Antonello Piroso per la Verità
marisela federici
Marisela Federici tira fuori il telefonino e mi fa vedere delle foto: file e file di scaffali vuoti. «Le ho scattate nel miglior supermercato del centro di Caracas. Sono appena tornata dal Venezuela. Voi non immaginate la situazione. Chi ha potuto, i ricchi, se ne sono andati. Non esiste più una classe media. Sono tutti poverissimi, anche se con grande dignità. Pensavano che con il sussidio popolare, che sarebbe il loro reddito di cittadinanza, i problemi delle persone si sarebbero risolti. E invece...».
Marisela Rivas y Cardona, nipote di un presidente venezuelano (assassinato) e vedova di Paolo Federici, dinastia romana di costruttori e banchieri, dopo un primo matrimonio con Roger Tamraz, miliardario egiziano proprietario della Tamoil da cui ha avuto i suoi due figli, è un ossimoro vivente. Una nobildonna, contessa per la precisione, barricadera.
l ex presidente chavez e maduro
Se parla del suo Paese d' origine, s' incendia. Vive in una suggestiva magione sulla via Appia, villa La Furibonda, così chiamata perché i lavori di ristrutturazione che andavano a rilento la rendevano furente.
Secondo lei qui in Italia dovremmo imparare la lezione che arriva dal suo Paese.
«Sono nata in Venezuela, ma mi sento e sono italiana da 54 anni. Per questo, non posso accettare di sentire politici improvvisati, dilettanti allo sbaraglio, inneggiare al regime di Nicolas Maduro».
A chi si riferisce?
«Alle 5 stelle cadenti. Lo sanno che è dovuta arrivare dalla Cina una grande nave ospedale, che ha attraccato nel porto di Guajira, per dare la possibilità ai venezuelani di curarsi? Ecco come ha ridotto il paese Maduro, che di Hugo Chavez non è l' erede: era solo il suo autista».
Ma l' avrebbe designato Chavez in persona.
marisela federici
«Ma dove? Ma quando? Era a L' Avana, malato terminale tutto intubato. Quello di Maduro è stato un golpe silenzioso, con la complicità di Cuba.
Chavez è morto lì, settimane prima, non a Caracas dove hanno fatto un funerale solenne che sarebbe stato organizzato in soli cinque giorni. Ma figuriamoci: per una cosa del genere, in Venezuela sarebbe servito un mese».
Maduro: un populista affamatore del popolo. In un Paese ricco di petrolio.
grillo di maio
«C' è più petrolio che latte, ma il prezzo del greggio è crollato. Le donne non possono allattare, ma rimangono incinte perché mancano perfino i preservativi. Questi signori, Beppe Grillo, Luigi di Maio, e quel Rocco Casalino che da portavoce ha usato quel linguaggio trucido per cui si sarebbe dovuto dimettere, dovrebbero tenerlo ben presente. Altro che sussidio di 780 euro a chi non lavora».
Facile dirlo per lei, che è una privilegiata.
«Io ho studiato alla Pro deo, che poi è diventata la Luiss. E poi ho trovato lavoro da Gianni e Paolo Bulgari, cui sono tuttora grata (Paolo è uno dei due padrini di battesimo di mio figlio), per curarne le pubbliche relazioni. Mi faccia approfittare per correggere un suo collega che ha scritto che io li avrei fatti conoscere al mondo. Non scherziamo: loro erano già i Bulgari, e da decenni. Io ho portato in dote i miei rapporti personali, ma ho imparato responsabilità e disciplina».
Sul suo arrivo in Italia poi ritorniamo. Chiudiamo con la politica. Il governo del cambiamento di Giuseppe Conte non le piace?
«Mi piace Matteo Salvini, perché dà l' impressione di fare le cose e non solo di parlare.
marisela federici con i pop corn
Ha chiuso i porti, e ha fermato l' invasione barbarica, che serve solo a fare business con la cosiddetta integrazione, come diceva quel tale di Mafia capitale al telefono».
Salvatore Buzzi.
«Lui. Spiegava che faceva più soldi con gli immigrati di quanti ne avrebbe fatti se avesse spacciato droga».
Lei è decisamente schietta.
marisela federici sbotta contro la durso 5
«Non so se sia un pregio o un difetto, essere outspoken. Ma non mi nascondo, ci metto la faccia. Anche quando vado in tv. Gli «haters», i leoni da tastiera che vomitano veleno sul Web, non mi fanno paura».
È vero che ai suoi figli, Edoardo e Margherita, non piace la sua sovraesposizione mediatica?
«Sì, sono, posso dirlo?, un po' snob. Io invece amo il confronto».
marisela federici (2)
Insomma. Ospite di Barbara D' Urso, la contestò in diretta e lasciò lo studio, e anche una sua intervista a Presa Diretta su Rai 3 diede la stura a una marea di critiche.
«Più che Presa Diretta, una presa in giro. Il giorno dopo chiamai Riccardo Iacona e il direttore Andrea Vianello per lamentarmi del fatto che non mi era stato detto il contesto del programma. Montarono le mie dichiarazioni alternate a storie di fallimenti, sembravo vivere fuori dal mondo. Su Internet fui minacciata di morte».
