BAYROU MACRON
Tre defezioni in poche ore da parte di ministri esponenti di MoDem, travolti dallo scandalo sui fondi dell'Europarlamento usati per pagare assistenti in Francia, e non a Bruxelles. E un quarto addio, quello di Richard Ferrand, fedelissimo di Macron sotto indagine per nepotismo e presunte irregolarità in alcuni appalti. Perde i primi pezzi l'esecutivo del neopresidente Emmanuel Macron.
Quello che doveva essere un rimpasto 'tecnico' del governo - un atto più formale che sostanziale dopo le elezioni legislative che hanno segnato il trionfo della formazione del presidente, En Marche! - si trasforma quindi nella prima vera 'crisi' per il giovane Capo di Stato.
MARIELLE DE SARNEZ
Questa mattina il ministro della Giustizia francese, Francois Bayrou, leader del partito di centro Modem e alleato chiave del presidente, ha annunciato che lascerà il governo per evitare imbarazzi dopo lo scandalo sui fondi europei usati in modo irregolare, nato dalla denuncia dell'eurodeputata del Front National Sophie Montel.
Bayrou aveva appena presentato un progetto di legge per la 'moralizzazione della vita pubblica'. La decisione di Bayrou arriva ventiquattro ore dopo le dimissioni del ministro della Difesa, Sylvie Goulard, anche lei esponente di MoDem. A loro due si aggiunge anche la ministra per gli Affari europei Marielle de Sarnez.
"Prendo atto della decisione di François Bayrou" di dimettersi da ministro della Giustizia "e la rispetto", ha dichiarato a Afp il premier francese Edouard Philippe. L'addio di tutti i ministri di MoDem "semplifica le cose", ha detto oggi il portavoce dell'Eliseo, Christophe Castaner.
EMMANUEL MACRON
"Abbiamo una maggioranza dopo la grande vittoria di domenica" alle elezioni legislative "e abbiamo i mezzi per governare. È ora di mettesi al lavoro", ha aggiunto il portavoce dell'esecutivo. Rimane in programma per le 18 di oggi l'annuncio del nuovo governo presieduto dal primo ministro Philippe. Un momento che ha assunto un valore nuovo dopo lo scandalo che ha colpito MoDem.
2. SOLDI SPORCHI, VIA L’AMICA FRANCESE DI MONTI
Alessandro Rico per La Verità
Prima grana per il governo di Emmanuel Macron, all' indomani del trionfo ai ballottaggi per le elezioni legislative. Ieri si è dimesso il ministro della Difesa, Sylvie Goulard, esponente del Mouvement démocrate, il partito centrista di François Bayrou alleato di La République en marche. Bayrou e la Goulard sono accusati di aver impiegato nella sede del partito a Parigi dei dipendenti che erano stati assunti, a spese dell' Unione europea, per affiancarli solo nella loro attività di eurodeputati a Bruxelles.
MACRON1
La Goulard ha dichiarato di voler rinunciare al dicastero allo scopo «di essere libera di dimostrare la buona fede. Il presidente della Repubblica ha avviato un' opera di ripristino della fiducia nell' azione pubblica, di riforma della Francia e rilancio dell' Europa: questa impresa di rilancio deve venire prima di ogni considerazione personale». Peraltro anche Marielle de Sarnez, ministro agli Affari europei, potrebbe lasciare il governo, ma solo per andare a presiedere il gruppo parlamentare dei MoDem all' Assemblée nationale.
Quella della Goulard sembra essere una notizia sgradita ai fan nostrani di Macron, se Alessandro Cassieri, corrispondente del Tg1 da Parigi, nel suo collegamento di ieri si è limitato ad alludere a un semplice rimpasto di governo.
