trump putin
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
“Ho sbagliato a parlare mentre pronunciavo una frase chiave, succede”’. Servivano delle scuse e persino una ammissione di incapacità linguistica se necessario, perlomeno di incapacità linguistica momentanea dovuta a un certo nervosismo, per placare il muro di critiche e accuse di tradimento, che dai democratici e dai servizi stavano toccando anche i vertici più per bene del partito repubblicano?
Serviva di ribadire che mai e poi mai davanti a un russo si può ripetere quel che pure a Washington si va dicendo da un paio d'anni almeno, ovvero che un pezzo di Stato complotta contro il presidente eletto?
PUTIN REGALA UN PALLONE A TRUMP
Eccoli serviti, tanto per fare un altro po' di confusione, Donald Trump ieri sera ha detto che si è sbagliato, questione di un not, un non, può succedere parlando in inglese, una sorta di doppio negativo, ha spiegato. Voleva dire “Why Russia would not", non “why Russia would", voleva dire “perché non avrebbe dovuto” e non “perché avrebbe dovuto” la Russia interferire nelle elezioni presidenziali americane del 2016, come e’ risuonato nella sala della conferenza del Palazzo del Presidente a Helsinki.
Quanto alle azioni e all'indagine delle agenzie di intelligence americane, il presidente ha aggiunto, sempre martedì sera nello Studio Ovale, che accetta le loro conclusioni sul fatto che ci siano state delle intrusioni russe, purché sia chiaro, come già è stato ribadito finora, ha aggiunto Trump, che lui e i suoi non c'entrano niente, e che le interferenze e le intromissioni non hanno inciso sull’esito del voto.
Ci credono loro, ci credete voi? No, ma era necessario farlo, anzi doveroso, e probabilmente era tutto già pianificato. Donald Trump ha fatto le due parti in commedia, il socio buono e socio cattivo, uno a Helsinki e l'altro tornato a casa, a Washington. Ha fatto una brutta figura? Certamente si. Gli importa? Certamente no.
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Che fosse doveroso farlo lo hanno dimostrato le dichiarazioni di lunedì di molti esponenti repubblicani, fino a quel Newt Gingrich, autorevolissimo esponente repubblicano, ex speaker alla Camera e presidente del Partito presidente, sostenitore di Donald Trump fin dall'inizio contro il partito, oggi giornalista e opinionista ,nonché accompagnatore a Roma dell'ambasciatore in Vaticano e sua diletta consorte, Calista.
Gingrich non ha esitato in un tweet durissimo e significativo a dire che si aspettava spiegazioni e scuse da parte del presidente.
Diverso e meno conformista quello del libertario Rand Paul,senatore del Kentucky, che di solito è meno tenero con Trump ma stavolta si e’ schierato col presidente senza timore’.
“ il presidente e’ diverso da molti altri leader che abbiamo avuto che si occupano di cose invece che di persone Penso che Trump sia diverso in questo, vuole incontrare leader stranieri. E alla fine risultati importanti si ottengono in questo modo”. E per essere ancora più esplicito in un tweet: “ Il presidente è passato attraverso un anno e mezzo di indagini totalmente di parte, che cosa dovrebbe pensare?”. Più chiaro di così, tanto che Trump lo ha ringraziato pubblicamente con un tweet di risposta.
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Fatta la smentita, basterà a tenere calmi gli avversari e i nemici? Certo che no, ma non erano mica calmi prima, non erano certamente calmi quando due giorni prima di un Summit storico e dovuto da tempo con la Russia, il numero 2 del dipartimento di Giustizia ha pensato bene di annunciare l'incriminazione di 12 funzionari russi dei quali non ha fatto i nomi, e che non sono più negli Stati Uniti, per una indagine che andava avanti da più di un anno.
Lo scopo era palese, intendevano far fallire il summit, esporre il presidente degli Stati Uniti a una figuraccia internazionale, incuranti di eventuali conseguenze perfino sulla pace mondiale.
Naturale a questo punto domandarsi che cosa ne sarà dei dossier importanti dell'incontro, se argomenti accennati o in attesa di ulteriori incontri e tavoli di trattativa, andranno avanti, oppure se la nuova guerra fredda e i rapporti bilaterali fondamentali tra due potenze così importanti sono destinati a essere congelati finché non finisce questa storia tutta americana del Russiagate. Ammesso che finisca mai.
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Vi dicevo nell'articolo di ieri che I contatti più importanti e stretti sono tenuti da due Generali capi di Stato Maggiore, i generali Joseph Dunford e Valerj Gerasimov, che si incontrano regolarmente da un anno e mezzo, parlano di sicurezza e rispettive forze e movimenti militari, collaborano sul terrorismo internazionale e anche sulla intelligence sotto accusa, consuetudine che non può che tranquillizzare. Tranquillizzo’ per esempio chi sapeva, o avevo immaginato, nel caso del raid americano sulla Siria che tanto allarmava l'Europa.
In discussione per quanto riguarda il nucleare è l'estensione del trattato Nuovo Start che ha ridotto gli arsenali a 1.550 testate per parte e che può essere prorogato di cinque anni.
Ma il nucleare senza controllo, il nucleare sporco, ce l'hanno in mano altri Stati, assai meno controllabili. Così si arriva al dossier Iran, alleati di Mosca a fianco di Damasco, un dossier scottante e difficilmente conciliabile per intero.
