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    AMERICA FATTA A MAGLIE - CI VOLEVA IL POLITICALLY CORRECT PER AFFONDARE LA DISNEY: CANCELLA ‘ROSEANNE’ PER UN TWEET RAZZISTA (POTREBBE COSTARGLI 1 MILIARDO), TAGLIA LE PALLE AD HAN SOLO PER UBBIDIRE ALLE REGOLE DEL #METOO E RIESCE A TRASFORMARE ‘STAR WARS’ IN UN FLOP. IL TUTTO DOPO AVER GIÀ SEPOLTO I MUPPETS SOTTO AI TEMI SOCIALI - MA SE SI DICE CHE TRUMP E' UN PARRUCCHINATO ARANCIONE CON PROBLEMI MENTALI, MANI E PENE PICCOLI, NON C'E' PROBLEMA...


     
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    Maria Giovanna Maglie per Dagospia

     

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    Fuori Roseanne, massacrati i Muppets e un bel flop immediato per Solo: a Star Wars Story. Può il politically correct, il femminismo e l'ambientalismo coatti, o più brutalmente la campagna nazionale dei media e delle élite culturali americane contro Donald Trump, arrivare al punto da ammazzare i profitti, totem di solito intoccabile della società americana? Può, anche a costo di rimetterci decine di milioni di dollari, esattamente come può cancellare etichettandoli come mostri personaggi che fino a ieri erano icone nazionali, come per ultimo è successo a Morgan Freeman. Battaglia politica furibonda e politically correct si incontrano sull'abisso.

     

    Trump però non ci sta: “Bob Iger della ABC ha chiamato Valerie Jarrett per farle sapere che non sono tollerati commenti come quelli fatti da Roseanne Barr. Ma com'è che non ha mai chiamato il presidente Donald Trump per scusarsi degli orribili commenti fatti su di me sulla ABC? Magari ho perso io la chiamata”.

     

    Roseanne cancellata per un Tweet e’ diventata un caso nazionale e Donald Trump come previsto la difende attaccando i media con un altro Tweet sarcastico.

     

    valerie jarrett roseanne valerie jarrett roseanne

    La Barr racconta con messaggi a valanga i retroscena, per esempio che si era offerta di scusarsi pubblicamente prima di essere cacciata, che aveva esagerato con gli psicofarmaci quella notte, che si scusa soprattutto per i compagni di lavoro che ora sono rimasti a piedi, che tutto ciò le sembra una follia perché comici, anchor, attori che dicono le peggiori volgarità su Trump e famiglia, non vengono toccati né tantomeno le emittenti televisive si sognano di scusarsi col presidente.

     

    Teoria appoggiata anche dalla portavoce della Casa Bianca che ricorda ed elenca tutti gli insulti rimasti impuniti al presidente, su modello del tweet di Trump, e la Sanders quanto a sarcasmo non scherza.

     

    “ Dov'erano le scuse di Bob Iger allo staff della Casa Bianca quando Jemele Hill ha chiamato il presidente e chiunque a lui vicino suprematisti bianchi? Le scuse ai cristiani di tutto il mondo quando Joy Behar ha chiamato la cristianità una malattia mentale? Dove le scuse quando in un delirio contro il presidente Kathy Griffin si è presentata tenendo in mano la testa decapitata del presidente Trump? Si chiama Double standard”’.

     

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    E suona bene nel giorno in cui l'attrice Samantha Bee ha apostrofato sulla TV Tbs Ivanka Trump, figlia del presidente, con il termine “useless cunt” che potete divertirvi a tradurre in vari modi, da inutile troietta a fica lessa, vedete voi, Poi si è scusata con un tweet, e tutti contenti, vedrete anche che da parte delle folle femministe di Me too non si alzerà un solo strillo di protesta. Anche perché sono impegnatissime, a Hollywood e non solo, a festeggiare con gioia la cacciata di Roseanne, che secondo il suo ex marito Tom Arnold potrebbe costare al network un miliardo di dollari di mancato fatturato, visto che stava macinando soldi e share (lo ha detto alla CNN, mica a Fox News).

     

    L'insulto che è valso alla Barr il licenziamento e la sospensione da parte della ABC della Disney del revival della commedia più di successo della storia della televisione contemporanea, recitava così : “Valerie Jarrett e’ quel che succede quando nasce un bambino dall'accoppiamento tra la fratellanza musulmana e Il pianeta delle scimmie”.

