1. IL RUOLO DI BUZZI - HO ARRUOLATO SEI ASSESSORI - LA SCUDERIA ORMAI È PRONTA E LA CUPOLA INFILTRÒ LA SINISTRA
Mauro Favale e Giovanna Vitale per “la Repubblica”
SALVATORE BUZZI
Giugno 2013, il centrosinistra vince le elezioni: la giunta Alemanno cede il passo alla giunta Marino. Mafia capitale deve riorganizzarsi. Individuare all’interno della nuova amministrazione referenti all’altezza, politici con cui proseguire gli affari, dirigenti e funzionari da corrompere per mantenere i benefici di prima. Ma non si perde d’animo, in fondo parte avvantaggiata.
Come Massimo Carminati copriva il versante dell’estrema destra, Salvatore Buzzi è uomo di sinistra, con solide relazioni da Pd a Sel, e tuttavia trasversale: capace di finanziare la campagna elettorale di Alemanno e di cercare voti per le primarie dem. Vantandosi: «Me li sto a compra’ tutti», dal presidente dell’assemblea capitolina Mirko Coratti all’assessore alla Casa Daniele Ozzimo, entrambi indagati per corruzione (e ieri dimessi). Pronto a parlare d’appalti con Mattia Stella, capo segreteria dell’attuale sindaco, e col vice vendoliano Luigi Nieri, tramite il quale «prendere le misure a Marino».
Persino di condizionare le nomine nei posti chiave della macchina comunale: a cominciare da quella di Italo Walter Politano al segretariato generale, responsabile dell’anticorruzione.
daniele ozzimo
È il 14 giugno 2013, cinque giorni dopo il cambio della guardia in Campidoglio, quando Buzzi chiama Carminati per aggiornarlo sui suoi rapporti con i nuovi inquilini del palazzo: «Sono in giro per i dipartimenti a saluta’ le persone», dice. «Devi vendere il prodotto amico mio, eh. Bisogna fare come le puttane adesso, mettiti la minigonna e vai batte co’ questi», lo incalza l’ex Nar.
La preoccupazione è di trovarsi fra i piedi gente poco disponibile. «Noi i nostri desiderati li abbiamo espressi, poi se saremo accontentati... », sospira Buzzi, millantando di avere già arruolato «sei» assessori compiacenti: «La scuderia è pronta», afferma, «e poi si cavalcherà», replica Carminati.
Un autentico teorico della contaminazione tra il mondo di mezzo (loro) e il sopramondo (politici e funzionari): nella conversazione intercettata il 20 giugno con il conduttore radio Mario Corsi, il “guercio” spiega come occorresse andare a «bussacchiare» agli uffici del Comune per accreditarsi con i neoeletti e garantirsi gli appalti: «Gli si dice adesso che cazzo... ora che abbiamo fatto questa cosa, che progetti c’avete? Teneteci presenti per i progetti che c’avete, che te serve?
CENA 2010 - GIULIANO POLETTI - FRANCO PANZIRONI - UMBERTO MARRONI - DANIELE OZZIMO - ANGELO MARRONI - SALVATORE BUZZI -GIANNI ALEMANNO
Che cosa posso fare? Come posso guadagnare, che te serve il movimento terra? Che ti attacco i manifesti? Che ti pulisco il culo... ecco, te lo faccio io perché se poi vengo a sape’ che te lo fa un altro, capito? Allora è una cosa sgradevole…».
Un misto di blandizie e di minacce. Buzzi sa come si fa. In Campidoglio conosce tutto e tutti. Fra i “nuovi” individua tre persone utili alla causa: Franco Figurelli, capo segreteria del presidente del consiglio comunale Mirko Coratti (stipendiato con mille euro al mese, più 10mila sborsati solo per farglielo incontrare); Coratti stesso, accusato di aver intascato una tangente da 150mila euro; il capo segreteria del sindaco, Mattia Stella, che non risulta indagato ma intratteneva rapporti assidui con il boss delle cooperative. Tre link fondamentali per la Mafia capitale: il trait d’union da Alemanno a Marino, senza pagare dazio.
