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    UN BUZZURRO IN AZZURRO - ANCHE LA JUVE CHIEDE CHIARIMENTI SUL RUOLO IN FIGC DI LOTITO E TAVECCHIO PROVA A SPEGNERE LE POLEMICHE: “LOTITO? ESUBERANTE MA SENZA MALIZIA. A OSLO SPERO PERÒ CHE SI PORTI UN GIACCONE”


     
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    Massimiliano Nerozzi per “La Stampa

     

    ANTONIO CONTE E CARLO TAVECCHIO 2 ANTONIO CONTE E CARLO TAVECCHIO 2

    Se i comunicati non si possono smentire nemmeno con la gomma da inchiostro, Chiellini resta in nazionale, anzi torna a casa, è possibile però negare le telefonate, nonostante l’innocuo contenuto, come quella tra la Juve e Carlo Tavecchio: «Non ho mai parlato col direttore Marotta - s’è affrettato a dire ieri mattina il presidente della Federcalcio - e con la Juve ci sono state solo delle incomprensioni».

     

    Sarà, anche se a qualche giornale la telefonata risultava e risulta: cosa poi ci sia di tanto scabroso in un dirigente di club che chiama il numero uno della Figc non si sa. Anche perché, l’affaire Chiellini era stato risolto in un amen: della serie, la prossima volta facciamo un colpo di telefono in più.

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    Tant’è che Tavecchio ha smorzato la polemica: «Non ci sono problemi tra la nazionale e la Juve, e non si è trattato di uno sgarbo a Conte». Che per la partenza di Chiellini s’era messo a ridere, amaro, ma che ieri ha mediato: «Io sono qui per unire e non per dividere e questo episodio servirà a noi e alla Juve per migliorare la gestione di queste situazioni».

     

    Anche Tavecchio s’è presentato in versione diplomatica, forse perché stava per imbarcarsi sull’aereo che portava l’Italia a Oslo, per il primo impegno ufficiale oltre frontiera: «I rapporti tra Conte e il suo vecchio club sono rimasti ottimi - ha precisato il capo della Figc - e la Juve è la prima squadra italiana, che ha una posizione di rilievo in Champions».

    ANDREA AGNELLI E BEPPE MAROTTA ANDREA AGNELLI E BEPPE MAROTTA

     

    Solo un malinteso: «In momenti delicati, mentre siamo concentrati a preparare una partita importante - ha spiegato ancora il presidente - può darsi ci siano state incomprensioni o difetti di comunicazione. Ma non ci sono problemi: né da parte della Juve, né dello staff della nazionale». Anche se Gabriele Oriali era stato allusivo, secondo casa Juve: «Doveva esser un team manager, ma dalle prime mosse vedo che è di più: un ds, in simbiosi con la squadra». Eccesso di potere, direbbero al Tar, ma approvato con il sorriso.

     

    Chiellini Chiellini

    Risolto con poche parole il disguido su Chiellini, viene il sospetto che la telefonata sia diventata un giallo per un altro motivo, ovvero la domanda, legittima e innocua, che si fanno alcune società di serie A, tra cui la Juve: detto brutalmente, in Federcalcio comanda Tavecchio o Lotito? Quesito che ha irritato l’intraprendente consigliere federale, nella vita di tutti i giorni, presidente della Lazio.

     

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    Ieri sull’aereo se l’è cavata con l’ironia, davanti ai giornalisti: «Io? Non ho titolo per parlare». Per fare sì. Tra qualche tempo potrebbe avventurarsi nel dettare la formazione, anche se con Conte sarebbe un tantino rischioso. Meglio farsi una risata: «Lotito? La sua esuberanza è nota - ha detto ancora Tavecchio - ma un conto è essere esuberanti e leali, un altro esuberanti e maliziosi. E in lui non c’è alcuna malizia». Magari furbizia.

     

    E se a qualcuno salta in mente di ricordare il Lotito in campo con la tuta dell’Italia, si può chiudere con il cabaret: «A Bari pioveva, gli hanno prestato una giacca - ha detto Tavecchio - se avessero avuto l’ombrello, gli avrebbero prestato quello. La nazionale è sacra, né io né alcun altro siamo entrati o entreremo nello spogliatoio. A Oslo, spero che Lotito si porti un giaccone». Un montgomery, avvistato di nuovo in panchina.

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