• Dagospia

    “MACRO” AL POPOLO! – IN POLE PER LA GUIDA DEL MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI ROMA IL "DIRETTORE SQUATTER" GIORGIO DE FINIS, CURATORE DEL "MAAM" NELLA FABBRICA OCCUPATA SULLA PRENESTINA - E CHI OCCUPERA' DELLE 1200 OPERE DELLE COLLEZIONE, DA CUCCHI A PIRRI?


     
    Guarda la fotogallery

    MACRO MACRO

    Carlo Alberto Bucci per la Repubblica - Roma

     

    IL Macro come il MaaM. Il museo d' arte contemporanea di via Nizza aperto alle associazioni e all' iniziativa dei singoli artisti sul modello della fabbrica occupata sulla Prenestina. Tanto che l' antropologo "squatter" Giorgio de Finis, anima del Museo dell' altro e dell' altrove di Metropolitz (Maam), è in pole per prendere in mano il gioiello di via Nizza riprogettato da Odile Decq.

     

    E questo grazie alla volontà dell' assessore alla Cultura, e vicesindaco, Luca Bergamo, autore di quella "rivoluzione" dei musei del Comune annunciata con la delibera 126 del 26 dicembre scorso. E grande estimatore dell' esperienza del MaaM.

    GIORGIO DE FINIS GIORGIO DE FINIS

     

    A tre giorni dalla fine di marzo, quando dovrebbe entrare in vigore, tra l' altro, l' accorpamento del Macro, della Pelanda di Testaccio e dello spazio espositivo dell' Ara Pacis, sotto l' ala del Palaexpo, Bergamo non vuole scoprire le carte. Troppo stretti sono stati del resto i tempi (4 mesi) per l' assestamento di un tale terremoto amministrativo, con il Macro che, tolto alla Sovrintendenza capitolina, dovrebbe essere affidato alle cure del Dipartimento attività culturali, ossia all' assessorato stesso.

     

    Per questo, si sta pensando di far slittare la trasformazione, addirittura al 2018. Bergamo critica Franceschini che vuole introdurre un biglietto al Pantheon. L' ingresso "free" è il sogno suo e dei visitatori. Ogni domenica "a porte aperte" si trasforma in un successo di pubblico. Ma è una svolta difficile da attuare quando le casse sono vuote e musei come il Macro perdono (il dato è del 2015) circa 66mila visitatori in un anno, anche se aumentano gli introiti.

     

    MACRO MACRO

    «Nell' ultimo anno e mezzo il Macro sta andando bene ma ha elementi di sovrapposizione dell' offerta con il Maxxi e in un modo diverso con la Gnam, che sono di competenza del Mibact», ha detto Bergamo il primo marzo. L' assessore M5S con un passato di collaborazione con le giunte Rutelli e Veltroni si vuole smarcare dai musei statali di arte contemporanea di Roma. Tanto da trasformare quello del Comune in qualcosa di diverso.

     

    Ma cosa? Intervistato da Lori Adragna su Artribune, tre anni fa De Finis si era detto entusiasta di andare al Macro (c' era già stato chi aveva caldeggiato il suo nome con una lettera all' assessora dell' era Marino, Flavia Barca):

     

    «Proverei innanzitutto a capire se il Macro è in grado di essere trasformato in un museo "reale", in un luogo "vivo", vale a dire un museo ospitale, permeabile, libero, leggero, utilizzabile, multidisciplinare, "residenziale" secondo il decalogo proposto da Cesare Pietroiusti. In qualcosa di molto simile al MaaM, per capirci ». Un luogo capace di funzionare «come uno spazio occupato (penso al MaaM ma anche al Teatro Valle Occupato)».

     

    Luca Bergamo vicesindaco Luca Bergamo vicesindaco

    E il lavoro svolto finora al Macro dai direttori Giovanna Bonasegale, Danilo Eccher, Luca Massimo Barbero, Bartolomeo Pietromarchi, Federica Pirani? E chi si occuperà delle 1.200 opere, dal 1960 a oggi, della collezione: da Leoncilllo a Novelli, da Cucchi a Piangiamore, a Pirri?

     

    Molti artisti giovedì dovevano incontrare Bergamo al Macro per un summit chiarificatore sul futuro del museo e delle loro opere. L' assessore non è potuto andare perché impegnato, al posto di Raggi, alle Fosse Ardeatine. Il nuovo faccia a faccia è rimandato. A data da destinarsi.

     

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport