 2 ottobre si sentono messi da parte, anzi dimenticati, e cresce ogni giorno di più fra molti di loro la delusione per non vedere riconosciuto il ruolo decisivo che hanno avuto per salvare la legislatura e per aver posto la prima pietra sulla quale Alfano Angelino sta poi costruendo la casa di Ncd.
Gianfranco Micciche Grande SudL'avviso a Renzi Matteo è chiarissimo: c'è un solo modo per far rientrare tale malumore, in politica i riconoscimenti camminano di pari passo con le "promozioni" fra assetti di governo, assetti nelle commissioni parlamentari ed assetti di partito (che Schifani non vuole per rimanere solo lui a fare e disfare....più disfare che fare, dicono gli alfaniani più stretti), quei 23 ritengono di poter rivendicare una sorta di diritto di prelazione fin qui completamente ignorata.
TOTI LOMBARDO FIGLIO DI RAFFAELERiuscirà Alfano a far tornare i conti senza scontentare nessuno? Difficilissimo, perchè cresce l'insofferenza fra i senatores anche per le voci che si rincorrono di riconferma di tutta la squadra di vice ministri e sottosegretari più l'innesto di qualcuno, tipo Enrico Costa, che deve lasciare il posto di capogruppo a Nunzia De Girolamo.
Ed anche Sacconi Maurizio è inquieto ed insoddisfatto per la guerra che gli fa Schifani. L'ex Presidente del Senato non vuole neppure che si insedi Gaetano Quagliariello a segretario di Ncd, provocando così un malumore che cresce sempre di più col passare delle ore. E che è diventato vera e propria incazzatura quando ieri sera hanno visto in tv che con la delegazione Ncd a incontrare il premier incaricato insieme ad Alfano, Schifani e Sacconi era andato anche Casero Luigi, da tutto il resto del partito considerato un individualista (eufemismo, ndr) senza alcun radicamento elettorale. La resa dei conti interna avverrà stasera alle 19, l'ora in cui Alfano Angelino ha convocato la riunione dei suoi parlamentari per fare il punto della situazione e, indirettamente, parlare di poltrone.
RENZI E ALFANO ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI BRUNO VESPAAttendono infatti la riconferma Casero, Toccafondi, Girlanda, De Camillis, Gioacchino Alfano, Vicari, Castiglioni, Giorgetti. Toccafondi e Girlanda erano e restano fedelissimi di Denis Verdini, Giorgetti è sulla via del ritorno a Forza Italia: come fa Ncd a riproporli per il governo mentre siciliani, calabresi, lombardi e veneti sono sul sentiero di guerra e vogliono ridiscutere tutto.
Di diversa natura è il fermento nel gruppo GAL del Senato, indiziato soprattutto per essere utilizzato da Verdini per attivare una manovra volta a depotenziare Alfano ed i suoi. Mossa azzardata, inverosimile per molti motivi. Intanto chi sono? Mario Ferrara, Lucio Barani, Compagnone, Mauro, Scavone, D'Anna, Langella, Ruvolo, Milo, Davico e Giulio Tremonti. E, soprattutto, di chi sono? Due sono di Raffaele Lombardo: Scavone e Compagnone. Due di Miccichè: Ferrara e Mauro. Uno di Caldoro: Barani.Tre ex Forza Italia in polemica con la Pascale e vicini a Cosentino: D'Anna, Langella e Milo. Uno ex Lega ma vicinissimo a NCD: Davico. Uno di Ruvolo: Saverio Romano. E poi Tremonti che fa gruppo a sè e si tiene distante da tutto ciò.
CUPERLO RENZI CIVATIDa queste appartenenze si capisce perché una maggioranza al Senato con Verdini, Lombardo, Miccichè e Romano è più di uno spauracchio. Meno male, per una volta, che Napolitano Giorgio è stato chiaro con Renzi Matteo: torna solo quando hai definito un preciso e dettagliato programma, con una maggioranza chiara e definita. Se poi qualcuno in aula aggiunge il suo sì... deve appunto essere aggiuntivo e, quantomeno, avvenire alla luce del sole.
Maurizio Sacconi e Gaetano Quagliariello