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    MAL COMUNE E FOSSE COMUNI - MENTRE PIANGEVAMO I MORTI DI PARIGI, IN IRAQ SI SCOPRIVANO DUE FOSSE COMUNI CON OLTRE 100 DONNE YAZIDE UCCISE DAI MACELLAI DELL’ISIS - PER NOI E’ GUERRA, PER LORO GENOCIDIO: NON SARA’ CHE I PROFUGHI SCAPPANO DAL NOSTRO STESSO NEMICO?


     
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    Sophy Ridge per “The Telegraph”

    donne yazide sterminate in iraq donne yazide sterminate in iraq

     

    yazide ritrovate in fossa comune yazide ritrovate in fossa comune

    Mentre il mondo pregava per Parigi, a oltre 3000 miglia a est si scopriva un’altra atrocità: due fosse comuni, una contenente i corpi di circa 70 ragazze yazide e di bambini, l’altra contenente i corpi di circa 60 donne yazide più anziane.

     

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    Nel deserto di polvere di Sinjar, nord-ovest dell’Iraq, giacciono un bastone da passeggio, un paio di forbici, delle chiavi, una scarpa. Le banconote sventolano fra la sporcizia. Se guardi più da vicino, la scena diventa uno spettacolo dell’orrore. Ciocche di capelli e frammenti di ossa spuntano dalla fossa. Sono circa 80 le donne qui sepolte. Avevano fra i 40 e gli 80 anni. Tutte yazide, uccise dai macellai dello Stato Islamico.

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    Le fosse sono state scoperte quando i Peshmerga curdi hanno riconquistato Sinjar, e il capo della sicurezza si aspetta di trovarne altre 20 simili. Non è difficile immaginare cosa sia successo. L’ISIS ha sequestrato migliaia di giovani locali e le ha trasformate in schiave sessuali e qui sotto sono finite quelle che non erano più attraenti. Il Presidente Hollande

    ha definito “atto di guerra” l’attacco parigino, ma in Iraq il termine esatto è “genocidio”.

     

    Questo massacro non può essere ignorato. Per l’Isil gli yazidi sono “devoti del diavolo”, meritevoli di essere uccisi o resi schiavi. Nel villaggio di Kocho, i militanti hanno espressamente detto che chi non si convertiva all’Islam, veniva ucciso. Così, in 500 sono stati ammazzati. Gli hanno sparato alla testa o li hanno buttati giù dai dirupi. Le donne prese sono stati ripetutamente stuprate e torturate, non sono state risparmiate nemmeno quelle con bambini a carico, nemmeno quelle di 13 anni.

     

    Dopo due giorni di offensiva per riprendersi Sinjar, venerdì scorso, le forze curde hanno incontrato le giovani donne che sono riuscite a scappare agli artigli dei sequestratori. Hanno condotto i liberatori alle fosse dove erano state gettate le loro madri e le loro nonne. Gli oggetti che hanno lasciato raccontano che non si tratta di una guerra normale: le anziane con un bastone da passeggio non sono soldati. Gli jihadisti hanno stuprato le belle e ucciso quelle che non contavano sul mercato sessuale. Difficile immaginare maniere più selvagge di queste.

     

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