CDP: GIORGETTI, ACCORDO SU NOMINE? C'È DA LAVORARE
PAOLO SAVONA GIANCARLO GIORGETTI GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI
(ANSA) - "Devo lavorare, c'è da lavorare". Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti risponde a chi gli chiede se si sia arrivati a un accordo sulle nomine, e in particolare su quelle di Cdp. L'accordo non c'è ancora? "Appunto" si limita a rispondere Giorgetti.
CDP, L' AUT AUT DELLE FONDAZIONI PER CHIUDERE LA PARTITA DEI VERTICI
Rosario Dimito per il Messaggero
Da settimane Giuseppe Guzzetti ribadiva al mondo della politica, grazie ai rapporti con Giancarlo Giorgetti (Lega) e ai buoni rapporti con Stefano Buffagni (M5S), la necessità di dare al più presto un vertice alla Cdp, per il ruolo di propulsione all' economia italiana ma anche per le ricadute internazionali. Nel pomeriggio di due giorni fa, di fronte alle resistenze e ai veti incrociati del Carroccio e dei Cinquestelle sull' intero pacchetto delle nomine, un colloquio telefonico con il referente istituzionale della Cassa, controllata all' 82,77% dal Tesoro, sarebbe stato risolutivo per sbloccare l' impasse.
DI MAIO CONTE GIORGETTI
Ieri si sarebbe svolto un nuovo vertice ai massimi livelli che avrebbe dato l' ultimo via libera. Così, salvo colpi di scena che in queste situazioni è sempre bene mettere in conto, oggi pomeriggio l' assemblea della Cdp dovrebbe procedere alla nomina del nuovo cda. Con Massimo Tononi presidente espresso dalle fondazioni (15,93%), Dario Scannapieco ad, voluto dal Tesoro e gradito agli enti, con Fabrizio Palermo, un tecnico particolarmente apprezzato sui mercati, promosso da cfo alla direzione generale con deleghe esecutive.
Dario Scannapieco
In segno della ritrovata sintonia dei soci, il rappresentante del Tesoro (probabilmente il funzionario Giuseppe Viteritti) dovrebbe leggere i nove nominativi frutto di una lista sostanzialmente unitaria, benché entro il limite di lunedì 9 rispetto alla precedente convocazione di venerdì 13, le fondazioni avessero presentato i loro tre nomi: l' ex banchiere e manager Tononi, l' avvocato Matteo Melley (presidente di Cassa della Spezia) e Alessandra Ruzzu, consigliere uscente. Tra i rappresentanti del Tesoro, dovrebbe essere confermato Alessandro Rivera.
FABRIZIO PALERMO
Va detto che un eventuale quarto rinvio non sarebbe indolore - questo concetto sarebbe stato espresso chiaramente da Guzzetti ai suoi interlocutori - perché il rappresentante delle fondazioni (probabilmente il dg dell' Acri, Giorgio Righetti) si dissocerebbe in sede di voto con una dichiarazione netta e con un impatto mediatico negativo, accompagnato dalle probabili dimissioni all' istante del vertice uscente di via Goito, da settimane trascinato suo malgrado nella lunga transizione.
LA NUOVA MISSION
MASSIMO TONONI
Le dimissioni in tronco di presidente e ad lascerebbero la Cassa completamente al buio. Si consideri che giovedì 2 agosto il cda dovrà approvare la semestrale e l' assenza dei vertici operativi renderebbe la situazione ingestibile con grave pregiudizio per l' immagine stessa della Cdp. Il prossimo board in calendario è quello dei conti a giugno, ma è possibile che Tononi convochi un cda nei prossimi giorni per le deleghe.
Tra le prime scadenze della gestione Tononi-Scannapieco, oltre ai dossier urgenti dell' attualità (Ilva e probabilmente Alitalia sempre che Tim non torni in primo piano), ci sarà probabilmente la necessità di cominciare a delineare il nuovo piano di sviluppo. Le premesse Tuttavia non lasciano presagire aspettative gradite ai soci: nel contratto di Lega e M5S si declina la nascita di una banca pubblica di investimento che sembra un abito tagliato a misura per la Cassa.
gianni letta giovanni tria
Non è detto, però, che il ministro Giovanni Tria e Guzzetti vogliano allinearsi a questa nuova mission che snaturerebbe la funzione di Cdp anche rispetto ai vincoli statutari di garantire un dividendo ai soci. Se la politica volesse spedire Cassa nel risanamento e privatizzazione di Mps, al di là della posizione di Tria, ci sarebbe il no di Guzzetti che si è già espresso contro l' intervento in Alitalia.
Tria e Guzzetti invece sarebbero allineati verso un futuro di partneriato pubblico-privati a sostegno delle pmi, del rilancio del primario (agricoltura) e del terziario avanzato utilizzando parte dei 340 miliardi di risparmio postale per finanziare la crescita di infrastrutture e grandi opere aumentando il Pil del Paese.
GIUSEPPE GUZZETTI