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Però c'è qualche novità. Gli Stati Uniti vogliono bloccare l'ingerenza iraniana e avere mano libera sulle sanzioni, la trattativa con la Russia potrebbe chiudersi positivamente se Mosca potrà avere maggior margine di azione in Siria, e soprattutto alla Russia come all'Arabia Saudita conviene il petrolio in più che venderebbe se il commercio iraniano fosse bloccato dalle sanzioni.
Inoltre Putin ha parlato con toni diversi con il premier israeliano Benjamin Netanyahu e sembra possibile una cooperazione al sud ovest della Siria dove ci sono le alture del Golan israeliane. All'Iran verrebbe impedito di violare i confini di Israele.
In una combattiva intervista rilasciata a Fox News subito dopo la fine dei colloqui e della conferenza stampa a helsinki, Vladimir Putin, oltre a respingere sdegnosamente le accuse di interferenze e collusione nelle elezioni del 2016, ha sottolineato che le sanzioni degli Stati Uniti contro la Russia danneggiano e colpiscono prevalentemente gli Stati Uniti. Ha fatto anche un po' di numeri. A 150 miliardi di dollari l'anno tra merci e servizi di esportazioni europee corrispondono in tutto 17 miliardi di esportazioni americane.
benjamin netanyahu accusa l'iran di non rispettare il deal nucleare
Ma Putin sa bene che per ora le sanzioni non si toccano e che il massimo ottenuto negli incontri bilaterali di Helsinki è la decisione di costituire gruppi di lavoro a cui parteciperanno imprenditori e capitani d'industria.
Tutti infine hanno giudicato come un ammorbidimento del presidente americano la frase sul gasdotto Nord stream 2 , proposito del quale Trump ha detto “ci faremo concorrenza”. Ma è una frase che può anche non preludere a nulla di buono.
Dossier complicati, tavoli di trattativa solo all'inizio, difficile però sostenere come tentano di fare un po' tutti, e qui in Italia il corrispondente unico collettivo con grande agitazione ripete, ovvero che il summit non sia servito a niente, che anzi sarebbe stato meglio non farlo quell'incontro.
Pur sotto accusa e costretto a parziali scuse, Donald Trump infatti lo ha ribadito a chiudere l'intero viaggio.
“While I had a great meeting with NATO, raising vast amounts of money, I had an even better meeting with Vladimir Putin of Russia. Sadly, it is not being reported that way - the Fake News is going Crazy!”
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Ho avuto un grande incontro alla Nato e raccolto un sacco di denaro, ma anche meglio è stato l'incontro con Vladimir Putin. Purtroppo non l'hanno raccontato in questo modo, le fake news stanno impazzendo.
Le news che ieri sera ha raccontato lui nell'intervista del "Tucker Carlson Tonight" erano state registrate a Helsinki subito dopo la conferenza stampa di lunedì sera, quindi questa notte ora italiana, le due, sono apparse un po' vecchie, tre scuse e marcia indietro sull'interferenza russa.
Ma sull'Europa e sull'immigrazione, Donald Trump si è espresso e nessuno può avere dubbi su quali azioni di quali governi europei gli piacciono oggi.
Alla domanda se gli sbarchi abbiano portato vantaggi a qualcuno, risponde seccamente “No, a nessuno”.
“ Le politiche di immigrazione in Europa sono un disastro. Stanno distruggendo l'Europa, stanno distruggendo la cultura dell'Europa il crimine e’ aumentato in quelle aree e sarà meglio che facciano qualcosa”’
“Angela era una superstar finché non ha deciso di lasciar entrare milioni di persone e in Germania e questo l'ha danneggiata malamente.”
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Dall'Europa alla politica di immigrazione americana il passaggio e’ stato rapido, come l'attacco ai democratici al Congresso perché cercano di impedirne la riforma.
“ i democratici vogliono i confini aperti che e’ come dire che vogliono il crimine. Forse la filosofia politica con cui li hanno cresciuti, forse l'hanno imparata a scuola, forse sono pazzi. Non lo so, so che abbiamo le peggiori leggi di immigrazione del mondo, anzi non abbiamo nessuna legge. E’ una vera disgrazia che i democratici non vogliono fare niente perché abbiamo bisogno dei loro voti e loro sono capaci solo di fare resistenza e ostruzionismo, ma riusciremo lo stesso a cambiare le leggi sull'immigrazione”.
Durissimo anche se non nuovo il giudizio sulla Nato e i mancati contributi.
“ Non abbiamo nessuna intenzione di pagare cifre folli tra il 70 è il 90% per difendere dei Paesi abitualmente non pagatori, anche perché sono gli stessi che ci impongono dei dazi iniqui mentre comprano a condizioni vantaggiose da noi. Tutto questo deve finire”
CLINTON BLAIR PUTIN
Su Nato ed Europa, insomma, nessuna marcia indietro.
Ps. Durante la conferenza stampa, Vladimir Putin ha lanciato un silurone che quasi nessuno ha ritenuto di prendere in considerazione e che merita di essere analizzato per evitare di dire sciocchezze, ma anche per capire se c'è qualcuno tra i democratici e tra le sdegnate agenzie di servizi, magari John Brennan, che debba tremare per possibili rivelazioni.
Ha detto: sospettiamo che uomini dell'intelligence americana siano coinvolti nella consegna di 400 milioni di dollari a Hillary Clinton da parte dell'uomo d'affari Bill Browder durante la campagna elettorale. Browder è vicino a Soros, grande amico di Bill Clinton, deve alcuni miliardi di tasse non pagate , ora e’ cittadino britannico.
WILLIAM BROWDER E SERGEI MAGNITSKY