Nelle stesse ore, tra l' altro, le agenzie rivelavano che la sede di due startup francesi, Havas e Business France, era stata perquisita nell' ambito di un' inchiesta per favoritismo, in cui già dal marzo scorso era spuntato il nome dello stesso Macron, che da ministro dell' Economia si era recato a Las Vegas per partecipare a un incontro con delle imprese francesi emergenti, tra cui quelle coinvolte nell' indagine.
MONTI GOULARD
Resta l' ironia della sorte di quei censori dei Paesi a elevato indebitamento, sottoposti alla purga dell' austerità su mandato degli eurocrati, i quali finiscono invischiati in un' inchiesta per utilizzo improprio del denaro dei contribuenti europei, come fossero dei democristiani qualunque.
La Goulard, ex consigliera di Romano Prodi ai tempi della sua presidenza della Commissione Europea, è una sorta di Mario Monti in gonnella e con il professore varesino, nel 2012, pubblicò La democrazia in Europa: guardare lontano - perché sono loro a doverci spiegare che cos' è la democrazia nell' era del mondialismo.
Per la Goulard e Monti, c' era una «insostenibile contraddizione» tra il processo di integrazione europea (che tradotto significa la cessione di potere agli autoreferenziali burocrati di Bruxelles) e il desiderio degli Stati di conservare ampi margini di indipendenza. Un conflitto che, ovviamente, secondo gli autori doveva condurre a un' ulteriore cessione di sovranità nazionale all' Unione, come auspicato anche dal Gruppo Spinelli, il movimento europeo di cui la Goulard fa parte, insieme ad altri grandi nomi dell' establishment, da Guy Verhofstadt allo stesso Monti, e agli intellettuali di riferimento dei progressisti, come Amartya Sen.
macron stx
Peccato che un «limite» della democrazia sia proprio quello di contraddire, a volte, le scelte dei governanti. La Goulard ne sa qualcosa, visto che partecipò alla redazione di quella Costituzione europea poi abortita per il voto contrario di Francia e Paesi Bassi. Una carta priva di riferimento alle radici culturali e religiose del Vecchio Continente: quello che conta, per l' élite europeista, sono soltanto gli indicatori economici funzionali alla tenuta dell' euro, che a sua volta è cucito addosso alla Germania.
Sylvie Goulard
Da questo punto di vista, anzi, è un bene che la Goulard abbia lasciato il ministero della Difesa: la sua nomina sembrava davvero un regalo fatto a Berlino e al suo progetto per un esercito comune europeo, un pretesto impiegare reparti militari e armamenti degli altri Stati membri allo scopo di perseguire, dietro la foglia di fico dell' integrazione europea, la propria politica estera.
La cattiva coscienza di certi esponenti politici, comunque, non perde occasione per manifestarsi. Come nel 2011, quando alla vigilia dei salassi montiani in Italia, la Goulard così rispondeva a chi le aveva domandato se l' austerità avrebbe rischiato di bloccare la crescita: «È possibile adottare misure di austerità in alcuni settori, senza tagliare la spesa necessaria alla crescita.
Bisogna trovare il giusto equilibrio, distribuendo gli oneri in maniera equa tra la parte ricca e quella più povera della popolazione». Non è stato certo questo l' effetto dell' austerità, che dalle tasse di Monti al jobs act francese, ha puntato a colpire i salari e quindi il potere d' acquisto dei lavoratori.
Sylvie Goulard Prodi
Una dichiarazione talmente difforme dalla realtà che è lecito domandarsi se l' eurodeputata francese fosse incompetente o in malafede. Nel primo caso, come mai Macron, il nuovo che avanza, l' ha voluta premiare assegnandole un dicastero chiave? La seconda eventualità è persino peggiore, perché conferma tutti i peggiori sospetti sul cinismo dell' establishment europeo, che mente sapendo di mentire e, forse, spilla pure ai contribuenti i quattrini per stipendiare i collaboratori. A quelli come la Goulard, le vittime dell' austerità dovrebbero chiedere un risarcimento.
Sylvie Goulard
Marielle De Sarnez Bayrou
Marielle De Sarnez