Naomi Schaefer Riley per “New York Post”
KIT VIRTUALE
L’esperienza cinematografica è diventata sempre più forte per i bambini: schermi più grandi, volumi più alti, immagini più realistiche e violente, effetti speciali che non li stupiscono più. Chi legge ancora la favola di Hansel e Gretel? Nessuno. Ormai anche i cartoni animati contengono personaggi di realtà e non di fantasia.
A peggiorare il tutto, ecco i dispositivi di realtà virtuale: McDonald’s in Svezia ha tramutato
le scatole Happy Meal in visori per bambini, 3000 occhiali “Happy Goggles” sono stati distribuiti con il videogioco “Slope Stars”, stessa iniziativa della Coca Cola, che trasforma in kit VR le sue lattine.
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A marzo Expedia si è unita al St. Jude’s Hospital per dare ai bambini troppo malati per muoversi, la possibilità di “viaggiare” nelle mete che sognano. Con la realtà virtuale possono fare diving e andare a cavallo.
A breve l’Oculus Rift sarà diffuso quanto l’iPhone. “HBO” e “Discovery Channel” stanno investendo molto nel settore, per non parlare dell’industria del porno, che fa da pioniere. Non si sa, a lungo andare, quali saranno gli effetti sui bambini.
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I dispositivi dovrebbero essere vietati ai minori di 13 anni, perché possono inficiare il normale sviluppo visivo. Anche gli adulti dovrebbero usarli con moderazione, facendo frequenti pause, per non diventare zombie, disconnessi dalla realtà che li circonda.
La realtà virtuale è un’esperienza passiva, ma utile a chi vuole mantenere una relazione a distanza, vedi la Samsung, che ha appena lanciato “Bedtime VR Stories”, la app che permette ai genitori di raccontare le favole della buonanotte da lontano. Serve solo un visore Samsung Gear e il genitore è fatto.
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