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    MACRON NON FA PIU’ IL GALLO CEDRON – SGONFIATO DALLA BATOSTA ALLE LEGISLATIVE, IL TOYBOY DELL’ELISEO ABBASSA LE PENNE: “DOBBIAMO TUTTI INSIEME IMPARARE A GOVERNARE IN MODO DIVERSO. COSTRUIRE COMPROMESSI NUOVI NEL DIALOGO, NELL'ASCOLTO, NEL RISPETTO. È QUELLO CHE VOI AVETE VOLUTO E IO NE PRENDO ATTO. AL MOMENTO È ESCLUSO UN GOVERNO DI UNITÀ NAZIONALE"


     
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    poster di emmanuel macron poster di emmanuel macron

    MACRON, AL MOMENTO È ESCLUSO UN GOVERNO DI UNITÀ NAZIONALE

    (ANSA) - Dalle consultazioni con i leader dei partiti, il presidente Emmanuel Macron ha tratto la conclusione che "al momento è escluso un governo di unità nazionale". La "maggior parte" dei partiti non è d'accordo, secondo quanto annunciato in diretta tv dall'Eliseo il presidente. La strada è "la ricerca di una maggioranza più ampia e più chiara per agire".

     

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    MACRON, DOBBIAMO IMPARARE A GOVERNARE IN UN ALTRO MODO

    (ANSA) - "Dobbiamo tutti insieme imparare a governare e legiferare in modo diverso": lo ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, rivolgendosi al Paese per la prima volta dopo la sconfitta alle legislative di domenica. "Costruire compromessi nuovi nel dialogo, nell'ascolto, nel rispetto - ha detto il presidente - è quello che voi avete voluto e io ne prendo atto".

     

    MACRON DOPO IL KO ELETTORALE "RIPARTIRE DAI COMPROMESSI"

    Danilo Ceccarelli per “la Stampa”

     

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    Messaggio ricevuto: da oggi in poi bisognerà «governare e legiferare in modo differente». Con il discorso alla Nazione di ieri sera, Emmanuel Macron ha rotto il silenzio dopo la disfatta delle ultime legislative. Dall'Eliseo, il presidente ha voluto dimostrare a tutti gli elettori di aver imparato la lezione. «L'astensione» e «le profonde divisioni» del Paese emerse con il voto di domenica non possono essere ignorate, ma adesso è necessario «costruire nuovi compromessi».

     

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    Proprio quello che ha provato a fare in questi ultimi giorni ricevendo i principali leader di opposizione nel tentativo di trovare alleanze utili a ottenere una maggioranza assoluta all'Assemblea nazionale. La stessa che ha mancato per una quarantina di seggi raccogliendone solo 245 . Ora è arrivato il momento di trattare.

    Un esercizio inedito per un presidente fino ad oggi poco incline al dialogo e all'ascolto. Ma le basi per degli accordi non ci sono, né tantomeno per un «governo di unità nazionale», respinto dalle opposizioni.

     

    MACRON - DRAGHI - SCHOLZ A KIEV MACRON - DRAGHI - SCHOLZ A KIEV

    Macron, almeno, ci ha provato. Il capo dello Stato vuole rimettere una parte di responsabilità alle opposizioni per condividere con loro il fardello dell'ingovernabilità. «È possibile trovare una maggioranza più ampia e più chiara per agire» ma adesso «spetta ai gruppi politici dire in tutta trasparenza fino a dove sono pronti ad arrivare». Tanto, ribadisce Macron, «nessuna forza politica oggi può fare le leggi da sola». Soprattutto la sua, che di riforme in cantiere ne ha fin troppe e ora rischiano di accumulare polvere nell'attesa di sbloccare la situazione.

     

    EMMANUEL MACRON EMMANUEL MACRON

    Oggi Macron è a Bruxelles per la due giorni del Consiglio europeo, poi seguiranno i vertici del G7 in Germania e della Nato in Spagna. L'agenda internazionale è fitta, ma il tempo stringe e a partire da questa estate bisognerà «prendere misure di emergenza per rispondere ai bisogni del Paese». Il potere d'acquisto, prima di tutti.

     

    Difficile in un simile contesto. «L'esecutivo è debole ma l'Assemblea nazionale è forte», ha tuonato pochi minuti dopo la fine del discorso presidenziale Jean-Luc Mélenchon, deus ex machina della Nuova unione popolare, ecologica e sociale (Nupes) che ha riunito i partiti di sinistra arrivando a 132 deputati. Il tribuno della gauche vuole che la premier Elisabeth Borne chieda la fiducia all'Assemblea e dia le dimissioni se non riuscirà ad ottenerla.

     

    EMMANUEL MACRON VOLODYMYR ZELENSKY EMMANUEL MACRON VOLODYMYR ZELENSKY

    Marine Le Pen, invece, nel pomeriggio faceva il suo ingresso da deputata al Palais Bourbon insieme agli altri 88 colleghi del suo partito, che andranno a costituire il gruppo più importante della sua storia. Secondo un sondaggio condotto da Elabe, il 43% dei francesi considera la leader dell'estrema destra e il suo partito come la prima opposizione all'inquilino dell'Eliseo, mentre Mélenchon e la Nupes sono dietro al 31%. Ormai accerchiato, Macron si trova costretto a patteggiare.

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