     

     Sicuramente pesante, non faceva neanche ridere. A gridare per prima al razzismo e pretendere la testa della Barr, pare sia stata Michelle Obama in persona. Il legame tra la coppia ex presidenziale e la signora Jarrett, già consigliere Senior alla Casa Bianca, è strettissimo, le chiacchiere di Washington dicono che vivono nella stessa casa. Certo, negli anni della Casa Bianca il suo potere era incontrastato, secondo gli avversari era anche la longa manus negli affari sporchi.

    DISNEYLAND DISNEYLAND

     

    La verità? L'imprudenza dell'attrice ha offerto ai suoi nemici l'occasione per farla fuori. Stiamo parlando di una sitcom nella quale la protagonista è un'intera famiglia di middle class che si è impoverita ed è piena di debiti e carte di credito da pagare, in cui la protagonista moglie e madre ha votato per Trump, conta sulle sue politiche e questiona duramente con la sorella liberal: una sitcom che nel primo episodio ha totalizzato 18 milioni di telespettatori, e in quelli a seguire mai meno di 10 milioni. Il presidente le aveva telefonato per ringraziarla e congratularsi, Hollywood fremeva di sdegno. Ora l'ha fatta fuori.

     

    Perché e a che prezzo? Chiedetelo alla Disney, la società che di solito non sbaglia mai. Non sbagliava. Perché oggi i numeri invece parlano chiaro di come prodotti straordinari e consolidati nella storia crollino perché trasformati in mostruosità buoniste; e invece prodotti popolari perché vicini alla sensibilità degli americani pro Trump, anzi addirittura campioni di ascolti, vengano sacrificati, brutalmente cancellati, con il pretesto di una battuta infelice fatta su Twitter dalla protagonista nella sua vita privata, non sullo schermo.

    i muppets i muppets

     

     E la libertà di opinione e di espressione sacra negli Stati Uniti? Il diritto alla satira, anche la più crudele e spietata, anche rivolta contro il presidente degli Stati Uniti, vedi il Saturday Night Live e tutti i Late Night Talk Show, la cerimonia degli Oscar e dei Golden Globes? Double standard, bellezza, tanto più se l'oggetto della battuta infelice di Roseanne, una nota da decenni per il suo comportamento lunatico, è un vero e proprio mostro sacro liberal, Valerie Jarrett, braccio destro degli Obama, anzi loro ombra, una che fa impallidire il ricordo della maga di Nancy Reagan, una che ha sempre esercitato un potere sotterraneo ma ferreo.

     

    Andiamo per ordine. Già nel 2014 Muppets Most Wanted, sequel costato 50 milioni di dollari, era stato un disastro, con 51 milioni di incasso, dunque una perdita secca quando si aggiungono i costi di marketing, distribuzione e gli incassi delle sale. Allora Kermit and Company si sono rivolti al piccolo schermo, al Muppet Show che era stato per tanti anni, tra I ‘70 e gli ‘80, un successo strepitoso.

     

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    Niente da fare, nella nuova versione politicizzata “de sinistra” The Muppet Show è stato un disastro e dopo una sola stagione e 16 episodi è stato cancellato raggranellando in tutto 3 milioni di telespettatori. Le ragioni? I Muppets erano come dei bambini, innocenti, terribili, liberi dal mondo reale, e ora si mettevano a parlare di multinazionali di clandestini, di aborto o di transgender.

     

    Fuori uno, ora l'operazione Star Wars.

    Quando Disney ha acquistato la Lucasfilm nel 2012 per 4,05 miliardi di dollari la cifrona è stata ampiamente ripagata dai 4,46 miliardi al botteghino dei primi tre film della nuova era. L’attesa per “Solo: A Star Wars Story” era altissima ma il nuovo spin-off della saga di Star Wars, tutto dedicato ad attaccare il maschilismo aggressivo e tossico, quasi a voler dimenticare la virilità di Harrison Ford e a trasformarlo in un ragazzino privo di qualsiasi attributo, ha raccolto in patria nei primi tre giorni 83,3 milioni di dollari, e stiamo parlando del weekend lungo di Memorial day, ovvero il debutto nazionale più basso per un film di Star Wars nell’era Disney, inferiore anche ai prequel di George Lucas.

    sarah huckabee sanders sarah huckabee sanders

     

     Per fare un confronto, Rogue One aveva debuttato negli Usa con 155 milioni di dollari, proiettandosi verso un incasso globale totale di oltre un miliardo di dollari, mentre Hollywood Reporter ipotizza che Solo smosciato non arriverà sopra i 400 milioni.

    Conclusione, caro gli costa l'odio per Trump e l’ossequio fideistico al politically correct.

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