Be', lei disse che se c' era gente che si suicidava per la crisi economica, non era per disperazione, ma perché aveva problemi di squilibrio.
marisela federici sbotta contro la durso 4
«Non sono una persona cinica, né spietata: intendevo dire allora, e lo ribadisco oggi, che non ci si può ammazzare per i soldi, lasciando magari una vedova e dei figli da soli ad affrontare, oltre che la sopravvivenza quotidiana, anche il dramma della tua scomparsa. Bisogna lottare, e coltivare la speranza.
Sempre».
Con la D' Urso come andò?
«M' invitò alla sua trasmissione domenicale, io pensavo di raccontare del Venezuela, e invece mi trovai a confronto con un parterre di gente che rideva mentre io cercavo di argomentare e di spiegare. Mi trovai a disagio, e lo dissi in diretta. Barbara non la prese bene, disse che non si faceva insegnare il mestiere da me, che la domenica lei voleva rilassarsi perché della cronaca parlava già durante la settimana».
marisela federici sbotta contro la durso 3
Abbandonò lo studio?
«Non ero in studio, ero in collegamento qui da casa mia, mi tolsi l' auricolare e mi alzai dalla poltrona. Poi offrii una bottiglia di Dom Perignon ai tecnici, scusandomi per averli fatti lavorare a vuoto».
Lo champagne della sua mitica cantina e della sua dozzina di frigoriferi.
«Che sono più di 12, ma spenti. E le bottiglie di champagne e vini pregiati, Chateau Margaux e Chateau Petrus, dopo la morte di mio marito le abbiamo dato a Christie' s per farle battere all' asta».
marisela federici sbotta contro la durso 1
Hanno reso bene?
«Non so, si occupa di tutto mio figlio. Ma ci sono appassionati che arrivano a sborsare centinaia di migliaia di euro per una sola bottiglia, e neppure di dimensioni magnum o mathusalem».
marisela federici
Da quando è vedova, veste sempre di nero ma non ha rinunciato a fare feste.
«Vivo qui da sola, e ogni tanto apro casa agli amici. Come nel maggio scorso per il compleanno di Melba Ruffo, se la ricorda? Ha fatto televisione e adesso vive a Santo Domingo. Ed è tutto cucinato qui in casa, niente catering, che disdegno».
Ha sempre vissuto a La Furibonda?
«No. La residenza precedente era in via XXIV Maggio, davanti al Quirinale. Avevo come vicini Gianni e Susanna Agnelli. Che lei conosce, Piroso, visto che le affidò una rubrica su La 7. Bella idea: una Agnelli che faceva la critica televisiva».
Eravate grandi amiche.
«Guardi, non ne parlo perché quando l' ho fatto, con la mia tipica esuberanza sudamericana, sono stata travisata e male interpretata (il riferimento è a un' intervista rilasciata dopo la scomparsa della sorella dell' Avvocato, dal titolo: «Suni, l' unico amore della mia vita», insaporita da dettagli piccanti, ndr)».
Io avrei paura a stare solo soletto, con qualche persona di servizio, in questa grande dimora sull' Appia. Lei no?
«Ma qui c' è Paolo con me».
Lungi da me fare ironie, ma credo che lo spirito possa poco in caso di intrusioni violente.
«Paolo è presente perché le sue ceneri sono custodite qui in casa, in un' urna con sempre un cero acceso. Mai avrei voluto separarmi da lui, magari con una costruzione, come si chiama?».
Un mausoleo? Tipo quello che Silvio Berlusconi fece realizzare dallo scultore Pietro Cascella per il parco della sua villa di Arcore?
marisela federici
«Ecco, no, mamma mia, che orrore. Un monumento alla propria megalomania. E comunque i rapinatori qui sono già venuti, c' era ancora mio marito. Erano in tre, non erano zingari, e quando ho letto di quella coppia aggredita l' altro giorno vicino a Chieti ho pensato che noi siamo stati fortunati. Sapevano che avevamo una cassaforte, la svuotarono, un bottino che c' era da far festa per il resto di un' esistenza, io mi buttai in ginocchio dicendo che non potevano portarci via tutto, il capo mi disse di scegliere cosa tenere, io misi le mani su un orologio di Bulgari, ma se lo riprese. Lasciandomi gli orecchini con zaffiri, che valevano molto di più».
Lei si armerebbe? Le vittime di Chieti hanno detto di no, perché per loro è lo Stato che deve provvedere alla sicurezza dei cittadini.
«Io invece il porto d' armi l' ho preso. Ho messo telecamere e allarmi, che servono ma non bastano. Ed è giusto che i delinquenti sappiano che non siamo più disposti a subire. Se sparerei? Sì. Non per uccidere, ma per difendermi senz' altro».
Come è arrivata in Italia?
riccardo iacona
«Quando i miei si separarono, mia madre, che conosceva l' Italia, mi raccomandò per farmi entrare nella residenza romana dell' Opus Dei. Il mio confessore era Escrivà de Balaguer, il fondatore. Ma non sono mai stata una numeraria (i «quadri» che si occupano della formazione spirituale, ndr).
Perciò entrai alla Pro deo».
Immagino che papa Francesco, gesuita, non le piacerà.
«È un Papa socialista, viene da una barriada di Buenos Aires...».
Prego?
«Un quartieraccio. Bergoglio sta stravolgendo la liturgia, è affetto da modernismo. Trovo arrogante che si vanti di non abitare in Vaticano, e insopportabile che inviti i fedeli: "Pregate per me". Ma prega tu per noi. È lui che dovrebbe intercedere per noi, o sbaglio?».
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