MARCELLO FOA
No, la Rai dei professori non tornerà. Neppure nella presidenza. Perché se anche molti lo chiamano così, Marcello Foa non è professore. Per carità, nel suo curriculum non usa mai questa definizione.
Nell’elenco delle sue attività non ci sono corsi di lingua fatti passare per alte specializzazioni, né le visite in biblioteca trasformate in seminari accademici sfoggiate dal premier Conte.
Ma, in linea con la sua carriera frontaliera, la lista dei suoi incarichi è redatta con precisione elvetica e un pizzico di enfasi italiana. Foa infatti sostiene di essere “docente” nell’Università della Svizzera Italiana. Tutto vero. Nessuna cattedra, ma solo “una docenza a contratto”. Di durata però cortissima: fa lezione 14 ore all’anno.
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Le lectio molto brevis del candidato alla presidenza Rai è stata rivelata da un’interrogazione parlamentare ticinese. Matteo Quadranti, deputato del Partito liberal-radicale Prl, ha chiesto al Gran consiglio del cantone di valutare l’opportunità di mantenere l’insegnamento di Foa, sottolineando come gli «vengano rimproverate diverse notizie false» e la vicinanza alle posizioni politiche di Lega e M5S, cosa che ne minerebbe l’indipendenza nel «garantire il pluralismo per gli studenti ed evitare l’indottrinamento di parte».
Marcello Foa by Ellekappa
L’iniziativa di Quadranti ha spinto l’ateneo svizzero a chiarire che «non è un professore ma un docente a contratto». Per poi specificare: «Abbiamo contratti con circa 800 docenti e ricercatori. Marcello Foa è uno di loro e tiene un corso di 14 ore l’anno».
L’Università difende la scelta di «ospitare professionisti affermati di diversi settori, per offrire agli studenti la prospettiva dell’esperto». E conclude: «I docenti a contratto non sono parte stabile del nucleo accademico profondo dell’Università, che ne decide gli indirizzi fondamentali». Insomma, per loro Foa è un precario a tempo ridottissimo.
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