Estratto dell'articolo di Carmelo Caruso per “Il Foglio”
ADOLFO URSO
Quanto può essere pericolosa la smania di un ministro? Cosa è pronto a fare per brillare agli occhi del suo capo? L’episodio simbolo dei cento giorni del governo Meloni ha come protagonista Adolfo Urso, ministro del Mimit, imprese e Made in Italy. Dietro le dimissioni del suo capo di segreteria particolare (le ha rassegnate ieri) si nasconde infatti una tecnica di potere, la fragilità della dirigenza di FdI, la paura e l’ansia di un governo.
La notizia che Valentina Colucci, capo della segreteria particolare del ministro Urso, stia per lasciare il ministero, dimettersi, si diffonde lunedì mattina. Non è un’uscita concordata ma causata da un litigio violentissimo tra Urso e il suo staff. Si consuma tra il 23 e il 24 gennaio, giorni in cui esplode lo sciopero benzina, […]
sciopero dei benzinai 3
Urso vuole consegnare alla premier un “trofeo”. E’ convinto di poter scongiurare la protesta e di aver chiuso un accordo con i benzinai. E’ cosi sicuro da chiamare la premier, in visita ad Algeri, e comunicarle che “è fatta”. Vengono allertate le tv per dare la notizia al Tg delle 20. L’intesa in realtà è solo con una sigla. Le altre si oppongono. […] . Urso si sfoga con i suoi collaboratori, minaccia “provvedimenti disciplinari”. Li accusa di slealtà.
ADOLFO URSO GIORGIA MELONI
[…] Quando Urso si insedia teme che il suo volto sia poco conosciuto rispetto a quello di Lollobrigida, Crosetto, Fitto, i più noti del partito. Comincia a rilasciare interviste (il ritmo è altissimo) e cerca di avvalersi di un portavoce. Forma presto la sua squadra. Sceglie come capo di gabinetto Federico Eichberg e Colucci, capo della sua segreteria particolare. Chiede a Gerardo Pelosi, già firma economica del Sole 24 Ore, e oggi in pensione, di aiutarlo sulla comunicazione. Urso completa il suo staff con Mario Ciampi, capo della segreteria tecnica.
VALENTINA COLUCCI
[…] Urso soffre. […] comincia a mettere sotto pressione lo staff. Chi lavora al ministero parla di “un clima di terrore e angoscia”. La protesta dei benzinai, il malessere di Meloni fanno il resto. Urso coltiva una simpatia con la Faib, la sigla dei benzinai più dialogante ed è convinto che questo basti a scongiurare lo sciopero. Restano da convincere le altre, Figisc e Fegica. E’ il 24 gennaio pomeriggio.
Il ministro convoca le sigle. Le fa chiamare alle 14,40 per un tavolo che si tiene alle 15. Telefona a Meloni per “vendere” questo successo: “E’ fatta”. Il capo di gabinetto si mobilita, il portavoce fa altrettanto: “Forza, chiama i giornalisti” dice uno. L’altro avvisa i colleghi: “Ci potrebbe essere una notizia, preparatevi”. […]
GERARDO PELOSI
Tra quelle persone c’è Colucci, una professionista che ha lavorato con ben otto ministri, l’ultimo è stato Federico D’Incà. La notizia dell’accordo “fatto” arriva alle sigle più combattive. Comprendono che Urso aveva dato per chiuso qualcosa che non era stato ancora negoziato con loro. L’accordo non c’è. Meloni si infuria, Urso scarica la rabbia. Crede che i suoi collaboratori lo abbiano tradito anticipando la notizia. Pronuncia parole irriferibili contro di loro. [..]
I collaboratori, tra questi Colucci e Pelosi, chiedono al ministro di riflettere. Senza fiducia non proseguono. La lite al ministero diventa di dominio e viene confermata. Urso viene scavalcato dagli eventi. Cerca una via d’uscita. A Pelosi viene proposto di occuparsi del ministero e di affiancare il sottosegretario Valentino Valentini. Colucci non accetta nessun’altra proposta e decide di formalizzare le dimissioni.
adolfo urso foto di bacco
La morale? Non c’era stata nessuna fuga di notizie ma solo fretta di vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso. Quanto raccontato diventa l’apologo di questo tempo e del governo Meloni. Il titolo è “La pelle dell’Urso”.
valentina colucci GERARDO PELOSI QUESTION TIME DI ADOLFO URSO ALLA CAMERA valentina colucci adolfo urso foto di bacco (2) adolfo urso