Francesco Persili per Dagospia
Una vita da gemelli del gol. Nell’abbraccio di Mancini e Vialli a Wembley dopo le reti azzurre c’è un mondo, e uno stile. Lo stile Samp. Calcio, allegria, amicizia e uno scudetto storico che li ha uniti per non dividerli più.
vialli mancini
Cos’è che ha trasformato quei ragazzi con la maglia blucerchiata nella squadra campione d’Italia nell’anno di grazia 90-91? Il Presidente illuminato Paolo Mantovani che cacciava i giocatori che si presentavano con il procuratore per discutere di un rinnovo? O l’allenatore Boskov che non esentò Marco Lanna dal farsi la foto di squadra dopo un incidente stradale nonostante il difensore avesse i capelli alla mohicana e i cerotti in ogni parte del corpo: “Tu stato stupido, giusto così. Almeno vedi foto e ricorda”.
vialli mancini
Amori che vengono e amori che vanno, le avventure di Vialli con la dama della tv, Lombardo con la parrucca, Pagliuca depilato (“Mia mamma non mi fa entrare in casa se mi faccio biondo”). Cerezo che rispondeva così alle critiche di Sacchi: “Io so’ lento perché voglio andare lento, sono jogadore tutto cervello. Non sono uno che corri sempre, corri corri e dove vai se corri.” E poi Mancini, che era già un allenatore in campo (“Parla, grida, spiega, protesta. Vuole che le cose siano perfette come le vede lui, come sa farle lui”).
capello
Quale era l’alchimia di quella squadra? Vierchowod disse no alla Juve dopo aver incontrato Montezemolo a Capri, Luca Vialli riuscì a resistere alle lusinghe di Berlusconi (“A Milano non c’è il mare”). Avevano tutto. Il mare, gli amici. Genova per loro non era solo “un’idea in fondo alla campagna”. Nessuno voleva andarsene. “Il calcio non è una guerra, ma uno sport e un gioco. E nei giochi, si gioca meglio con gli amici”.
Le pagine del libro “La bella stagione” (Mondadori) scritto da Vialli e Mancini restituiscono epica e cazzate di quella ciurma di ragazzacci e aiutano a comprendere meglio la filosofia che Mancini e Vialli hanno voluto portare nello spogliatoio azzurro. “Divertirsi e far divertire”, la missione possibile per gli Europei. Anche se Don Fabio Capello dissente e parlando con Claudio Brachino, nella nuova rubrica dell’agenzia Italpress “Primo piano speciale Euro 2020”, sottolinea come il calcio non sia solo “divertimento” ma “fatica, lotta e astuzia”. A calcio, non basta giocare per divertirsi, perchè questa è la più grande balla del mondo, ma bisogna giocare per vincere".
vialli mancini
Punti di vista, il pallone è un mistero senza fine e non c’è un’unica strada per arrivare al risultato. “Ci sentivamo una famiglia”, ricordano Vialli&Mancini a proposito di quella Samp. La storia dei “sette nani”, spaghettate a mezzanotte e partite a carte. Luca è Pisolo dato che non rinuncia mai alla pennichella, il Mancio è Cucciolo, parla poca e l’aria di chi va coccolato. Moreno Mannini è Eolo. La motivazione ufficiale è che sulla fascia è veloce come il vento ma in realtà è una pietosa copertura. “Moreno ha un talento vero. Scorreggia come un dio. A comando, a piacere, a tradimento…”
Una ventata di allegria nel calcio italiano, una bella stagione che non passa mai di moda. Sul prato di Wembley, nella finale di Coppa Campioni del ’92, al tramonto dei tempi supplementari, si infransero i sogni della Samp-gloria. Nel tempio del calcio inglese, 29 anni dopo, i tempi supplementari hanno tenuto in vita il sogno di tornare a Londra per semifinali e finale.
boskov paolo mantovani
Dopo l’abbraccio con Vialli di Wembley, la serata alla Amici miei a Coverciano. Una grigliata, la pizza e Belgio-Portogallo in tv. La banda del Mancio ha portato in azzurro lo stile Samp. Calcio, divertimento, amicizia. Nel calcio si gioca, e si vince, meglio con gli amici.
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