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    MANIERO, FELICE MA NON FESSO - IL BOSS DEL BRENTA DOPO 20 ANNI SVELA IL SUO TESORO: ''È IN MANO A MIO COGNATO, 30 MILIARDI DI VECCHIE LIRE. MA A ME NE HA DATI SOLO 5, E ORA LO DENUNCIO'' - VILLE IN TOSCANA, 6 MERCEDES, 3 PORSCHE, 16 CONTI CORRENTI, 4 CASSETTE DI SICUREZZA, TITOLI, AZIONI, FONDI. TUTTI INTESTATI A FAMILIARI CHE HANNO PROVATO A FARE I FURBI (SORELLA COMPRESA) E CHE ORA SONO STATI COLPITI DALLA VENDETTA DI ''FACCIA D'ANGELO''


     
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    Andrea Pasqualetto per www.corriere.it

     

    felice maniero felice maniero

    L’ha rivelato lui stesso all’Antimafia di Venezia. Era il 12 marzo scorso e l’ex boss della mafia del Brenta Felice Maniero, oggi in libertà, iniziò a parlare davanti ai pm lagunari: «Voglio raccontare del denaro che ho guadagnato con i miei traffici illeciti e del suo successivo riciclaggio». Una bomba. Perché fino ad allora Faccia d’Angelo aveva sempre taciuto del tesoro nascosto. Certo, aveva incastrato i complici di vent’anni di rapine, sequestri, traffici illeciti di ogni ordine e grado. Ma del patrimonio mai una parola.

     

    il cognato, la sorella e la mamma

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    Oggi fa due nomi: Riccardo Di Cicco, dentista fiorentino di Fucecchio ed ex marito della sorella Noretta, e Michele Brotini, promotore finanziario di Pisa, arrestati entrambi con l’accusa di riciclaggio. Sarebbe stato Di Cicco a gestire l’ingente patrimonio accumulato da Maniero negli anni della mala: circa 33 miliardi di lire dell’epoca.

     

    Attraverso mamma Lucia e la sorella Noretta, ora indagate, «devo avergli dato complessivamente 22 miliardi in tutto, fino al 1994», ha calcolato Maniero. Dopo il 1994, cioè dopo la sua evasione dal carcere di Padova e il definitivo arresto di Torino di cinque mesi dopo, gli fece avere «altri 11 miliardi», questi consegnati da uno dei suoi uomini più fidati, Giuliano Materazzo, e sempre da mamma Lucia direttamente nella mani di Di Cicco nella sua casa di Santa Croce sull’Arno. Sorpresa: mentre spostava il patrimonio collaborava con gli inquirenti, naturalmente senza mai dire alcunché. «Non l’ho fatto perché sarei rimasto al verde».

    FELICE MANIERO FELICE MANIERO

     

    «Lei non paga e io lo denuncio»

    Domanda: perché Maniero ha deciso di «cantare»? «Di Cicco mi ha restituito, dal 1995 e fino a 7-8 mesi fa, circa 5-6 miliardi... Improvvisamente mio cognato ha cominciato a dichiarare di non avere più la liquidità necessaria e alla fine ha rinunciato a vedermi. Nonostante i miei tentativi non sono più riuscito a contattarlo per avere indietro il denaro». E dunque è tutto chiaro: l’ex cognato non versava più e lui gliel’ha fatta pagare. Non avendo nulla da perdere, ha cioè denunciato colui che si è arricchito con i proventi della sua creatura criminale: la mala del Brenta.

    ELENA MANIERO ELENA MANIERO

     

    «Avendomi restituito circa 5-6 miliardi — ha aggiunto — ora ne gestisce sicuramente almeno 25-26. Tenuto conto anche delle perdite che ci sono state con la crisi del 2008». L’ex boss, accusato di autoriciclaggio, parla da finanziere: investimenti, depositi, milioni versati e restituiti e di scorrettezze. Come se fossero i suoi legittimi guadagni: era il grande bottino della banda del Brenta. Fin qui la sorprendente denuncia, corroborata da altri tre interrogatori, l’ultimo del 30 settembre scorso, nei quali aggiunge dettagli, come le borse di soldi che seppelliva in giardino.

     

    Ville, Bentley e conti correnti

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    Gli uomini del Nucleo speciale di polizia valutaria di Roma hanno fatto il resto, scoprendo dove sono finiti i miliardi di lire nel corso degli anni: una villa a Lucca, una casa Fucecchio, un’altra a Pisa, sei Mercedes, tre Porsche, una Bentley, una Range Rover e poi 16 conti correnti (molti al Montepaschi), quattro cassette di sicurezza, 11 depositi e titoli, azioni, fondi. Tutti intestati a vari familiari e tutti sequestrati. Quanto a Brotini, per l’accusa e per il gip Alberto Scaramuzza è colui che ha partecipato a nascondere buona parte del patrimonio.

     

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    «Noretta, ti spacco la testa»

    Mentre la sorella Noretta sembrava tramare con l’ex marito contro lo stesso Maniero: «Incastrare! Lo vogliamo incastrare o no?», si scalda al telefono Di Cicco, intercettato. «Ah sì, certo», dice lei. Infine la madre, che l’ex boss aveva di recente convinto a confessare. Ma Noretta ha detto no, intimandole di tacere. Faccia d’angelo non l’ha digerita: «Guarda che se la mamma fa un’ora di carcere vengo giù e ti spacco la testa».

    FELICE MANIERO FELICE MANIERO

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