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Veronica Marino per www.adnkronos.com
maria giovanna maglie 4
"Da stasera risponderò alle domande e interagirò con chi mi segue e dall'8 marzo, il venerdì, 'duetterò, in studio o in collegamento, con politici e non, con chi la pensa come me e con chi è ai miei antipodi". Maria Giovanna Maglie, da ieri è in video su facebook, twitter, instagram con la sua striscia '#Magliestrette' che ha già raggiunto al suo esordio 56,8mila persone, ottenendo 26,2mila visualizzazioni e 12,8mila interazioni. "Ho sempre avuto riserve sulla striscia del Tg1 perché mi aspettavo esattamente il casino che poi si è verificato, conoscendo la Rai, un'Azienda dove il merito non è adeguatamente considerato e spesso predominano faziosità e ideologia e così ho pensato 'me la faccio da me'", racconta all'Adnkronos.
"Avevo capito da tempo di poter sfruttare meglio i social, a fronte dei contatti che andavano aumentando e dei feedback positivi che ricevevo pur mettendo cose fredde, articoli scritti essenzialmente per Dagospia. E ho deciso di affidarmi alla società di comunicazione e produzione, View Point Strategy, dopo aver consultato degli esperti, in primis - sottolinea - il guru dei social di Salvini, Luca Morisi, il quale è stato così gentile da incoraggiarmi. I social - osserva la Maglie - hanno disintermediato il rapporto con le persone rispetto agli strumenti tradizionali e voglio vedere ora cosa verrà fuori da quest esperimento.
Salvini è l'esempio palese dell'utilità della disintermediazione. Segue una triade: social, televisione, territorio, tenendo conto che televisione e territorio Salvini li batte proprio partendo dall'esperienza sui social che gli consentono di avere un dialogo con la gente".
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"Il problema, infatti, è che da tempo i media tradizionali rappresentano se stessi e i giornalisti - argomenta la Maglie - non sentono più di dover interpretare lo spirito del lettore. Come giornalisti noi non dobbiamo fingere che agli italiani interessi qualcosa che, invece, sta a cuore solo all'élite e non alla gente. Certo che è un imbarbarimento la caduta del numero di lettori dei giornali - esclama - ma non è colpa dei lettori, piuttosto dipende dal fatto che i giornalisti tradizionali non li rappresentano più, mentre i social consentono alla gente di contare e di interagire".
Una posizione politica manifesta, rende credibile un giornalista? "Una volta si diceva 'i fatti separati dalle opinioni'. Il lettore deve sapere che c'è la cronaca e poi c'è l'opinione. Senza essere paludata e attorcigliata come accade per la maggior parte della stampa, io sono netta nell'esprimere quel che penso. Non è meglio per il lettore? Io non voglio entrare nella testa delle persone in maniera subdola. Voglio solo dire quel che penso sulla base di anni di esperienze sul campo e di anni di studio che continuo a portare avanti da quando ho iniziato a fare questo mestiere".
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