Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per www.repubblica.it
giorgetti tajani
Al Senato va in scena il blitz del governo per salvare la maggioranza che rischia di non avere i numeri in commissione Finanze, dove è in corso il voto sugli emendamenti al decreto Superbonus. Forza Italia, infatti, è pronta a schierarsi contro l’esecutivo: pesa il no del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti all’allentamento della stretta sui bonus edilizi. Tutti negativi i pareri del Mef alle modifiche chieste dagli azzurri.
E così per conto della premier Giorgia Meloni si muove il suo partito, Fratelli d’Italia. Dalla commissione Giustizia viene chiamato in fretta e furia il senatore di Fratelli Salvatore Sallemi: in questo modo i componenti della commissione Finanze passano da 19 a 20, consentendo di salvare la maggioranza se il senatore forzista Claudio Lotito dovesse astenersi o non partecipare ai lavori della commissione.
claudio lotito
In questo modo la maggioranza potrebbe contare su 10 senatori mentre le opposizioni solo su 9. Se invece il patron della Lazio dovesse votare contro il governo maggioranza e opposizione si troverebbero appaiati a 10 voti ciascuno: la parità manderebbe sotto l’esecutivo. A firmare la lettera per il “trasloco” di Sallemi è Lucio Malan, capogruppo di FdI a Palazzo Madama […]
Protestano le opposizioni: “È uno scandalo, il presidente della commissione ha facoltà di aumentare il numero di componenti della commissione per garantire l’equilibrio tra maggioranza e opposizione, ma in questo caso è un blitz per salvare il governo”, dice la senatrice del Pd, Beatrice Lorenzin. […]
Salvatore Sallemi
Da Bruxelles interviene Giorgetti: “Sono serenissimo, quando si è nel giusto, si è sereni", risponde a chi gli chiede se le tensioni al Senato lo preoccupano.
I lavori della commissione, che sono andati avanti a singhiozzo per tutta la mattina, dovevano riprendere alle 14.30. Ma il blitz fa saltare il calendario: per il trasferimento di Sallemi, infatti, è necessaria una comunicazione di La Russa in aula. Nell’emiclo nuovo colpo di scena.
La Russa infatti comunica che la nuova composizione della commissione Finanze non sarà valida oggi e i senatori in commissione “ritornano” 19: 10 della maggioranza e 9 delle opposizioni. Se Lotito dovesse sfilarsi dalla maggioranza e votasse contro il governo ne uscirebbe battuto. Stesso esito in caso di astensione, con il pareggio che manderebbe sotto l’esecutivo.
ignazio la russa conferenza programmatica di fdi a pescara
A mezz’ora dall’avvio della seduta pomeridiana della commissione è il leader di Forza Italia Antonio Tajani a dettare la linea ai suoi. “Voteremo contro se non sarà modificato” il decreto Superbonus, chiosa per rilanciare le richieste contenute nei subemendamenti depositati ieri in commissione Finanze.
Una vera e propria operazione di smontaggio dello schema messo a punto da Giorgetti perchè gli azzurri chiedono di cancellare la mini retroattività, al primo gennaio, dello “Spalma detrazioni” e di abolire o comunque posticipare il divieto per le banche di compensare i crediti legati ai bonus edilizi con i debiti previdenziali.
giorgia meloni antonio tajani
Quando diventa chiaro che serve il passaggio in aula per accogliere la “new entry” Sallemi, i senatori di Forza Italia si riuniscono nel giardino di Palazzo Madama per definire la strategia. Insieme a Lotito ci sono i colleghi di partito Maurizio Gasparri e Dario Damiani, oltre alla sottosegretaria al Mef Sandra Savino.
La bagarre scoppia mentre si registrano novità sul fronte del provvedimento: dopo le trattative tra Tesoro e Forza Italia, il governo va verso lo slittamento, dal primo luglio 2024 al primo gennaio 2025, dell’avvio della “sugar tax”, l’imposta sulle bevande zuccherate. Un piano al quale hanno lavorato Palazzo Chigi e il Mef per sminare la grana esplosa proprio con l’emendamento al decreto Superbonus e le successive tensioni dentro alla maggioranza.
claudio lotito foto mezzelani gmt37
giorgia meloni ignazio la russa 25 aprile 2024 altare della patria