Mirko Coratti
2. CADE ODEVAINE, UOMO DELLE EMERGENZE “A LUCA DIAMO 5 MILA EURO AL MESE”
Paolo Boccacci per “la Repubblica - Roma”
«Lo sai a Luca quanto gli do? Cinquemila euro al mese… ogni mese… ed io ne piglio quattromila». Parla Salvatore Buzzi, uno degli uomini della gang di Carminati, il boss della Mafia Capitale. “Luca” è Luca Odevaine, una carriera da “risolutore di problemi” in Campidoglio, vice capo di Gabinetto della giunta Veltroni, poi del commissario Morcone, e all’alba della giunta Alemanno, quindi a capo della Polizia provinciale e infine il salto al tavolo di Coordinamento nazionale sull’accoglienza per i richiedenti asilo. Una carriera in salita, dal mondo di Legambiente negli anni ’90, passando per il Palazzo Senatorio, eminenza grigia, ma nemmeno troppo. Faccia da attore, classe 1956, a Roma è sempre in prima linea per un decennio.
odevaine
Muore Giovanni Paolo II, e lui guida tutta la macchina dell’organizzazione della cerimonia, le messe, i posti letto, i trasporti, il rischio paralisi. I “senza casa” nel 2005 occupano la basilica di San Giovanni? E lui è lì, con il suo inconfondibile profilo da Yul Brynner, a risolvere, a cercare dove ospitarli. I writers rovinano di tag i muri della città o i marmi di Ponte Milvio? Ed ecco lo “sceriffo” del decoro a far pulire o a comandare il reparto scelto dell’anti-abusivismo, a inventarsi l’arma delle foto aeree.
Ora la Procura che lo ha arrestato parla di “sistema Odevaine”, un modo per pilotare, da quel tavolo sui profughi i flussi degli immigrati ai centri organizzati da Buzzi&Co, e di «vendita della sua funzione e compimento di atti contrari ai doveri del suo ufficio».
E sempre su Odevaine, c’è Buzzi, quando si è appena insediato il sindaco Marino.
VELTRONI SINDACO
Favoleggia che sarebbe diventato il nuovo capo di Gabinetto: «Ci si infilano tutte le caselle...qualche assessore giusto...ci divertiremo parecchio». I magistrati scrivono di “cartelli di imprese”, di «un signore che attraversa, in senso verticale e orizzontale, tutte le amministrazioni pubbliche più significative nel settore dell’emergenza immigrati e che per non compromettere le sue possibilità istituzionali si fa cambiare il cognome a seguito di condanne riportate, circostanza di cui nessuna delle amministrazioni interessate si accorge, a differenza dell’amministrazione Usa, che gli nega il visto d’ingresso per i suoi precedenti penali ».
Migranti
Ed è proprio Odevaine che se ne lamenta al telefono: «È veramente una cosa assurda, che uno abbia avuto una condanna 26 anni fa che sia stato riabilitato e comunque ha avuto ruoli pubblici e tutto quanto, tu non puoi anda’ negli Stati Uniti».
Prima per vent’anni è stato in trincea ad affrontare le emergenze, a cominciare da Legambiente, coordinatore dei volontari dell’alluvione del Po, del terremoto in Umbria, della frana del fiume Sarno nel 1997. In un intermezzo è consigliere del ministro dei Beni Culturali Giovanna Melandri.
Poi con Veltroni, dal 2006 direttore del Gabinetto del sindaco, per cui cura anche i rapporti con polizia, carabinieri e guardia di finanza, quindi col prefetto Morcone, sempre per occupazioni, immigrati, rom, all’ex Snia Viscosa, all’Hotel Africa, a vicolo Savini, al Residence Roma. E recentemente si era fatto il suo nome anche come comandante dei vigili urbani, dopo lo scandalo che aveva portato alle dimissioni l’ex Carlo Buttarelli.
MASSIMO CARMINATI